INCUNABULO (dal lat. incunabŭla "fasce di bambini", "culla"; fr. incunable; sp. incunable; ted. Wiegendruck; ingl. incunabulum)
Si dà il nome d'incunabuli ai primi prodotti dell'arte tipografica, e particolarmente a quelli stampati prima della fine dell'anno 1500: in pratica, a quelli stampati prima del 25 marzo 1501, poiché a questa data ebbe inizio, quasi dappertutto, l'anno primo del sec. XVI.
La parola incunabulo, spesso sostituita da altre come paleotipo, quattrocentina (edizione), o early printed book, fu adoperata la prima volta, a quanto sembra, da Cornelius Van Beughem, nel suo repertorio intitolato Incunabula typographiae (Amsterdam 1688). Un attento esame dei libri del sec. XV permette di constatare i graduali progressi della tipografia, benché già sin dal 1455 la Bibbia di Gutenberg (v.) e Fust ci mostri l'arte tipografica nel pieno possesso dei proprî mezzi. I primi libri, per es. quelli anteriori al 1470, non hanno ancora numerazione di fogli, né segnature, né titoli correnti, né pagine di titolo (frontespizio): perfezionamenti che l'uso a poco a poco introdusse. La storia di tali perfezionamenti particolari è specialmente importante per lo studio dello sviluppo dell'arte tipografica.
Dal sec. XVIII in poi gl'incunabuli sono stati considerati come i tesori più preziosi delle grandi biblioteche. Ne sono stati contati (approssimativamente): 7000 alla Vaticana, 16.000 alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, 11.000 al British Museum di Londra, circa altrettanti alla Bibliothèque Nationale di Parigi, 7000 alla Huntington Library (California) e 5000 alla Library of Congress di Washington. Se invece del numero si considerasse soltanto la qualità, occorrerebbe porre ai primissimi posti la Pierpont Morgan Library di New York e la John Rylands Library di Manchester. Quest'ultima comprende i bellissimi esemplari di Lord Spencer. Le biblioteche governative d'Italia possiedono cumulativamente circa 35.000 incunabuli, ma molti altri sono conservati in quelle comunali e private. Presso la Bibl. Naz. Centrale Vittorio Emanuele di Roma è in corso di lavoro la schedatura degl'incunabuli posseduti da tutte le biblioteche italiane; attualmente le schede raccolte descrivono oltre 50.000 incunabuli.
Se l'incunabulo è un oggetto di collezione, è ancor più un oggetto di studio; la storia dell'invenzione e dei primordî della tipografia si ricollega a uno dei periodi più importanti dell'evoluzione dello spirito umano: l'epoca della rinascita degli studî classici, della riforma religiosa e delle grandi scoperte geografiche. Per mezzo degl'incunabuli si son diffusi per il mondo, tra il 1450 e il 1500, tutti i grandi testi su cui è tuttora fondata la nostra civiltà: la Bibbia latina, che fu il primo grande libro impresso dal Gutenberg nel 1455, a cui seguirono le Bibbie in volgare, italiana, francese e tedesca; le liturgie, opere artistiche e pietistiche a un tempo; la teologia e il diritto canonico, per cui si empirono di magnifici in-folio le biblioteche d'innumerevoli monasteri; i classici latini e greci, che rivelarono al mondo nuovo tutto l'universo antico; i grandi poeti italiani, francesi, tedeschi, inglesi; infine gli storici e i geografi, da Tito Livio e Tolomeo sino alle lettere di Colombo. Non vi è dunque da stupirsi se dalla fine del sec. XVII in poi, amatori, bibliotecarî e bibliografi si siano dedicati a riunire e a descrivere tutti gl'incunabuli che trovavano. Per due secoli si attese un inventario completo della tipografia del sec. XV; e oggi soltanto la lacuna comincia a venir colmata.
Continuatore di Cornelius van Beughem fu Michael Maittaire, i cui Annales typographici (L'Aia, Londra, Vienna 1719-1789, compreso il Supplementum a cura di M. Denis) furono utilissimi all'epoca loro. Alla disposizione cronologica adottata dal Mattaire, Georg Wolfgang Panzer sostituì quella per tipografi, negli undici volumi dei suoi Annales (Norimberga 1793-1803), dove son descritti sommariamente tutti i libri anteriori al 1536.
Il Repertorium bibliographicum (Stoccarda e Parigi 1826-1838; ristampa anastatica, Berlino 1925) di Ludwig Hain, con i suoi sedicimila titoli classificati in ordine alfabetico per autori, è oggi ancora la sola bibliografia generale degl'incunabuli. Fondato sull'esame diretto di quelli conservati nella biblioteca di Monaco di Baviera, questo prezioso repertorio si distingue dai precedenti per la concisione e l'esattezza. Lo si completa con i supplementi di W. A. Copinger (Supplement to Hain's Repertorium, Londra 1895-1902) e di D. Reichling (Appendices ad Hainii-Copingerii Repertorium, Monaco 1908-1914), i quali vi aggiunsero circa diecimila articoli nuovi, con preziosi indici classificati per stampatori.
Lo studio scientifico degl'incunabuli, fondato sull'esame minuzioso della forma dei caratteri, si ebbe nella seconda metà del sec. XIX. Le ricerche preliminari di J. W. Holtrop, A. Claudin, H. Bradshaw, W. Blades - per non citar che qualcuno fra i tanti - approdarono a risultati felici e numerosi, che si trovano riuniti con ammirevole esattezza nell'Index to the early printed books (Londra 1898-1906) che Robert Proctor redasse per gl'incunabuli del British Museum e della Bodleian Library; poi nel Typenrepertorium der Wiegendrucke di K. Haebler (Lipsia e Halle 1905-1924), nella ricca serie di facsimili pubblicata nelle Veröffentlichungen der Gesellschaft fiir Typenkunde des XV Jahrhunderts (Lipsia 1907 segg.) e infine nell'opera definitiva, il monumentale Gesamtkatalog der Wiegendrucke (Lipsia 1925 segg.), edito a cura di un'apposita commissione, i cui primi cinque volumi sinora pubblicati contengono già la descrizione di 5831 incunabuli, registrati con una ricchezza di particolari e un'accuratezza scientifica che fanno di quest'opera una delle più considerevoli della cultura contemporanea.
Accanto a tali opere generali, occorrerebbe citare molti altri lavori specifici, dedicati a collezioni di biblioteche, come il Catalogue général des incunables des Bibliothèques publiques de France, redatto da M. Pellechet e L. Polain (Parigi 1897-1909, voll. 3, non va oltre a Gregorius Magnus), o il grande Catalogue of Books printed in the fifteenth century del British Museum (Londra 1908-1930, voll. 6, cont.); o a una sola opera, come gli Incunabula biblica di W. A. Copinger (Londra 1892); o a un paese, come l'Histoire de l'imprimerie en France au XVe siècle di A. Claudin (Parigi 1900-1914) o la Bibliografía ibérica del siglo XV di K. Haebler (L'Aia e Lipsia 1903-1917); o a una sola città, come i Livres à figures vénitiens del principe d'Essling (Parigi-Firenze 1907-1914); o a un solo stampatore, come The Life and Typography of W. Caxton di W. Blades (Londra 1861-65) o l'Antoine Vérard di J. Macfarlane (Londra 1900). Non esiste ancora una bibliografia definitiva dei libri e degli scritti relativi agl'incunabuli. V. tipografia: Storia.
Bibl.: Oltre le opere citate sopra, v. principalmente: S. L. Sotheby, The Typography of the fifteenth century: being specimens of the early Continental Printers, exemplified in a collection of Facsimiles from 100 works together w. their water-marks, Londra 1845; M. Schwab, Les incunables orientaux, Parigi 1883; R. C. Hawkins, Titles of the first books from the earliest Presses established in different Cities, Towns, and Monasteries in Europe before the end of the 15th Century, Londra 1884, con 26 tavv.; E. Gordon Duff, Early printed books, Londra 1893; K. Burget, The Printers and Publishers of the fifteenth century with list of their works, Londra 1902 (è l'indice, ordinato alfabeticam. per nomi di tipografi, delle opere di Hain, Copinger e altri autori); id., Supplement zu Hain und Panzer: Beiträge zur Inkunabel-Bibliographie, Lipsia 1908; P. Heitz e K. Haebler, 100 Kalender Inkunabeln, Strasburgo 1905; R. A. Peddie, Conspectus incunabulorum: an index catalogue of fifteenth century books, Londra 1910-1914 (fino alla lettera G); S. de Ricci, Catalogue raisonné des premières impressions de Mayence (1445-67), Magonza 1911; G. P. Winship, Census of fifteenth century books owned in America, New York 1919; A. Freimann, Thesaurus Typographiae hebraicae saeculi XV, Berlino 1924; K. Haebler, Handbuch der Inkunabelkunde, Lipsia 1925; H. Bohatta, Einführung in die Buchkunde, Vienna 1927; K. Haebler, Der deutsche, italienische, westeuropäische Wiegendruck in Original-Typenbeispielen, Vienna 1927-1928, voll. 3; E. Consentius, Die Typen der Inkunabelzeit, Berlino 1929; T. Accurti, Editiones saeculi XV pleraeque bibliographis ignotae, Firenze 1930 (con aggiunte e correzioni ai primi 4 voll. del Gesamtkatalog); G. Schneider, Handbuch der Bibliographie, 4ª ed., Lipsia 1930, pp. 85-103; M. Sander, Manuale dei prezzi degli incunabuli, Milano 1930; Handbuch der Bibliothekswissenschaft, a cura di F. Milkau, Lipsia 1931, p. 332 segg.; O. Leuze, Zehn Jahre Makulaturforschung in der Inkunabelsammlung der Würt. Landesbibl. in Stuttgart, in Zentralbl. f. Bibliotheksw., XLVIII (1931); M. Bingham Stillwell, Incunabula and Americana 1450-1800, New York 1931. Per l'Italia, cataloghi, indici e studî sugli incunabuli sono indicati in G. Ottino e G. Fumagalli, Bibliotheca bibliographica italica, Roma-Torino 1889-1902, s. v. Ricorderemo fra i primi apparsi il catalogo degl'incunabuli della Bibl. Casanatense di Roma, compilato dall'Audiffredi, Roma 1761-1788, voll. 5 in fol. (solo fino alla lettera I), e quello della Bibl. Nazionale di Napoli compilato da De Licteriis, Napoli 1817, voll. 4 in folio; fra gli ultimi, il catalogo del ricco fondo della Bibl. Estense, di D. Fava, Modena 1928.