INCORONATA
Bassa collina situata sulla riva destra del fiume Basento, 5 km c.a a O di Metaponto, dal 1971 oggetto di scavi sistematici. A partire dal IX, ma soprattutto nel corso dell'VIII sec. a.C., la collina dell'I. fu sede di uno dei tanti villaggi della prima Età del Ferro situati lungo la fascia costiera della Siritide e del Metapontino e abitati, secondo le fonti, dalla tribù enotria dei Chones. Verso il 700-690 a.C. a questo abitato indigeno si sovrappose un insediamento greco, probabilmente un centro emporico di genti ioniche, che fu, a sua volta, radicalmente distrutto verso il 640 a.C., poco dopo la fondazione delle nuove pòleis coloniali di Siris e Metaponto.
Del villaggio indigeno non restano che scarse tracce dei livelli abitativi (qualche resto di focolare o di pavimento in ciottoli); una ricca documentazione è invece offerta dal contenuto delle 34 fosse di scarico finora scavate. Le ossa di animali (per lo più bovini e suini), i resti di grano, la presenza di falcetti di ferro, i numerosi pesi da telaio e fuseruole documentano un'economia basata sull'agricoltura, l'allevamento del bestiame, la tessitura. Abbondante e variata è la produzione ceramica: dai vasi di impasto (fine e comune) alla ceramica depurata, acroma e dipinta. Per buona parte dell'VIII sec. a.C. prevale la ceramica con decorazione monocroma (bruna o nerastra) caratterizzata dal tipico motivo «a tenda» della produzione enotria. Verso la fine dell'VIII sec. a.C. la ceramica indigena dell'I. è fortemente influenzata dalla produzione iapigia del vicino Salento che trasmette anche motivi della ceramica greca tardogeometrica. Ai motivi «a tenda» si uniscono ora, con grande effetto decorativo, svastiche, croci di Malta, rombi quadrettati, clessidre, motivi antropomorfi o animali stilizzati. L'adozione del rosso introduce la decorazione bicroma che sembra contrassegnare il momento finale di questo abitato. La scoperta, in fosse della metà dell'VIII sec. a.C., di frammenti di vasi corinzi del Geometrico Medio, documenta, anche per il villaggio indigeno dell'I., quei contatti precoloniali con il mondo greco che caratterizzano gli insediamenti indigeni del Salento (Otranto, Cavallino).
Nei primi anni del VII sec. a.C. questo villaggio indigeno fu praticamente cancellato da un insediamento greco caratterizzato da piccole case a forma di semplice òikos rettangolare con muretti di fondazione in pietra e un alzato in mattoni crudi che sosteneva il tetto di paglia pressata. Le quattordici case finora scavate misurano da un minimo di m 2,30 x 3,30 a un massimo di m 3 x 4; quattro case presentano un incasso più o meno profondo (da 0,30 a 0,80 m). Tutte mostrano i segni di una violenta distruzione e avevano il fondo letteralmente ricoperto di vasi di ogni tipo, dalle anfore commerciali corinzie, attiche, laconiche, rodie e greco-orientali, ai vasi dipinti di fabbrica coloniale o di importazione. In questi contesti i vasetti protocorinzî permettono di datare la distruzione dell'insediamento intorno al 640 a.C. Questa concentrazione di materiali di diversa provenienza all'interno degli òikoi e i caratteri ionici di un'iscrizione graffita su una coppa, indicano che l'insediamento dell'I, era probabilmente un centro di raccolta, fabbricazione e smistamento di merci controllato da mercanti ionici e rivolto alle popolazioni indigene dell'immediato retroterra.
Un insediamento analogo esisteva con ogni verosimiglianza più a S, sulla collina dell'attuale Policoro, prima della fondazione di Siris-Polieion. Proprio la distruzione e l'abbandono di questi centri segna il passaggio della Siritide dalla fase «protocoloniale» a quella coloniale. L'insediamento dell'I., in particolare, fu probabilmente distrutto dagli Achei poco dopo la fondazione di Metaponto. Altro elemento che caratterizza la fase greca dell'I, sono le grandi fosse di scarico presenti nell'abitato, lunghe da 3 a 5 m e profonde fino a m 1,30, aperte in momenti diversi della vita dell'abitato. Le più antiche contengono, oltre ad abbondanti resti del precedente villaggio indigeno, ceramica greca protocorinzia e greco-orientale che può essere datata verso il 700-690 a.C. e che indica il momento iniziale dell'insediamento greco.Particolarmente importante, tra i materiali ammassati nelle abitazioni distrutte, è la produzione fittile di fabbrica locale. Sono presenti diverse classi di ceramica dipinta - che riproducono, in modo eclettico, motivi geometrici e figurati dell'Orientalizzante greco. Significativa è la classe dei dìnoi figurati, caratterizzati da un tipico motivo «a vela» ai lati dei falsi manici ad anello e presenti sia all'I, sia a Siris-Policoro. Predomina su questi dìnoi il tema dei cavalli contrapposti derivati dall'iconografia cicladica; l'influenza protoattica è invece evidente in un dìnos recentemente scoperto, con la raffigurazione della lotta tra Bellerofonte e la Chimera sul lato principale.
Altra classe tipica dell'I, è quella dei vasi globulari, simili a grossi arỳballoi, con decorazione lineare: un nuovo esemplare presenta tuttavia una ricca decorazione figurata e fitomorfa, con grifoni, leoni, un cacciatore e un fastoso intreccio di palmette. Altra categoria è quella dei grandi crateri o stàmnoi con decorazione subgeometrica, molto vicini, per forma e decorazione, ai crateri argivo-siracusani della produzione del Fusco. Altra singolare classe ceramica, per ora senza confronto, è quella dei vasi di impasto buccheroide, per lo più coppe e kàntharoi, che sembrano collegarsi, per la tecnica di fabbricazione, a una possibile origine nord-ionica dei Greci dell'Incoronata.
I prodotti di lusso più significativi sono tuttavia i grandi perirrhantèria con decorazione a rilievo la cui produzione locale è provata anche dalla scoperta di un frammento di matrice. L'esemplare più noto e significativo è il perirrhantèrion rinvenuto nella casa del saggio G, alto m 0,78 e interamente decorato a rilievo con scene epico-mitiche quali Eracle e il Centauro, Menelao che minaccia Elena (?), la lotta tra Peleo e Atalanta, le Gorgoni in fuga, la battaglia sul corpo di un caduto, coppie di divinità su bighe con cavalli alati.
Questa varietà e la ricchezza di produzione artigianale sottolineano l'importanza delle scoperte dell'I, che, sul piano storico, sembrano documentare tre momenti fondamentali delle vicende della Siritide: 1) la fase «precoloniale» caratterizzata dalla presenza di ceramica greca geometrica nel contesto indigeno dell'VIII sec. a.C.; 2) la fase emporica o «protocoloniale» rappresentata dall'insediamento greco nella prima metà del VII sec. a.C.; 3) l'inizio della fase coloniale che determina la distruzione violenta dell'insediamento emporico in concomitanza con la fondazione delle nuove pòleis di Siris-Polieion e Metaponto a opera dei Colofoni e degli Achei.
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