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ingrato

Enciclopedia Dantesca (1970)
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ingrato


L'aggettivo ricorre tre volte nella Commedia, nel significato di " dimentico dei benefici ricevuti ", sempre attribuito a una moltitudine di gente e accompagnato da altri aggettivi che ne accentuano il significato negativo: If XV 61 quell'ingrato popolo maligno, riferito ai Fiorentini (ma " acciò che di tutti i Fiorentini non s'intenda essere questa infamia d'ingratitudine, distingue, dicendo sé dire di quel popolo maligno Che discese di Fiesole ab antico ", Boccaccio); Pd XVII 64 tutta ingrata, tutta matta ed empia, detto della compagnia dei fuorusciti bianchi; e XXXII 132 gente ingrata, mobile e retrosa, con allusione agli Ebrei guidati da Mosè. Interessante è l'analogia tra i tre passi: oggetto dell'ingratitudine è D. nei primi due, Dio nell'ultimo.

Il vocabolo ricorre inoltre, sempre con lo stesso significato, in Cv IV XXVI 10 a questa etade [all'uomo]... conviensi amare li suoi maggiori… sì che esso non paia ingrato.

Vocabolario
ingrato
ingrato agg. [dal lat. ingratus, comp. di in-2 e gratus «gradito; riconoscente»]. – 1. Non gradito, e quindi sgradevole: un odore, un sapore i.; ha una voce i., un tono di voce i.; con litote: ne serbo un ricordo non i.; anche di cose che...
malconoscènte
malconoscente malconoscènte agg. [comp. di mal- e conoscente, part. pres. di conoscere], non com. – Non riconoscente, ingrato.
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