infiltrazione
Pratica terapeutica consistente nell’inoculazione di sostanze rivolte ad agire localmente. Largamente usate sono le i. di anestetici locali, per piccoli interventi chirurgici o, a scopo antalgico, in una determinata zona dell’apparato locomotore. L’i. di anestetico si può compiere anche per indurre il blocco della conduzione nervosa (anestesia tronculare per estrazioni dentarie, blocco novocainico del ganglio stellato, ecc.). Altri farmaci in uso nelle i. sono i cortisonici (nelle flogosi acute) ed altre sostanze fisiologiche, ad es. quelle atte a stimolare la crescita di tessuto cartilagineo neoformato nell’osteoartrosi. ● In patologia, l’accumulo o il deposito, nello spessore di un tessuto o nell’interno delle singole cellule, di elementi o materiali abnormi. Le i. più frequenti sono quelle infiammatorie (o infiltrati), tra le quali trovano particolare rilievo quelle tubercolari, le luetiche, le neoplastiche. L’i. neoplastica è legata strettamente ai caratteri particolari del tumore, che si dice appunto infiltrante quando si diffonde per continuità ai tessuti vicini modificandone la struttura.