INFIAMMAZIONE (XIX, p. 196)
Analisi patogenetica dei fenomeni della infiammazione. - Gli studî più recenti sulla sequenza e sul significato biologico generale dei fenomeni elementari che stanno alla base del processo flogistico hanno portato a interessanti constatazioni ed ipotesi che confermano il concetto non finalistico che si deve avere dell'infiammazione.
I fenomeni elementari, particolari dell'infiammazione acuta o comunque delle prime fasi di ogni infiammazione, consistono essenzialmente, e ordinandoli secondo una presunta sequenza temporale rispetto all'azione dello stimolo irritante, in: a) aumento della pressione nell'interno dei capillari ed aumento della loro permeabilità con la conseguenza di una fuoriuscita di liquido dalle pareti endoteliali; b) fissazione dell'agente irritante con circoscrizione del processo; c) migrazione di leucociti (diapedesi) dal sangue circolante ai tessuti infiammati con conseguente possibile fagocitosi.
L'iperemia attiva e l'aumento di pressione endocapillare possono essere spiegati come riflessi nervosi assonici dovuti alla causa irritante sulle pareti delle arteriole; si sa che nel punto dove ha agito maggiormente l'agente flogogeno, all'iperemia attiva succede una stasi o iperemia passiva. L'aumentata permeabilità capillare è un fenomeno molto più complesso; non è imputabile a liberazione di istamina (v. in questa App.) o non soltanto a questa, che se mai può spiegare i primi momenti della reazione vascolare flogistica, ma non il suo perdurare e il susseguirsi dei più complessi fenomeni. V. Menkin ha individuato negli essudati flogistici una sostanza cristallizzabile a tipo polipeptidico, da lui chiamata leucotassina e capace di determinare aumento della permeabilità capillare e diapedesi leucocitaria per attività chemiotattica positiva sui leucociti ematici. Tale leucotassina si libererebbe dai tessuti danneggiati dall'agente flogogeno e non sarebbe istamina. Ma altri hanno trovato che numerose altre sostanze di origine istogena possono avere quest'azione.
Con la fuoriuscita di liquido a vario contenuto proteico (ma in genere sempre alto) dai capillari nella zona di infiammazione, si viene a determinare anche la fissazione dell'agente irritante o flogogeno (che però non sempre si determina precocemente o in tempo utile alla circoscrizione del processo e della eventuale infezione). È questo un fenomeno legato alla facile flocculabilità, sulle superfici di corpi estranei (particolati o meno) delle globuline plasmatiche (v. anticorpi; antigene, in questa App.) in modo da formare complessi più pesanti facilmente precipitabili. Lo stravaso di proteine plasmatiche e la loro raccolta nel focolaio infiammatorio rappresenta, quindi, un ottimo e generale sistema di bloccaggio di sostanze eterogenee (corpuscolate o meno) atto ad impedire un loro rapido e indiscriminato riassorbimento per le vie linfatiche. A questo fenomeno sembra debbasi ricondurre l'altro, già da tempo noto, della facilità con cui sostanze eterogenee circolanti (antigeni varî, batterî, coloranti) si raccolgono e si fissano in tessuti che siano in qualche modo irritati e si trovino in uno stato flogistico. Materiali corpuscolari (batterî, granuli, ecc.) così modificati dalle proteine plasmatiche sono opsonizzati e quindi facilmente fagocitati dai leucociti (v. fagociti; fagocitosi; opsonine, in questa App.).
Un altro fattore da prendere in considerazione al fine di rendersi conto del diverso e complesso modo di essere delle più svariate infiammazioni è quello che condiziona genericamente la permeabilità dei tessuti. È questo un enzima detto ialuronidasi (mesomucinasi, secondo G. Favilli) capace di scindere l'acido ialuronico che costituisce una parte essenziale della mucina mesenchimale interstiziale alle fibrille collagene dei tessuti connettivi. La diffusibilità nei tessuti di corpi e sostanze estranee è aumentata da questo enzima (che abbassa notevolmente la viscosità della mucina) il quale è posseduto anche da alcune forme batteriche. D'altro canto si è osservato (G. Favilli, E. Ciaranfi) che minime azioni alteranti il normale modo di essere di una porzione di tessuto connettivo rendono meno attivo o inibiscono l'enzima mucinolitico successivamente introdottovi, constatazione che ha notevole importanza per l'interpretazione patogenetica dei fenomeni flogistici.
I leucociti accorsi nel focolaio infiammatorio rappresentano la risposta cellulare di prima emergenza. Possono in seguito essere sostituiti da altre cellule (in genere macrofagi tessutali). Questa sostituzione è stata messa in rapporto con un cambiamento del pH ambientale che interverrebbe nel tessuto in preda alla flogosi (V. Menkin). Si tratterebbe di uno spostamento verso l'acidità dovuto a disturbo del metabolismo glicidico.
Infiammazione sierosa. - R. Rössle e H. Eppinger hanno molto sviluppato lo studio di un particolare tipo di infiammazione: l'infiammazione ad essudato sieroso della compagine dei tessuti (non delle superficie mucose e sierose) la quale, secondo questi autori, è molto frequente e riportabile non solo alla presenza di microrganismi, ma anche a quella delle loro tossine e alla presenza di prodotti anormali derivanti da lesioni degli stessi tessuti organici. Tale infiammazione può essere molto diffusa in un organo e, se non si ha rapida e completa restitutio ad integrum della parte, può verificarsi la sostituzione dell'essudato con fibre collagene (connettivo) e conseguente sclerosi dell'organo. Le fibre collagene sarebbero una produzione extracellulare, ma tuttavia sempre dovuta ai fibroblasti che la determinerebbero anche a distanza dal loro corpo, fatto questo che è confermato sperimentalmente mediante le colture dei tessuti. La cosiddetta cirrosi epatica ed altre sclerosi di organi ed apparati sarebbero dovute a questo processo.
Infiammazione allergica. - Per infiammazione allergica (o iperergica, secondo Rössle) si intende quel processo flogistico prodotto dalla presenza di un antigene in un tessuto ipersensibilizzato. Il fenomeno di Arthus (v. allergia, in questa App. e nell'App. I, p. 87; anafilassi, in questa App. e in III, p. 74) ne è un esempio tipico. In genere questa forma flogistica, non del tutto indipendente dalla precedente, è caratterizzata da edema sieroso, essudato leucocitario eosinofilo, omogeneizzazione fibrinoide del connettivo. Ma questi caratteri non sono assolutamente patognomonici.
Bibl.: J. Hadfield e L. P. Garrov, Recent advances in Pathology, Londra 1947.