induttanza
induttanza [Der. del fr. inductance, der. del part. pass. inductus del lat. inducere "indurre"] [EMG] (a) Grandezza che qualifica il comportamento di un circuito nei riguardi dei fenomeni di autoinduzione (i. propria) e di mutua induzione (i. mutua) elettromagnetica, generic. pari al rapporto tra un flusso d'induzione magnetica concatenato con un circuito e l'intensità di corrente elettrica che determina tale flusso (per le definizioni specifiche nei vari casi, v. oltre); unità di misura SI è l'henry (H). (b) Impropr., sinon. di induttore, come componente circuitale. ◆ [EMG] I. di dispersione: nel caso di due circuiti accoppiati magneticamente A e B (per es., primario e secondario di un trasformatore), è il rapporto tra il flusso d'induzione magnetica disperso, per es., di A (cioè la parte del flusso concatenato con A che non è concatenato anche con B) e l'intensità della corrente in A quando B è aperto. ◆ [EMG] I. differenziale: la derivata del flusso d'induzione magnetica concatenato con un circuito rispetto all'intensità della corrente. ◆ [EMG] I. di un componente circuitale: la parte dell'i. totale di un circuito che compete al componente considerato (resistore, condensatore, induttore, reoforo, linea o cavo, generatore); di difficile definizione generale (salvo, ma approssimativamente, per gli induttori), se ne possono dare definizioni operative: per es., immaginando d'inviare nel componente in esame una corrente periodica nel tempo e di misurarne la reattanza induttiva XL, avendosi poi L=XL/ω, con ω pulsazione della corrente (ciò viene fatto praticamente in alcuni induttanzimetri a ponte). ◆ [EMG] I. effettiva: per correnti alternate, v. induzione elettromagnetica: III 179 a. ◆ [EMG] I. incrementale: il rapporto tra incrementi finiti corrispondentisi del flusso d'induzione magnetica concatenato con un circuito e dell'intensità della corrente. ◆ [EMG] I. lineica: per configurazioni filiformi, l'i. a unità di lunghezza, definibile come il limite a cui tende il rapporto tra l'i. relativa a un elemento di circuito e la lunghezza dell'elemento quando quest'ultima è fatta tendere a zero; unità di misura SI è l'henry a metro (H/m). ◆ [EMG] I. mutua tra circuiti: anche coefficiente di mutua induzione, è, relativ. a due circuiti 1 e 2 accoppiati magneticamente fra loro, la grandezza M₁ per cui va moltiplicata l'intensità della corrente, per es., in 1 per avere il flusso d'induzione magnetica concatenato con 2, prodotto da 1, e viceversa (il ruolo dei due circuiti è indifferente: M₁=M₂); è indipendente dal regime della corrente, cioè è un vero e proprio coefficiente di proporzionalità, soltanto per strutture (circuiti e mezzi interposti) magneticamente lineari; unità di misura è la stessa dell'i. propria, cioè, tra le unità SI, l'henry (H): → induzione: I. elettromagnetica mutua. ◆ [EMG] I. propria di un circuito: anche autoinduttanza o coefficiente di autoinduzione o semplic. i., è la grandezza (indipendente dall'intensità della corrente per i circuiti lineari e allora vero e proprio coefficiente di proporzionalità) per cui va moltiplicata l'intensità della corrente in un circuito isolato per avere il flusso d'induzione magnetica autoconcatenato con il circuito medesimo; unità di misura SI è l'henry (H): v. magnetostatica nel vuoto: III 607 f. La tab. dà le formule semiempiriche da usarsi per il calcolo dell'i. totale L oppure lineica (cioè a unità di lunghezza) Ll di alcune configurazioni circuitali. ◆ [EMG] Campioni di i.: induttori la cui i. è calcolabile e nota con sufficiente precisione, usati spec. per misurazioni: v. induttanza, campioni di.