ingegneria simultanea
Traduzione della locuzione inglese concurrent engineering che indica un approccio all’ingegneria della produzione diverso da quello tradizionale. Tipicamente, nell’ingegneria tradizionale un progetto si configura come una catena costituita da varie fasi, le cui attività implicano un trasferimento sequenziale di informazioni tra gli attori coinvolti a partire dall’ideatore dell’oggetto da produrre fino a colui che ne finalizza il progetto definitivo. Pertanto le persone coinvolte nelle fasi iniziali non interagiscono con quelle che operano nelle fasi successive, con l’ovvia conseguenza che eventuali errori che si propagano nella catena finiscono per essere individuati quando le necessarie modifiche sono più costose e spesso non desiderabili. La conseguenza di questa impostazione è che un tempo relativamente breve viene dedicato alla definizione del prodotto, mentre un tempo relativamente lungo è utilizzato nella fase di progettazione e spesso un tempo ancora più lungo viene richiesto quando si rende necessaria, per le ragioni prima dette, una riprogettazione del prodotto e del relativo processo. Questa situazione ha contribuito in modo decisivo, negli anni Settanta del secolo scorso, a una perdita di competitività dell’industria occidentale e in particolare di quella degli Stati Uniti rispetto a quella asiatica, a causa della minore produttività che si era venuta a determinare proprio per il diverso approccio alla produzione. Fu in quegli anni che, nel mondo occidentale, si acquisì la consapevolezza della necessità di una diversa metodologia di sviluppo dei prodotti che fosse fortemente affidabile e che potesse essere continuamente cambiata e migliorata. L’obiettivo era una significativa riduzione del costo e del tempo di sviluppo senza pregiudizio per le caratteristiche del prodotto. Inoltre una tale metodologia doveva essere facile da implementare e da adattare alla diversa natura delle attività coinvolte. L’ingegneria simultanea, come il nome stesso suggerisce, si basa sulla possibilità di considerare tutte le attività allo stesso tempo. In particolare, si cerca di ridurre i lunghi tempi di progettazione e riprogettazione dell’ingegneria tradizionale dedicando maggiore attenzione alla definizione dell’oggetto da produrre e documentando meglio a priori il processo stesso di produzione. Ciò può essere fatto considerando contemporaneamente e non sequenzialmente le fasi del ciclo di vita di un prodotto, dalla sua ideazione alla commercializzazione, tenendo altresì conto della qualità, del costo e delle aspettative dell’utente finale. In questo modo si possono minimizzare le modifiche al prototipo e ridurre conseguentemente le iterazioni necessarie durante la fase di progettazione. Questa impostazione implica il coinvolgimento di tutte le differenti discipline tecniche e non tecniche (ingegneria, marketing, finanza ecc.) che in qualche modo hanno un impatto sul prodotto. L’ingegneria simultanea indica quindi sia una filosofia di sviluppo del prodotto che integra i molteplici aspetti di progetto, sia un metodo che integra competenze disciplinari diversificate all’interno del gruppo a esso dedicata. Ciò vuol dire mettere in campo una cooperazione tra le diverse funzioni aziendali con l’obiettivo di eliminare gli sprechi, creare prodotti di migliore qualità, meno costosi e più rapidamente disponibili sul mercato. Questi obiettivi, ampi e ambiziosi, hanno richiesto cambiamenti non solo nel modo di funzionare dei diversi soggetti coinvolti nello sviluppo dei prodotti, ma anche nel loro atteggiamento mentale. Sono proprio questi cambiamenti che hanno reso possibile l’integrazione funzionale nell’ambito delle organizzazioni, che è la chiave del successo dell’ingegneria simultanea.