BERGMAN, Ingmar (App. III, 1, p. 226)
Regista teatrale e cinematografico. Nell'ultimo ventennio il suo cinema d'idee, sempre espresso con uno stile in cui sul realismo ha preso spesso il sopravvento il simbolo, per il suo rigore, la profondità della sua ispirazione metafisico-psicologico, la poetica essenzialità delle sue immagini, ne ha confermato la posizione tra le più rilevanti nel cinema mondiale. Fra le sue opere più significative posteriori al 1960: Sasom i en spegel (Come in uno specchio, 1961), Nattvardsgästerna (Luci d'inverno, 1962), Tystnaden (Il silenzio, 1963), un'asciutta trilogia sul problema dei rapporti dell'uomo con la divinità, seguíta da una serie di opere indirizzate tutte ad analizzare con ansiosa, contenuta passione i rapporti fra individuo e individuo e i reciproci modi di comunicazione e di contatto (il touch). Tra queste: Persona, 1966, Vargtimmen (L'ora del lupo, 1967), Skammen (La vergogna, 1968), En passion (Passione, 1969), Beroringen (L'adultera, 1971). Dopo un'intensa meditazione sulla morte, di chiusa e alta drammaticità, Viskningar och rop (Sussurri e grida, 1972), i problemi della coppia, della comunicazione e del contatto hanno preso di nuovo il sopravvento in un film realizzato in un primo tempo per il piccolo schermo, Scener ur ett äktenskap (Scene di vita coniugale, 1974), che ha avuto subito dopo anche al cinema un notevolissimo successo; a dimostrazione che l'essenzialità del linguaggio di B. e l'intima tensione della sua drammaturgia non trovano nessun limite nei mezzi espressivi cui si affidano. Come ha provato anche più di recente (1975) la riduzione televisiva del Flauto Magico di Mozart, un film in cui musica e teatro hanno mostrato di saper assumere anche una veste cinematografica splendida e preziosa, adatta sia per il piccolo sia per il grande schermo, e come ha riconfermato Face to Face (1976), riduzione cinematografica di un nuovo film televisivo in quattro puntate, Ansikte mot Ansikte (Faccia a faccia, 1975), costruito con appassionato rigore sul tema ancora una volta ricorrente della "comunicazione" e della morte.
Bibl.: T. Chiaretti, I. Bergman, Roma 1964; Centro S. Fedele dello spettacolo, Scheda bio-filmografica, Milano 1966; J. Donner, I. Bergman, Parigi 1970; S. Björkman, T. Manns, J. Sima, Le cinéma selon Bergman, Parigi 1973; T. Ranieri, I. Bergman, Firenze 1974 (con filmografia completa).