informazione
Aspetti socio-economici
dell’informazione
Pioniere di un approccio statistico-matematico allo studio dell’informazione è stato negli anni 1940 C.E. Shannon. Egli spiegò che la quantità di informazione contenuta in un messaggio dipende dalla probabilità dell’evento associato a quel messaggio. Si può quindi quantificare e misurare l’informazione a partire da un’unità di misura elementare, cioè la scelta più semplice possibile, quella tra due alternative. Shannon chiamò questa unità di misura bit, una contrazione delle parole inglesi binary digit («cifra binaria»). Poiché i bit possono essere facilmente tradotti nel passaggio (o non passaggio) di corrente all’interno di un circuito elettrico, e in questo modo far funzionare un computer, la teoria di Shannon è anche alla base dell’informatica.
Settore della produzione culturale che permette al pubblico di ricevere in tempi rapidi e in modo continuativo notizie sui vari aspetti della vita pubblica. Libri, giornali, radio, televisioni e internet sono quindi definiti mezzi di informazione. L’informazione moderna nasce con i giornali, che sono stati a lungo il mezzo di informazione più importante. La velocità di divulgazione delle notizie aumentò in maniera esponenziale prima con l’avvento della radio, poi, a partire dagli anni 1940, con la televisione. L’ultimo nato tra i mezzi di informazione, internet, e in particolare la tecnologia web, ha accresciuto a dismisura la quantità di informazione a cui è possibile accedere e la rapidità con cui tale accesso viene effettuato, e ha dato a ogni utente la possibilità di diventare egli stesso fonte di informazione (per es., tramite i blog).
Insieme di tutte le tecnologie (ingl. Information Technology, IT, anche se a volte si preferisce usare l’acronimo ICT, Information and Communication Technologies) relative allo hardware dei computer, al software, alla creazione di reti e in genere a tutto ciò che riguarda il digitale. Questo termine rivela lo stretto legame esistente fra tecnologia delle informazioni e trasferimento dei dati. Le informazioni sono raccolte per essere poi comunicate e condivise. Le ICT sono state rese possibili dall’enorme progresso raggiunto dalle tecnologie informatiche, che ha permesso di costruire elaboratori sempre più potenti ed economici. Oltre che per la maggiore potenza di calcolo dei computer, la tecnologia delle informazioni si è sviluppata anche grazie all’elaborazione di software sempre più complessi, alla posa di grandi reti di telecomunicazioni su banda ottica e allo sviluppo della tecnologia wireless di trasferimento dei dati via onde elettromagnetiche.
Un Financial Management Information System (IFMIS) è un sistema di gestione integrata dell’informazione finanziaria; in generale, si riferisce all’uso di ICT nelle operazioni finanziarie quale supporto alle decisioni. Riguarda sia il settore pubblico sia quello privato.
La tecnologia delle informazioni ha modificato profondamente le modalità operative delle aziende, sia al loro interno sia all’esterno, propiziando l’apertura di nuovi mercati, la vendita di prodotti via internet attraverso l’e-commerce (➔) e le relazioni business-to-business (➔ business) tra imprese, con la creazione di piazze telematiche dove scambiarsi beni e servizi. Di conseguenza, sono mutati anche i criteri attraverso i quali si quantifica il valore di un’azienda, passando dalla valutazione basata su parametri come il fatturato o i mezzi di produzione a valori più intangibili, che riguardano il patrimonio di esperienza posseduto dall’azienda stessa o il database dei clienti contattati. Questa trasformazione rappresenta il paradigma della nuova economia (➔ new economy) nata grazie alle tecnologie: le informazioni sono una merce che vale, quantificabile, e che trae il suo valore dagli scambi e dalla circolazione. Sono sorte così nuove tecniche aziendali centrate sul valore dell’informazione, come per es. il data recovery, per il recupero dei dati persi, o il data mining, per la ricerca di quelle informazioni presenti in un’azienda ma non utilizzate o disperse.
Nel linguaggio della teoria dei giochi (➔ giochi, teoria dei), situazione in cui i decisori (giocatori) hanno piena conoscenza delle regole del gioco, comprese le mosse possibili per ciascun giocatore, e dei risultati derivanti per tutti i giocatori da ogni possibile combinazione di mosse.
Nei giochi dinamici (➔ giochi dinamici, teoria dei), situazione in cui gli agenti nel momento in cui devono prendere una decisione hanno piena conoscenza delle regole del gioco e delle mosse fatte fino a quel punto dagli altri giocatori. In condizioni di concorrenza perfetta, tutte le informazioni rilevanti sono incorporate nei prezzi; una situazione di perfetta informazione non richiede perciò la conoscenza delle azioni e delle funzioni di utilità degli altri agenti economici ma solo la conoscenza dei prezzi (price discovery). In definitiva, il ruolo del sistema dei prezzi è quello di aggregare in modo efficiente frammenti di informazione molto diffusa in una sintesi (in gergo statistico sufficiente), il prezzo appunto, che racchiude tutta l’informazione di cui gli agenti economici necessitano per prendere decisioni corrette. Tale impostazione, dovuta inizialmente a F.A. von Hayek (➔), è stata poi formalizzata, nel 1970, da E.F. Fama (➔), distinguendo vari tipi di efficienza informativa in questa aggregazione: in particolare, nell’efficienza forte i prezzi riflettono tutta l’informazione disponibile, sia pubblica sia privata, mentre in quella semiforte solo l’informazione pubblica.
Situazione in cui un agente economico possiede informazioni non note (nascoste) a una controparte (➔ anche asimmetria informativa). Talvolta, nelle situazioni dette di selezione avversa (➔), può essere conveniente utilizzare la possibilità di inviare segnali (signalling) per trasferire alla controparte queste informazioni. Altre volte, nelle situazioni di azzardo morale (➔), è invece l’agente non informato a intraprendere azioni che inducono la controparte a rivelare (screening), vantaggiosamente per ambedue, le proprie informazioni.