indizione
L'i. è un elemento complementare, ma importante, della cronologia medievale: può essere definita come un ciclo - serie di anni al termine della quale ritornano le stesse designazioni cronologiche - di 15 anni, progressivamente numerati da 1 a 15 per ogni ciclo medesimo.
L'inizio di uno di questi cicli, secondo la comune credenza, avrebbe avuto luogo nel terzo anno a.C.: in tal modo il principio del ciclo indizionale più vicino all'era cristiana deve essere anticipato di tre anni rispetto a quest'ultima. Questa constatazione permette di trovare, con semplici operazioni aritmetiche (aggiungere 3 al numero degli anni di Cristo e dividere poi la somma per 15: il quoziente indicherà il totale dei cicli trascorsi, mentre il resto darà la cifra dell'anno indizionale del ciclo in corso), l'i. corrispondente a un anno qualsiasi dell'era cristiana: ma nella pratica è consigliabile ricorrere ai comuni manuali di cronologia o ai calendari perpetui.
Il particolarismo medievale ha fatto uso di diversi tipi d'i.; questi i più conosciuti e i più adoperati in Occidente:
1. indizione greca (o bizantina): s'inizia col 10 settembre e quindi coincide col principio dell'anno secondo lo stile greco; è il tipo più antico e fu di uso generale a Bisanzio; fu diffusa anche in molte altre zone, tra cui l'Italia meridionale;
2. indizione senese: comincia l'8 settembre; ebbe una diffusione limitata al solo territorio senese;
3. indizione bedana: s'inizia il 24 settembre e fu una delle più conosciute nell'Europa occidentale; fu usata in Germania, negli stati sabaudi, a Piacenza, a Firenze e in altri luoghi;
4. indizione bedana genovese: principia il 24 settembre, ma è in ritardo di un anno rispetto alla vera bedana; fu adoperata solo a Genova e nel suo territorio;
5. indizione romana (o pontificale): s'inizia il 25 dicembre e quindi coincide con la datazione a nativitate. Si trova in uso in epoca molto antica (almeno dal sesto secolo) e la cancelleria pontificia l'adoperò dal 1088: fu inoltre usata a Bologna, Parma, nel ducato di Savoia e in altri luoghi.
La parola è usata da D. in Vn XXIX 1, in una perifrasi con cui viene indicato l'anno (il 1290) della morte di Beatrice, che si partio in quello anno della nostra indizione, cioè de li anni Domini, in cui lo perfetto numero nove volte era compiuto in quello centinaio nel quale in questo mondo ella fue posta, ed ella fue de li cristiani del terzodecimo centinaio.
Bibl. - M. Del Piazzo, Manuale di cronologia, in Fonti e studi del Corpus membranarum Italicarum, IV, Roma 1969, 9-12, 51-65.