infermità (infermitade; infertade)
Nel senso generico di " malattia " fisica (che talvolta può riflettersi anche nella mente, provocandone l'infertade: Cv IV XV 17), in Vn XXIII 1 in alcuna parte de la mia persona mi giunse una dolorosa infermitade, onde io... soffersi... amarissima pena (cfr. Anche i §§ 11 e 16); Cv III IX 13 (due volte), IV XXIII 8. Altrove si parla di infertade de l'anima; che di troppo disio era passionata (III X 1).
Altra specie d'i. è quella che impedisce di attribuire alle cose il loro giusto valore, generando quindi una forma di " stoltezza " (Cv II X 10 dice Salomone ne lo Ecclesiaste [5, 12]: " E un'altra infermitade pessima vidi sotto lo sole, cioè ricchezze conservate in male del loro signore ", a danno del loro possessore); o quella che può identificarsi con un " traviamento ": IV XV 12 secondo la malizia de l'anima [" si tratta di malizia dell'anima, che fa impedimento all'operazione dell'intelletto ", Busnelli-Vandelli], tre orribili infermitadi ne la mente de li uomini ho vedute, cioè presunzione, pusillanimità, leggerezza e instabilità intellettuale. V. anche INFERMO.