militare, industria
Industria basata sulla produzione di acciaio, di mezzi di trasporto (per terra, mare e aria) e di attrezzature per armamenti a scopi bellici, spesso volte alla distruzione dell’avversario e dei suoi beni (bombe, missili, cannoni, mitragliatrici). Lo sviluppo di tecnologie avanzate ha reso le guerre moderne sempre più dipendenti dalla loro applicazione, attivando una potente industria m., che rimane poi parzialmente in vita anche in tempi di pace, per assicurare la difesa delle nazioni a fronte di una eventuale ripresa dei conflitti e di attacchi terroristici. Con l’avvento del nucleare, la potenza distruttrice delle bombe è diventata tale da mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’intera umanità, imponendo una svolta ai conflitti, che possono oggi utilizzare unicamente le armi definite ‘convenzionali’ (ossia non nucleari) e avere solo ricadute locali. Tuttavia, le armi nucleari vengono ancora detenute, come deterrenti, ma solo dalle grandi potenze, molto attente a evitare che ne possano disporre altri Stati, ritenuti meno responsabili nel loro stoccaggio ed eventuale uso. Oggi l’industria. m. impiega sofisticati sistemi elettronici di controllo del territorio, anche con l’utilizzo di satelliti e di aerei senza pilota (droni), ma resta vulnerabile ad attacchi terroristici che fanno leva sul sacrificio umano (kamikaze).