INIBIZIONE (dal lat. inhibeo "impedisco, raffreno")
È la diminuzione o l'arresto temporaneo dell'attività fisiologica in un sistema vivente, effettuantesi sotto l'influenza di azioni esteriori o intrinseche al sistema stesso. Il cuore pulsa normalmente: si stimola elettricamente il nervo vago, e il cuore si ferma (è inibito) finché dura la stimolazione; cessata questa, il cuore torna a contrarsi ritmicamente. L'inibizione differisce dalla paralisi, perché l'organo inibito, contrariamente al paralizzato, è capace di tornare a funzionare: l'inibizione è transitoria, la paralisi è permanente. Ancora: quando, nell'esecuzione di un movimento, un gruppo di muscoli si contrae, il gruppo dei muscoli antagonisti è inibito (inibizione reciproca di Ch. S. Sherrington). Di che natura siano i processi chimici e chimico-fisici che determinano lo stato d'inibizione, non è ancora ben noto. Secondo alcuni, l'inibizione rappresenta l'opposto dello stato d'eccitamento. E poiché nell'attività funzionale s'intensificano i processi catabolici, nell'inibizione si suppone che debbano invece prevalere i processi anabolici. Ma questa è per ora soltanto una ipotesi; nessuna prova sperimentale seria può essere addotta a sostegno della medesima.
Siccome l'eccitabilità si crede che implichi la possibilità di un mutamento reversibile dello stato chimico-fisico del protoplasma e della permeabilità delle cellule (per es., un accostamento al punto isoelettrico dei colloidi proteici con tendenza di questi alla gelificazione, e un aumento della permeabilità), l'inibizione, per alcuni, s'accompagnerebbe con processi diametralmente opposti.