Montanelli, Indro
Giornalista italiano, nato a Fucecchio (Firenze) il 22 aprile 1909 e morto a Milano il 22 luglio 2001. Laureatosi in giurisprudenza a Firenze, nel 1932 iniziò la sua attività di giornalista collaborando con Il Selvaggio (di M. Maccari) e poi con L'universale (di B. Ricci); fu giornalista di cronaca nera a Parigi per il Paris-Soir (1934), corrispondente in Norvegia e in Canada e, negli Stati Uniti, fu assunto dall'agenzia di stampa United Press. Inizialmente sostenitore degli ideali fascisti (in Abissinia fu capo di un battaglione di truppe indigene), assunse in seguito una posizione critica nei confronti del regime che gli costò l'esclusione dall'albo dei giornalisti. Accettò un posto di lettore di italiano a Tartu (Estonia) e, successivamente, fu direttore dell'Istituto italiano di cultura a Tallinn.
Ritornato in Italia, fu assunto dal Corriere della sera (1938), e svolse l'attività di reporter in diversi Paesi dell'Europa. Nel 1943, dopo il crollo del regime fascista, si unì al movimento partigiano Giustizia e libertà; incarcerato e condannato a morte dai tedeschi, tornò in libertà per intercessione del cardinale I. Schuster, arcivescovo di Milano. Continuò a collaborare per il Corriere della sera che abbandonò solo nel 1973, insieme con altri collaboratori della testata, per fondare, nel 1974, Il Giornale nuovo (dal 1983, Il Giornale). Intransigente e anticonformista, dichiaratamente avverso al comunismo e fautore di una destra ideale, egli continuò a dare espressione alla sua posizione 'anarcoconservatrice', come egli stesso la definiva.
Nel 1977 M. rimase vittima di un attentato delle Brigate rosse (fu 'gambizzato' perché 'schiavo delle multinazionali'). Nello stesso anno, per sanare una crisi di bilancio del suo giornale, accettò un finanziamento da parte di S. Berlusconi, che della testata divenne l'editore. I dissidi che seguirono all'entrata in politica di Berlusconi (1994), nei confronti del quale avrebbe assunto, negli anni seguenti, posizioni fortemente critiche, lo indussero ad abbandonare il quotidiano da lui fondato, che passò sotto la direzione di V. Feltri. Insieme con i suoi collaboratori, M. diede vita a un nuovo quotidiano che, in omaggio alla storica rivista di G. Prezzolini, denominò La voce. Nonostante il successo iniziale, tuttavia, il giornale non ebbe fortuna e nell'aprile 1995 fu chiuso. M. tornò allora a scrivere per il Corriere della sera.
Vasta fu la sua produzione letteraria che comprende scritti di memoria e testimonianza (Guerra e pace in Africa orientale, 1937; I cento giorni della Finlandia, 1940), raccolte di pagine giornalistiche (Pantheon minore, 1950; Gli incontri, 1961; Il meglio di Controcorrente, 1993) e un'assai popolare Storia d'Italia in molti volumi e varie edizioni (in collab. con R. Gervaso e M. Cervi, ultima ed., 12 voll., 2003-04), che include la precedente Storia di Roma e giunge a coprire gli avvenimenti fino al 1997. M. scrisse inoltre racconti, tra cui il notevole Il generale Della Rovere (1959) che ispirò l'omonimo film di R. Rossellini, e testi drammatici, riuniti in un volume di Teatro (1962). Quasi un'autobiografia è il volume di conversazioni con T. Abate pubblicato con il titolo Soltanto un giornalista (post., 2002).
bibliografia
M. Staglieno, Novant'anni controcorrente, Milano, 2001, 20022; S. Gerbi, R. Liucci, Lo stregone. La prima vita di Indro Montanelli, Torino 2006.