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INFERMERIA

di Gaetano Minnucci - Enciclopedia Italiana (1933)
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INFERMERIA (fr. infirmerie, sp. enfermería, ingl. infirmary, ted. Krankenanstalt)

Gaetano Minnucci

È quell'ambiente, o insieme di locali, che si adibiscono alla cura e al soggiorno di persone ammalate. Essa fa parte di quei complessi edilizî che accolgono in vita comune grande quantità d'individui come collegi, caserme, conventi, prigioni, ecc., e dove necessita separare temporaneamente gli ammalati dalla collettività, tanto perché venga prestata agl'infermi migliore cura con l'eliminazione di contatti e reciproci disturbi fra individui sani e non sani, quanto perché la riunione dei diversi ammalati facilita l'organizzazione curativa, e come igiene e sorveglianza, e dal lato economico. Benché la moderna e razionale distribuzione d'ospedali diminuisca l'importanza delle infermerie, esse permangono necessarie negli edifici suddetti per i casi di leggiere malattie, e sono indispensabili negli stabilimenti di correzione e di pena.

L'infermeria deve trovarsi in posizione tranquilla e separata, per quanto possibile, dal resto dello stabilimento. Se questo consta di varî edifici, si preferisce destinarne uno completamente a parte all'infermeria. In ogni caso essa deve essere facilmente accessibile sia dall'interno, sia dall'esterno per le eventuali visite di familiari e parenti, per l'uscita o il trasporto d'infermi e per l'eventualità di casi letali.

In linea di massima per collegi e istituti d'educazione si prevede un letto per ogni 10-15 individui della collettività; per le caserme si adotta all'incirca lo stesso criterio, salvo che vi sia un ospedale militare nelle vicinanze, nel qual caso è sufficiente un letto ogni 30-40 uomini. Per le prigioni, oltre a una maggiore disponibilità, è necessario tenere presenti le speciali necessità di separazione e di sicurezza. È sempre da prevedere almeno una stanza d'isolamento per i casi di malattie contagiose.

A corredo dell'infermeria si trovano acconci locali per l'igiene, come almeno due bagni divisi, docce, latrine, ambienti per la disinfezione, ecc. Nel caso di grandi impianti si hanno anche cucine a sé, alloggi per infermieri e dottore, ecc. Per stabilimenti destinati a individui di ambo i sessi è ovvio che le infermerie debbono essere separate. Per le norme costruttive e igieniche valgono le stesse degli ospedali (v.).

Esistono anche infermerie per animali, soprattutto infermerie di cavalli annesse alle caserme di cavalleria, per le quali si ritengono necessarie tre o quattro scuderie indipendenti, ciascuna capace di 10-15 poste, anche con qualche posta separata. A questi impianti è spesso data maggiore importanza che alle infermerie di uomini, perché a differenza di queste non si possono appoggiare su appositi ospedali. Le dimensioni adottate sono: per malattie leggiere, misure uguali o poco maggiori di quelle delle scuderie normali (cioè ogni posta m. 1,80 e 2 per m. 3,20 e 3,50); per casi più gravi, stalle a una o due poste completamente divise con uno spazio circa doppio, con forte cubatura (da 45 a 60 mc.) e ampia ventilazione. In taluni casi infettivi è necessario costruire baracche-scuderie completamente isolate che dopo l'uso vengono distrutte con il fuoco, unico possibile disinfettante per certe malattie equine.

Vocabolario
infermerìa
infermeria infermerìa s. f. [der. di infermo]. – 1. a. Locale, o complesso di locali, che negli edifici per abitazione collettiva (collegi, conventi, ospizî, caserme, prigioni), o nelle navi, serve per ospitare temporaneamente gli infermi....
abbazìa
abbazia abbazìa (meno com. abazìa, ant. abbadìa o abadìa) s. f. [dal lat. tardo abbatīa, der. di abbas -atis «abate»; cfr. badia]. – 1. Comunità autonoma (sui iuris) di canonici regolari o monaci (ordinariamente, secondo la regola benedettina,...
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