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Sotto l'aspetto formale, la preposizione è presente in D. sia nella sua forma semplice in - aferetica ('n) dopo e, che, ché e altre preposizioni, pronomi, congiunzioni desinenti in vocale (anco, entro, io, se, sì, ecc.) - sia nella forma derivata ne seguita da articolo o fusa con questo (almeno a quel che risulta dalle edizioni di cui disponiamo); più analiticamente, nella Vita Nuova troviamo nel, nei e ne', ma divisi ne l', ne la, ne le, ne li, ne lo; nelle Rime si hanno in più negli (ma anche ne gli), nell' e nella; nel Convivio, le forme articolate fuse sono nel, ne' (e un esempio isolato di nella); nella Commedia, s'incontrano nel, ne' e due soli esempi di nei (Pg XXIV 122, Pd XXIII 114); nel Fiore le forme articolate sono costantemente in grafia unita nel, nell', nella, nello, per cui mancano del tutto attestazioni di ne, e questo non solo nell'edizione Parodi ma anche nel manoscritto; nel Detto, infine, alle occorrenze di in e 'n si aggiungono soltanto un esempio di nel e due di nella. Non si trovano mai in D. esempi di ‛ in del ' o di ‛ in nel ', che nel Trecento erano limitati alla Toscana occidentale, cioè Lucca e Pisa (la seconda delle due forme penetrerà più tardi, nel sec. XV, anche a Firenze); s'incontrano invece, per quanto non frequenti, i gruppi in la (Rime LVIII 6 dentro in la mia mente; XC 17 come raggio in la stella; If XIII 97 Cade in la selva; XV 49 Là sù di sopra, in la vita serena; Pg VI 92 lasciar seder Cesare in la sella), in l' (Vn XXXI 10 15 Ita n'è Beatrice in l'alto cielo) e in li (Pd VIII 27 lasciando il giro / pria cominciato in li alti Serafini). Merita rilievo, inoltre, l'assenza dell'articolo davanti a ‛ quale ' relativo, in Vn XXXIX 1 in simile etade in quale io prima la vidi, per quanto il fatto riguardi più il relativo che la preposizione.
Sotto l'aspetto semantico e sintattico, le relazioni espresse da ‛ in ' sono in genere quelle ereditate dalla preposizione latina e che saranno poi banalizzate nella nostra lingua, con una varietà e molteplicità di usi di cui un parziale esempio può essere offerto dal seguente passo del Convivio (II XIII 22), che nell'ambito di un solo periodo riunisce ben sei occorrenze di diversa struttura e significato: E Seneca dice però, che ne la morte d'Augusto imperadore vide in alto una palla di fuoco; e in Fiorenza, nel principio de la sua destruzione, veduta fu ne l'aere, in figura d'una croce, grande quantità di questi vapori.
La varietà delle accezioni non è sempre inerente alla preposizione stessa; in molti casi, l'accezione è in stretto legame con il particolare significato del verbo reggente. Per alcuni passi di dubbia o plurima interpretazione, si fa rinvio generico alle voci più significative (così per If IV 148 La sesta compagnia in due si scema, dove i commentatori sono divisi fra " si riduce a due ", " si riduce di due ", e " si divide in due [parti] ", sarà da vedere sotto SCEMARE).
1. In dipendenza da verbi di stato, o da locuzioni, aggettivi che includono idea di stato, serve a esprimere il concetto che una persona, una cosa, un fatto è presente in un luogo, ne fa parte, si manifesta in esso; più che un rapporto singolo, è questo un complesso di rapporti, che danno in genere risposta alla domanda ‛ dove? '.
Con riferimento a luogo materiale o materialmente concepito: Vn XXIV 1 avvenne uno die che, sedendo io pensoso in alcuna parte, ed io mi sentio...; Cv I IV 11 ciascuno profeta è meno onorato ne la sua patria; III III 8 questa battaglia fu in Africa; IV XXV 5 li antichi regi ne le loro magioni faceano magnifici lavorii; If II 2 l'aere bruno / toglieva li animai che sono in terra / da le fatiche loro; V 47 i gru van cantando lor lai, / faccendo in aere di sé lunga riga; XV 67 Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; XVII 25 Nel vano tutta sua coda guizzava; XIX 11 O somma sapïenza, quanta è l'arte / che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo; XXI 49 qui si nuota altrimenti che nel Serchio; XIII 14 e 15 Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa / coi santi, e in taverna coi ghiottoni; XXXII 125 io vidi due ghiacciati in una buca; Pg XI 1 O Padre nostro, che ne' cieli stai; e inoltre Vn III 1, Cv I III 4, III VII 5, If I 119 e 127, VII 11, Pg III 128, Pd XV 108, ecc.
Il complemento è frequente in citazioni e richiami che D. fa di opere proprie o altrui o di loro suddivisioni: Per Ovidio parla Amore... ne lo principio de lo libro c'ha nome Libro di Remedio d'Amore (Vn XXV 9); Di questo si parlerà altrove più compiutamente in uno libello ch'io intendo di fare, Dio concedente, di Volgare Eloquenza (Cv I V 10); si legge ne le storie d'Ercule, e ne l'Ovidio Maggiore e in Lucano e in altri poeti, che... (III III 7); e specialmente nel modulo così a noi familiare delle razons della Vita Nuova: Questo sonetto ha tre parti: ne la prima dico tra che gente questa donna più mirabile parea; ne la seconda dico sì come era graziosa la sua compagnia; ne la terza dico... (XXVI 14).
Minore concretezza ha il rapporto locativo se la preposizione è riferita a persona, al suo aspetto: mi parea andare per vedere lo corpo ne lo quale era stata quella nobilissima e beata anima (Vn XXIII 8); In te misericordia, in te pietate, / in te magnificenza, in te s'aduna / quantunque in creatura è di bontate (Pd XXXIII 19 e 20); Genti v'eran con occhi tardi e gravi, / di grande autorità ne' lor sembianti (If IV 113); ma si precisa ancora se costituisce sintagma con nomi di parti del corpo: Vn III 12, 10 Allegro mi sembrava Amor tenendo / meo core in mano, e ne le braccia avea / madonna (si veda anche III 4, 5, 6 e 7, e If IV 86); Vn XIV 4 mi parve sentire uno mirabile tremore incominciare nel mio petto da la sinistra parte; XIX 12 55 Voi le vedete Amor pinto nel viso; XXI 2 1 Ne li occhi porta la mia donna Amore; Cv I XI 21 lo quale [volgare], s'è vile in alcuna [cosa], non è se non in quanto elli suona ne la bocca meretrice di questi adulteri; If VII 125 Quest'inno si gorgoglian ne la strozza: sono gli accidiosi fitti nel limo della palude Stigia.
Altre volte istituisce rapporto fra una qualità, una condizione e una persona o cosa: Cv I XII 8 è da sapere che ogni bontade propria in alcuna cosa, è amabile in quella: sì come ne la maschiezza essere ben barbuto, e nella femminezza essere ben pulita di barba in tutta la faccia; sì come nel bracco bene odorare, e sì come nel veltro ben correre; III XV 3 Questo piacere in altra cosa di qua giù essere non può, se non nel guardare in questi occhi e in questo riso.
In unione con parole denotanti posizione o situazione, forma un sintagma locativo che regge a sua volta un altro complemento: Pd XI 101 ne la presenza del Soldan superba / predicò Cristo (e cfr. XXVII 24; Cv IV XXV 8); Pg XXIII 98 Tempo futuro m'è già nel cospetto (e con verbo di moto: Vn III 10 2 A ciascun'alma presa e gentil core / nel cui cospetto ven lo dir presente); Pg VI 121 preparazion che ne l'abisso / del tuo consiglio fai, apostrofe rivolta a Dio; If XX 74 Ivi convien che tutto quanto caschi / ciò che 'n grembo a Benaco star non può; e Pg V 75 li profondi fòri / ond'uscì 'l sangue... / fatti mi fuoro in grembo a li Antenori.
Da notare, con ‛ luogo ' e ‛ parte ', l'assenza dell'articolo indeterminato: Vn XXII 4 io era in luogo onde se ne giano la maggiore parte di quelle donne; V 1 questa gentilissima sedea in parte ove s'udiano parole de la regina de la gloria; e ancora Rime CIII 28, CIV 28.
1.1. Con valore più propriamente di " dentro ", indica posizione nell'interno di qualche cosa (materiale o immateriale): conviene... uno prencipe avere; lo quale... li regi tegna contenti ne li termini de li regni (Cv IV IV 4); l'infamïa di Creti... / che fu concetta ne la falsa vacca (If XII 13), il Minotauro; O Segnor mio, quando sarò io lieto / a veder la vendetta che, nascosa, / fa dolce l'ira tua nel tuo secreto? (Pg XX 96).
Anche, con un unico esempio, " tra ", " nel numero di ", in un particolarissimo stilema di Fiore LIX 5 Una nel cento non fu mai veduta / ... femina cu' piacesse tal disdetto.
Rafforzato con ‛ dentro ', ‛ entro ': Rime LVIII 6 Tu, Violetta... / foco mettesti dentro in la mia mente /col tuo piacer ch'io vidi; LXVII 7 sento contro mia voglia / raccoglier l'aire del senzza' sospiro / entro 'n quel cor che i belli occhi feriro (e, in senso più temporale che locale, Vn XXXIV 8 3).
1.2. Il rapporto locale può precisarsi nella posizione di " su ", " sopra ": mi torrei dormire in petra / tutto il mio tempo (Rime CI 34); Quali fioretti... / si drizzan tutti aperti in loro stelo (If II 129); Ahi gente che dovresti esser devota, / e lasciar seder Cesare in la sella (Pg VI 92); rapporto espresso anche con la locuzione ‛ in cima di ': Due donne in cima de la mente mia / venute sono a ragionar d'amore (Rime LXXXVI 1). Il luogo può essere una parte del corpo: Pg XII 128 Allor fec'io come color che vanno / con cosa in capo non da lor saputa (con formula meno usuale, in Rime LXXII 10 e nel suo capo portava un cappello); Pd VIII 64 Fulgeami già in fronte la corona / di quella terra.
1.3. In locuzioni formate con aggettivi sostantivati o avverbi, indica generalmente posizione rispetto a un sottinteso punto di riferimento: Seneca... vide in alto una palla di fuoco (Cv II XIII 22); Barbariccia il chiuse con le braccia / e disse: " State in là, mentr'io lo 'nforco " (If XXII 60); in giù son messo tanto perch'io fui / ladro a la sagrestia d'i belli arredi (XXIV 137); additandomi un balzo poco in sùe / che da quel lato il poggio tutto gira (Pg IV 47).
1.4. Con il significato primo, ma per esprimere un rapporto di luogo immateriale, di cosa che si trovi, si manifesti o avvenga all'interno di una delle facoltà sensibili o razionali dell'uomo:
voglio dare a intendere quello che lo suo salutare in me vertuosamente operava (Vn X 3); questa via di conoscere è in noi naturalmente innata (Cv II I 13); Ogne dolcezza, ogne pensero umile/ nasce nel core a chi parlar la sente (Vn XXI 3 10; e inoltre XVI 10 13, XXI 6 e 8); quasi tutta cessa / mia visïone, e ancor mi distilla / nel core il dolce che nacque da essa (Pd XXXIII 63); l'anima mia fu sì smarrita, / che sospirando dicea nel pensero (Vn XXIII 21 33); verrò a quelle parole le quali sono scritte ne la mia memoria sotto maggiori paragrafi (II 10; e inoltre XXXIV 4 e 6, Rime dubbie VII 3); 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, / la cara e buona imagine paterna (If XV 82; si veda ancora, con riguardo alla ‛ mente ', Vn XXXIV 9 5, Cv III Amor che ne la mente 1, e, in dipendenza da verbi di moto, Vn XXXIV 7 1, 8 1, Rime LXXXVIII 2; con poetico traslato, LXVII 59 secondo che si trova / nel libro de la mente che vien meno).
Altri usi figurati, in riferimento a luoghi astratti, con varie articolazioni:
Vn X 2 lo suo dolcissimo salutare, ne lo quale stava tutta la mia beatitudine (cfr. XI 4; XVIII 4); Cv IV XXII 16 qualunque va cercando beatitudine ne la vita attiva; Rime XCI 39 io 'n cotal voler fermato fui; Pd III 85 'n la sua volontade è nostra pace, e VI 19 Io li credetti; e ciò che 'n sua fede era, / vegg'io or chiaro sì, come tu vedi / ogne contradizione e falsa e vera.
1.5. Le ricche possibilità di usi figurati consentono alla preposizione di esprimere rapporti astratti di condizione, situazione, sentimento, modo di essere; così in unione con ‛ vita ', in frasi verbali o anche soltanto nominali: la crudele spina [d'amore] / ... io son fermo di portarla sempre / ch'io sarò in vita (Rime C 52); fuoro sì distrutti li miei spiriti... che non ne rimasero in vita più che li spiriti del viso (Vn XIV 5, oltre a XIV 14 e Cv IV XXIV 17); Là sù di sopra, in la vita serena (If XV 49), e, contrapposto, molti a la morte del corpo sono corsi, per vivere ne l'altra vita (Cv II VIII 12); in unione con ‛ stato ' e altri sostantivi di significato affine, come in Vn XIII 7 in questo stato dimorando, mi giunse volontade di scriverne parole rimate, in Rime XCI 76, Cv II X 10 Meglio sarebbe a li miseri grandi, matti, stolti e viziosi, essere in basso stato, e IV V 4 non solamente lo cielo, ma la terra convenia essere in ottima disposizione; e con molti altri sostantivi, la cui esemplificazione, ridotta di necessità ai luoghi più noti, non può seguire negli accostamenti che un debole filo logico:
nave sanza nocchiere in gran tempesta (Pg VI 77); eziandio a vera e buona religione si può tornare in matrimonio stando (Cv IV XXVIII 9); vivendo sempre in un talento (Rime LII 7); così la lasciaro in grande scorno (Rime dubbie XXX 18); In questa imaginazione mi giunse tanta umilitade per vedere lei, che io chiamava la Morte (Vn XXIII 9); la cura familiare e civile... a sé tiene de li uomini lo maggior numero, sì che in ozio di speculazione esser non possono (Cv I I 4); Fiorenza dentro da la cerchia antica... / si stava in pace, sobria e pudica (Pd XV 99); io rimasi in tanta tristizia, che alcuna lagrima talora bagnava la mia faccia (Vn XXII 4); Io divenia nel dolor sì umile / ... ch'io dicea (XXIII 27 71); Or tu se' stato in tanta tribulazione (XXXVIII 3); coloro che sono in tenebre e in oscuritade per lo usato sole che a loro non luce (Cv I XIII 12); E voi a cui utilitade e diletto io scrivo, in quanta cechitade vivete (III V 22); tu m'hai colto / ne la miseria dove tu mi vedi (If XXIV 134); quelli che muoion ne l'ira di Dio (III 122); quale in contumacia more / di Santa Chiesa (Pg III 136, e più avanti [v. 140], per ognun tempo ch'elli è stato... in sua presunzïon); se orazïone in prima non m'aita / che surga sù di cuor che in grazia viva (IV 134); l'umana specie inferma giacque / giù per secoli molti in grande errore (Pd VII 29); sanza speme vivemo in disio (If IV 42); A guisa d'uom che 'n dubbio si raccerta (Pg IX 64); m'abbandona / lo dolce padre, e io rimagno in forse (If VIII 110, e con altro senso, " in pericolo ": Pd XII 41 lo 'mperador che sempre regna / provide a la milizia, ch'era in forse). In Pg X 128 poi siete quasi antomata in difetto, il trovarsi in difetto significherà per gli antonata, cioè per gl'insetti, l'essere ancora imperfetti, come spiega il verso successivo sì come vermo in cui formazion falla.
1.6. A varia fraseologia dà luogo il sintagma formato dall'unione con il verbo ‛ essere ' da un lato e un sostantivo astratto dall'altro (‛ essere in uso ', ‛ essere in balia ', ecc.), sostantivo che determina la particolare accezione del sintagma:
quella regina benedetta virgo Maria, lo cui nome fue in grandissima reverenzia (Vn XXVIII 1); or sono a tutti in ira ed in non cale (Rime CIV 15); cerai vocabuli, certe declinazioni, certe construzioni sono in uso che già non furono, e molte già furono che ancor saranno (Cv II XIII 10); dentro [al core] siede Amore, lo quale è in segnoria de la mia vita (Rime CIV 4), ne ha cioè la signoria; diverso da Cv III IV 6 l'uomo è degno di loda e di vituperio solo in quelle cose che sono in sua podestà di fare o di non fare, che " è in suo potere ", che " da lui dipende " di fare o non fare (e cfr. IV XVII 2 propiissimi nostri frutti sono le morali vertudi, però che da ogni canto sono in nostra podestade); a molti loro bellezza più che loro bontade era in grado (Cv I I 15, ove D. parla delle 14 canzoni che si proponeva di commentare nel Convivio).
Locuzioni analoghe, con maggiore varietà semantica e con più ampia documentazione, sono ottenute con il verbo ‛ avere ': quello Schifo si ha sempre in usanza / ch'al cominciar si mostra acerbo e duro (Fiore XI 10); Nol vo' contar per averlo in oblio (Rime dubbie I 4); perché non dentro da la città roggia / sono ei puniti, se Dio li ha in ira? (If XI 74; e Pg V 77 quel da Esti il fé far, che m'avea in ira / assai più là che dritto non volea); quelle fiere selvagge che 'n odio hanno / tra Cecina e Corneto i luoghi cólti (lf XIII 8); par ch'elli abbia / Dio in disdegno (XIV 70); dir chi tu se' non avere in dispregio (XXIII 93); ogn'uomo ebbi in despetto tanto avante, / ch'io ne mori' (Pg XI 64); del signor che m'ha in balia (Rime L 65); colei che m'ha in sua podestate (XCI 61), che " mi ha in suo potere " (così in Fiore CCXXVII 10 I' gli abbandono / e me e 'l fiore e ciò ch'i' ho 'n podere); frate Gomita... / ch'ebbe i nemici di suo donno in mano (If XXII 83); A maggior forza e a miglior natura / liberi soggiacete; e quella cria / la mente in voi, che 'l ciel non ha in sua cura (Pg XVI 81; diverso da XIII 87 l'alto lume / che 'l disio vostro solo ha in sua cura, a vedere il quale unicamente " tende " il vostro desiderio); sanza te è distrutto / quanto avemo in potenzia di ben fare (Rime XC 12); m'insegnavate come l'uom s'etterna: / e quant'io l'abbia in grado, mentr'io vivo / convien che ne la mia lingua si scerna (If XV 86).
2. In dipendenza da verbi di moto (qualche esempio si è già veduto), indica movimento d'ingresso, di penetrazione, di collocazione in un luogo, o di semplice spostamento o avvicinamento ad altro luogo od oggetto:
(con i verbi ‛ andare ', ‛ venire ' e sinonimi): Vn VII 1; XII 1 in solinga parte andai a bagnare la terra d'amarissime lagrime; XXXI 9 13; 10 15 Ita n'è Beatrice in l'alto cielo; 15 61 poscia / che la mia donna andò nel secol novo; Rime LXVII 57 Lo giorno che costei nel mondo venne; If IV 111 giugnemmo in prato di fresca verdura; Pg IV 25 e 26 Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, / montasi su in Bismantova e 'n Cacume; (con i verbi ‛ cadere ', ‛ gettare ' e simili): Rime LXVII 64 caddi in terra, / per una luce che nel cuor percosse; XCV 3 que' che vide nel fiume lombardo / cader suo figlio, cioè il Sole, padre di Fetonte; If I 61 Mentre ch'i' rovinava in basso loco; XIII 97 Cade in la selva, e non l'è parte scelta, delle anime dei suicidi; XXVII 102 finor t'assolvo, e tu m'insegna fare / si come Penestrino in terra getti; e in senso figurato, Pg XVI 129 la Chiesa di Roma, / per confondere in sé due reggimenti, / cade nel fango, e sé brutta e la soma.
Come equivalente di " dentro ": fossimo presi per incantamento / e messi in un vasel (Rime LII 3); partitomi da lui, mi ritornai ne la camera de le lagrime (Vn XIV 9); ritorna in casa, e qua e là si lagna (If XXIV 10); ne vidi già molte in uno pozzo saltare per una che dentro vi saltò (Cv I XI 10); 'l cieco al cieco farà guida, e così cadranno ambedue ne la fossa (XI 4, traduz. da Matt. 15, 14); Enea sostenette solo con Sibilla a intrare ne lo Inferno (IV XXVI 9); e soprattutto nei due notissimi passi dell'Inferno: III 1 e 2 Per me si va ne la città dolente, / per me si va ne l'etterno dolore, e 87 i' vegno per menarvi a l'altra riva / ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. Equivale invece a " verso ", esprimendo rapporto di direzione, in Cv II rrr 5 lo diritto cerchio, che volge tutto da oriente in occidente (e più avanti: puose un altro cielo essere fuori de lo Stellato, lo quale facesse questa revoluzione da oriente in occidente); If XVI 26 ciascuno il visaggio / drizzava a me, si che 'n contraro il collo / faceva ai piè continüo vïaggio, dove 'n contraro significa " nella direzione opposta "; Pg XIV 141 per ristrignermi al poeta, / in destro feci, e non innanzi, il passo (e così in Pd XV 19 dal corno che 'n destro si stende, mentre in Pg XXXII 16, in luogo della locuzione avverbiale, si ha un complemento: vidi 'n sul braccio destro esser rivolto / lo glorïoso essercito); Pd VIII 105 quantunque quest'arco saetta / disposto cade a proveduto fine, / si come cosa in suo segno diretta; e con uso figurato, riferito a sentimenti: XV 48 Benedetto sia tu... / che nel mio seme se' tanto cortese!. Col significato di " verso " è molto frequente il riferimento alla direzione dello sguardo: Cv I VIII 14; If XV 21 ver' noi aguzzavan le ciglia / come 'l vecchio sartor fa ne la cruna; XX 10; XXV 49 Com'io tenea levate in lor le ciglia...; Pd I 47 Beatrice in sul sinistro fianco / vidi rivolta e riguardar nel sole; I 64; XXI 92 quel serafin che 'n Dio più l'occhio ha fisso.
Da rilevare anche qui, con il sostantivo ‛ parte ', l'assenza dell'articolo indeterminato o dell'aggettivo ‛ qualche ': Queste parole... no le mandare in parte, sanza me, ove potessero essere intese da lei (Vn XII 8); questa gentilissima venne in parte ove molte donne gentili erano adunate (XIV 1); è biasimevole muover la cosa d'un luogo dove sia utile e portarla in parte dove sia meno utile (Cv I VIII 9); E vegno in parte ove non è che luca (If IV 151); pregando Iddio che mi conduca 'n parte / ch'i' de mia malattia fosse sanato (Fiore CC 5).
2.1. Con nomi indicanti parti del corpo, oppure facoltà sensorie o mentali, significa ora " dentro ", ora " a ", " verso, sino a ":
quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia saecula benedictus (Vn XLII 3); la linea retta che movea da la gentilissima Beatrice e terminava ne li occhi miei (V 2; e cfr. XV 8 la pietosa vista che ne li occhi mi giugne; Rime LVIII 2 Deh, Violetta, che in ombra d'Amore / negli occhi miei sì subito apparisti; LXXX 14 e LXXXIX 2); Ne le man vostre, gentil donna mia, / raccomando lo spirito che more (Rime LXVI 1); ne' biondi capelli / ch'Amor per consumarmi increspa e dora / metterei mano (CIII 63); mi giunse ne lo cor paura (Vn XXXV 6 7); gitta nei cor villani Amore un gelo (XIX 9 33); Per questo mio guardar m'è ne la mente / una giovane entrata (Rime XC 24); Io non posso fuggir, ch'ella non vegna / ne l'imagine mia (CXVI 17); propuosi di dire parole... desiderando che venissero per avventura ne la sua audienza (Vn XIV 10), che fossero cioè udite da lei; rientra in quest'accezione, ma solo attraverso un uso traslato del sostantivo, anche Pg VI 86 Cerca, misera, intorno da le prode / le tue marine, e poi ti guarda in seno, / s'alcuna parte in te di pace gode, nell'apostrofe alla serva Italia.
2.2. Movimento o direzione esprimono le diverse locuzioni avverbiali formate dall'unione sintagmatica di ‛ in ' con avverbi di luogo (o con aggettivi sostantivati come ‛ alto ' e ‛ basso '), quando il verbo reggente include idea di moto:
guardai in alto e vidi le sue spalle [del colle] / vestite già de' raggi del pianeta (If I 16); Se la lucerna che ti mena in alto... (Pg VIII 112; e inoltre Rime C 24 e 55); quando la fortuna volse in basso / l'altezza de' Troian che tutto ardiva (If XXX 13); pareami vedere moltitudine d'angeli li quali tornassero in suso (Vn XXIII 7, parafrasi di vedea, che parean pioggia di manna, / li angeli che tornavan suso in cielo, 25 58-59); 'l sol montava 'n sù con quelle stelle / ch'eran con lui... (If I 38); Vedi là Farinata che s'è dritto: / da la cintola in sù tutto 'l vedrai (X 33); ond'ei levò le ciglia un poco in suso (X 45; e inoltre XVI 131 e 136, XVIII 26, Pg IV 127 O frate, andar in sù che porta?; e in senso quantitativo: Cv II XIV 3 con ciò sia cosa che, dal diece in su, non si vada se non esso diece alterando...); Io era vòlto in giù, ma li occhi vivi / non poteano ire alfondo per lo scuro (If XXIV 70); da indi in giuso è tutto ferro eletto (XIV 109), nella descrizione del Veglio di Creta; riguardando in giuso (IX 53); da l'ùmbilico in giuso (XXXI 33); con i due avverbi contrapposti: [l'uomo] naturalmente ama l'andare in giuso; e però quando in su muove lo suo corpo, più s'affatica (Cv III III 6); Tre volte il fé girar con tutte l'acque; / a la quarta levar la poppa in suso / e la prora ire in giù (If XXVI 140 e 141); con altri avverbi:
i peccatori... / dal mezzo in qua ci venien verso 'l volto (XVIII 26; e con valore temporale: XXV 4 Da indi in qua mi fur le serpi amiche; e Cv I V 9 vedemo... da cinquanta anni in qua molti vocabuli essere spenti e nati e variati); Andiamo in là, cb'ei vegnon piano (Pg III 65); drizzò 'l dito perché 'n là guardasse (VIII 96); però che Aristotile cominciò a disputare andando in qua e in lae, chiamati furono... Peripatetici (Cv IV VI 15); Fatti 'n costà, malvagio uccello! (If XXII 96); star li convien da questa ripa in fore... (Pg III 138); Falsosembiante si volle soffrire / sanza dir de' suo' fatti più in avante (Fiore CIV 2, dove il valore della locuzione non è più locativo ma quantitativo); e in senso non materiale: ciascuna di queste vertudi ha due inimici collaterali, cioè vizi, uno in troppo e un altro in poco (Cv IV XVII 7).
2.3. Parallelamente agli usi figurati in dipendenza da verbi di stato, si collocano e distribuiscono i diversi usi figurati con verbi di moto, a significare non già il trovarsi ma l'entrare in una determinata condizione, situazione, modo di essere, o passaggio da una condizione a una diversa:
Amor... mi pose in vita sì dolce e soave (Vn VII 4 9); reducere in vita colui che quattro dì è stato nel sepulcro (Cv IV VII 4); la vertù celestiale, che produce de la potenza del seme l'anima in vita (XXI 4); Chi dirà di Cammillo, bandeggiato e cacciato in essilio... spontaneamente essere ritornato in essilio... ? (V 15); Quel dolce porme... / oggi porrà in pace le tue fami (Pg XXVII 117); L'altrui bene / a te che fia, se 'l tuo metti in oblio ? (X 90; e cfr. Cv IV XIV 6 quando lo basso stato de li antecessori corre in oblivione); questa mia donna venne in tanta grazia, che... (Vn XXVI 8; e cfr. XXVI 1); per tòrre il biasmo in che era condotta (If V 57); miseria d'esto loco sollo / rende in dispetto noi e nostri prieghi (XVI 29); seggendo in piuma, / in fama non si vien (XXIV 48); Tra li ladron trovai cinque cotali / tuoi cittadini onde mi ven vergogna, / e tu in grande orranza non ne sali (XXVI 6); e ancora ' montare in orgoglio ' (Rime LXXXIII 130), ‛ montare in pregio ' (XCI 62), ‛ mettersi in balia, porre in balia ' (XLVIII 5, If XIX 92), ‛ cadere in colpa ', ‛ cadere in errore ' (Cv I II 11, III XV 9); [le ricchezze] conducono l'umana volontade in vizio d'avarizia (IV XII 4); ch'uom non si metta / in rischio di mirar la sua figura (Rime LXXXIX 8); Or m'ha messo in pensero e in dottanza / di ciò ched i' credea aver per certano (Fiore VII 9); Figlia mia, io ti comando / che tu non entri già in malinconia (CXLI 8). Con il valore di " a ", " verso ": ciascuno animale, tosto che nato è, quasi da natura dirizzato nel debito fine.., fugge dolore e domanda allegrezza (Cv IV VI 11); Tutto che questa gente maladetta / in vera perfezion già mai non vada... (If VI 110). Di altra varia fraseologia si troveranno esempi e definizioni sotto il sostantivo con cui ‛ in ' si unisce; così Cv IV XII 11 ‛ surgere in dubbio ', XXVI 14 ‛ mettere in opera '; If VII 91 e XVI 43 ‛ porre in croce ', ‛ essere posto in croce '; XV 81 ‛ essere posto in bando '; XXX 72 ‛ mettere in fuga '; Pg XII 58 ‛ fuggirsi in rotta '; XXIX 18 ‛ mettere in forse '; Pd XV 141 ‛ venire in grado '; Fiore CCXXIX 13 ‛ andare in falligione '.
2.4. Altre volte esprime più decisamente trasformazione, mutamento, conversione: Surge in vermena e in pianta silvestra (If XIII 100); ciò avviene soprattutto quando tali significati siano già inclusi nel verbo reggente:
Appresso ciò poco dimorava che la sua letizia si convertia in amarissimo pianto (Vn III 7); l'acqua morta si converte in vetro / per la freddura (Rime C 60; cfr. anche If XII 43); Allor soffiò il tronco forte, e poi / si convertì quel vento in cotal voce (If XIII 92); Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio, / ché se quello in serpente e quella in fonte / converte poetando, io non lo 'nvidio (XXV 98); la pioggia continüa converte / in bozzacchioni le sosine vere (Pd XXVII 126); I' fui de la città che nel Batista /mutò 'l primo padrone (If XIII 143); ond'io mi cangio in figura d'altrui (Vn XIV 12 12); per sua difalla [l'uomo] in pianto e in affanno / cambiò onesto riso e dolce gioco (Pg XXVIII 95); Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto (If XXVI 136; altri esempi con ‛ tornare ', in Rime CI 11, If XIII 69, Pg XIV 99); quell'umido vapor che in acqua riede, / tosto che sale dove 'l freddo il coglie (Pg V 110; e cfr. v. 118 'l ciel di sopra fece intento, / sì che 'l pregno aere in acqua si converse); nulla cosa per legame musaico armonizzata si può de la sua loquela in altra transmutare sanza rompere tutta sua dolcezza e armonia (Cv I VII 14, ma si vedano anche i tre esempi successivi [VII 15], e un altro in X 10); la divina giustizia li sprona, /sì che la tema si volve in disio (If III 126); Li diritti occhi torse allora in biechi (VI 91), di Ciacco; Alto sospir, che duolo strinse in " uhi! ", / mise fuor prima (Pg XVI 64).
2.5. Correlato con ‛ da ', e più spesso ‛ di ', esprime (oltre a semplice spostamento di luogo: Vn XXVI 6 8 par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare) mutamento o passaggio graduale e talora ripetuto nel luogo (o nel tempo), nella condizione, oppure trasmissione e altri rapporti affini: Cv I II 14 Agustino... per lo processo de la sua vita, lo quale fu di [non] buono in buono, e di buono in migliore, e di migliore in ottimo, ne diede essemplo e dottrina (da segnalare le locuzioni, destinate poi a banalizzarsi nell'uso, ‛ di bene in meglio '; ‛ di male in peggio ', in Pd X 38 e XXI 126); Cv II VIII 6 la natura umana transmuta... la sua conservazione di padre in figlio; If VII 80 general ministra e duce / che permutasse a tempo li ben vani / di gente in gente e d'uno in altro sangue (inoltre, Rime CVI 25 e 26, Cv III I 1, IX 12, IV XIV 5). La locuzione è spesso formata con la ripetizione dello stesso sostantivo, in uno stilema che diventerà consueto: di forma in forma (Cv II XIV 10), di casa in casa (IV XII 15), di ponte in ponte (If XXI 1), di balzo in balzo (XXIX 95), di vello in vello (XXXIV 74), di mondo in mondo (Pg V 63), di giorno in giorno (XXIV 80) e di dì in dì (Pd XI 63), di mano in mano (VI 8); e in citazioni più ampie:
dentro da codesti sassi... son tre cerchietti / di grado in grado (If XI 18); noi a pena, ei lieve e io sospinto, / potavam sù montar di chiappa in chiappa (XXIV 33); a me, che morto son, convien menarlo / per lo 'nferno qua giù di giro in giro (XXVIII 50); ed è natura / ch'al sommo pinge noi di collo in collo (Pd IV 132), cioè " di colle in colle ", " di altura in altura "; Sarra e Rebecca, Iudìt e colei... / puoi tu veder così di soglia in soglia / giù digradar, com'io ch'a , proprio nome / vo per la rosa giù di foglia in foglia (XXXII 13 e 15).
2.6. Al significato di " verso " si sovrappone quello di " contro ", con una connotazione non sempre ostile, e solo in alcuni casi in senso materiale:
tanto dà nel sol quanto nel rezzo / questa scherana micidiale e latra (Rime CIII 57); 'l fiorentino spirito bizzarro /in sé medesmo si volvea co' denti (If VIII 63); mal non vengiammo in Tesëo l'assalto (IX 54); Morte per forza e ferute dogliose / nel prossimo si danno, e nel suo avere / ruine, incendi e tollette dannose (XI 35); Puossi far forza ne la deïtade, / col cor negando e bestemmiando quella (v. 46); Puote omo avere in sé man vïolenta / e ne' suoi beni (XI 40; e inoltre XI 53 e 54, XII 48; cfr. anche XII 105, e XIII 49); Per tutt'i cerchi de lo 'nferno scuri / non vidi spirto in Dio tanto superbo (XXV 14); né di Tebe furie né troiane / si vider mäi in alcun tanto crude (XXX 23); Ecco / la gente che perdé Ierusalemme salemme, / quando Maria nel figlio diè di becco! (Pg XXIII 30); ne li sterpi eretici percosse / l'impeto suo (Pd XII 100, di s. Domenico); si veda anche Rime LXVII 65 e Pd V 91 e 93.
3. In complementi di tempo, esprime con maggiore o minore determinazione il momento, o il periodo, anche lungo, nel quale qualche cosa avviene o si manifesta: If I 72 vissi a Roma sotto 'l buono Augusto / nel tempo de li dèi falsi e bugiardi (ma serve anche a negare che qualcosa avvenga o possa avvenire, come in Rime CII 2 questa donna / la tua vertù non cura in alcun tempo...; e Cv IV XII 6 in nullo tempo si compie né si sazia la sete de la cupiditate); può quindi anche indicare la stagione (Cv IV XXIII 14 queste parti si fanno simigliantemente... in primavera, in estate, in autunno e in inverno; e If V 41 come li stornei ne portan l'ali / nel freddo tempo), il giorno (Vn III 1 ne l'ultimo di questi die avvenne che...; XXIII 2 ne lo nono giorno, sentendomi dolere quasi intollerabilemente, a me giunse uno pensero), l'ora numericamente precisata o altrimenti suggerita (XII 9 ricordandomi, trovai che questa visione m'era apparita ne la nona ora del die; Cv II XIV 2 l'ultima stella che appare loro in meridie); in Vn XXIX 1 sono riunite varie determinazioni temporali: secondo l'usanza d'Arabia, l'anima sua nobilissima si partio ne la prima ora del nono giorno del mese; e secondo l'usanza di Siria, ella si partio nel nono mese de l'anno... e secondo l'usanza nostra, ella si partio in quello anno de la nostra indizione, cioè de li anni Domini... In altri casi, la designazione temporale è più generica oppure è ottenuta attraverso più o meno esplicite allusioni o evocazioni:
ne lo incominciamento de lo errare che fece la mia fantasia, apparvero a me certi visi di donne scapigliate (Vn XXIII 4); in Fiorenza, nel principio de la sua destruzione, veduta fu... grande quantità di questi vapori (Cv II XIII 22; e poco prima: Seneca dice... che ne la morte d'Augusto imperadore vide in alto una palla di fuoco); i' non potea più oltre, / anzi m'assisi ne la prima giunta (If XXIV 45); Ne l'ora che comincia i tristi lai / la rondinella presso a la mattina (Pg IX 13); Quale ne' plenilunïi sereni / Trivïa ride tra le ninfe etterne (Pd XXIII 25). Con riferimento all'età, di persona singola: Vn XXXIX 1 pareami giovane in simile etade in quale io prima la vidi (dove si è già rilevata l'assenza dell'articolo davanti a ‛ quale '); Cv IV XXIII 10 lo nostro salvatore Cristo, lo quale volle morire nel trentaquattresimo anno de la sua etade; o della vita in genere: L'anima... / Ubidente, soave e vergognosa / è ne la prima etate... / in giovinezza, temperata e forte.../ è ne la sua senetta / prudente e giusta (Cv IV Le dolci rime 126, 129 e 132).
3.1. Sempre in risposta a una domanda ‛ quando? ', ma col significato di " durante ":
Laomedonte fu gentile e Dardano fu villano in loro vita (Cv IV XIV 14); Oh cieca cupidigia e ira folle, / che sì ci sproni ne la vita corta, / e ne l'etterna poi sì mal c'immolle! (If XII 50 e 51); questa angiola giovanissima... ne la mia puerizia molte volte l'andai cercando (Vn II 8); Non solamente questa anima e natura buona in adolescenza è obediente, ma eziandio soave (Cv IV XXV 1); uno soave sonno, ne lo quale m'apparve una maravigliosa visione (Vn III 3; cfr. anche III 9 e XII 4); poscia ch'ebber colto lor vïaggio / su per la punta, dandole quel guizzo / che dato avea la lingua in lor passaggio (If XXVII 18: sono le parole che, pronunciate dall'anima di Guido da Montefeltro, devono aprirsi il varco attraverso la fiamma che l'avvolge).
3.2. Altre volte indica invece la durata nel tempo, cioè il tempo entro il quale un fatto si produce o per il quale si estende:
divenni in picciolo tempo poi di sì fraile e debole condizione, che... (Vn IV 1, e cfr. Cv II XII 7 in picciol tempo, forse di trenta mesi, cominciai...); trovammo risonar quell'acqua tinta, / sì che 'n poc'ora avria l'orecchia offesa (If XVI 105); poi riede, e la speranza ringavagna, / veggendo 'l mondo aver cangiata faccia / in poco d'ora (XXIV 14); Le gambe con le cosce seco stesse / s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura / non facea segno alcun che si paresse (XXV 107); la quale [rivoluzione] dico che si compie quasi in ventiquattro ore (Cv II III 5); In picciol corso mi parieno stanchi / lo padre e ' figli (If XXXIII 34); tutto quello cielo si muove... in cento anni uno grado (Cv II V 16); S'io fossi pur di tanto ancor leggero / ch'i' potessi in cent'anni andare un'oncia, / io sarei messo già per lo sentiero (If XXX 83). In particolari sintagmi che assumono funzione di locuzioni avverbiali: udirà quel ch'in etterno rimbomba (If VI 99; ancora in etterno, VII 55, e in sempiterno, XXX 96, Cv III V 7); cima di giudicio non s'avvalla / perché foco d'amor compia in un punto / ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla (Pg VI 38; inoltre, If IX 37, XXII 122); Vapori accesi non vid'io sì tosto / di prima notte mai fender sereno ... / che color non tornasser suso in meno (Pg V 40); ad alleggiar la pena, / mostrav'alcun de' peccatori 'l dosso / e nascondea in men che non balena (If XXII 24); tu non avresti in tanto tratto e messo / nel foco il dito, in quant'io vidi 'l segno / che segue il Tauro (Pd XXII 109 e 110, dov'è da notare la correlazione ‛ in tanto ' ‛ in quanto ').
3.3. Esprime insieme circostanza di luogo e di tempo quando il sostantivo cui è premesso comprende in sé, sfumate, le due diverse accezioni; come negli esempi seguenti:
nel fine di questa quinta parte dico... (Vn XLI 7; e ancora Cv II XV 12, III VIII 22, e IV XXX 2 ciascuno buono fabricatore, ne la fine del suo lavoro, quello nobilitare e abbellire dee); mirando le loro operazioni, che essere debbono a voi luce nel cammino di questa brevissima vita (Cv III XV 18); se 'l colmo del nostro arco è ne li trentacinque [anni], tanto quanto questa etade ha di salita tanto dee avere di scesa (IV XXIV 3); Minòs... / essamina le colpe ne l'intrata (If V 5); Nessun maggior dolore / che ricordarsi del tempo felice / ne la miseria (v. 123); mi venne in sogno una femmina balba (Pg XIX 7); cantai di Tebe, e poi del grande Achille; / ma caddi in via con la seconda soma (XXI 93).
4. Premesso, in forma semplice o articolata, a un verbo di modo infinito, ha talvolta le accezioni già analizzate in sintagmi nominali, talaltra si avvicina per significato alle preposizioni ‛ a ' o ‛ con ', indicando direzione, scopo, oppure esprime rapporti a volta a volta modale, temporale, mediale, i quali risultano più dai contesti nei quali ‛ in ' si trova inserito che non dalle capacità significative della preposizione stessa:
l'anima era tutta data nel pensare di questa gentilissima (Vn IV 1); convenia che le facessero compagnia nel primo sedere a la mensa che facea ... (XIV 3); son costante più che petra / in ubidirti (Rime CII 14); bell'onor s'acquista in far vendetta (CIII 83); li cattivi malnati che pongono lo studio loro in azzimare la loro [persona] (Cv III IV 8, e cfr. Fiore CLXV 5 In ben lisciarsi sia su' 'ntendimento); lo studio che si mette in acquistare un'amistarte (Cv III XII 3); diporrò giù lo mio soave stile, / ch'i' ho tenuto nel trattar d'amore (IV Le dolci rime 11); con lei ti lascerò nel mio partire (If I 123); chiamar così nel pianto / come fa donna che in parturir sia (Pg XX 21); Io vidi già nel cominciar del giorno... (XXX 22); nel commensurar d'i nostri gaggi / col merto è parte di nostra letizia (Pd VI 118); e 'l suo voler piacermi / significava nel chiarir di fori (IX 15); parran faville de la sua virtute / in non curar d'argento né d'affanni (XVII 84); quel truante / che si diletta in dir mal d'ogne gente (Fiore L 8); e inoltre Cv I VIII 7, 8 e 14, III XI 9, Pg XXIII 37, Pd XI 111, ecc.
4.1. La stessa varietà di accezioni, temporale, modale, strumentale, mantiene in unione col gerundio, in uno stilema latineggiante che rimarrà caratteristico del francese più che del volgare nostro:
quelle parole che tu n'hai dette in notificando la tua condizione (Vn XVIII 7); Quanta paura è quella di colui che appo sé sente ricchezza, in camminando, in soggiornando, non pur vegliando ma dormendo, non pur di perdere l'avere ma la persona per l'avere! (Cv IV XIII 11; si veda anche I II 2, IV IV 10, IX 1); però pur va, e in andando ascolta (Pg V 45); e 'n tapinando ciaschedun acquista (Fiore LXXXIX 6); e dissegli, in rompendo su' parlare, / ch'al su' parer ver Dio troppo fallava (XCIV 3).
5. Relazioni diverse, strettamente connesse ora con il sostantivo cui ‛ in ' è premesso, ora con il verbo da cui il complemento dipende, e che, pur facendo parte della ricca semantica di questa preposizione, sono più frequentemente espresse da altre preposizioni, sono le seguenti:
5.1. Di causa: né solamente per desiderio d'accrescere quelle cose che hanno si tormentano, ma eziandio tormento hanno ne la paura di perdere quelle (Cv IV XII 6); Pensa, lettor, se io mi sconfortai / nel suon de le parole maladette (If VIII 95); e tra causa e tempo, in Pd XXVII 86 Come la fronda che flette la cima / nel transito del vento.
5.2. Di fine, scopo, con abbondante esemplificazione: mi propuosi di dicere alquante parole de la sua morte, in guiderdone di ciò che... (Vn VIII 2); quei prova sua vertute, / ché li avvien, ciò che li dona, in salute (XIX 10 39); vennemi volontade di volere dire anche, in loda di questa gentilissima, parole... (XXI 1; e cfr. Cv II X 5 in sua maggiore loda, e III XV 15 in massima laude di sapienza); ricchezze conservate in male del loro signore (Cv II X 10, che traduce Eccl. 5, 12 " divitiae conservatae in malum domini sui "); alcuna cosa in adornamento de la canzone era mestiero a dire (II XI 3); da etterno, cioè etternamente, [questa donna] fu ordinata... in testimonio de la fede (III VII 17); dir bene in prode d'altrui (IV XXVII 2); statua fatta in memoria del tuo antico (XXIX 5); brutti porci, più degni di galle / che d'altro cibo fatto in uman uso (Pg XIV 44); Ma qual Gherardo è quel che tu per saggio / di' ch'è rimaso de la gente spenta, / in rimprovero del secol selvaggio? (XVI 135); due principi ordinò in suo favore (Pd XI 35); e per più sicurtà gli diedi in gaggio / il cor (Fiore III 5); ecc. Equivale ad " a ", " quale ", " in qualità di ": quella donna che si mira forte, / come colei che sil pone in disnore (Rime dubbie X 13); discender la virtude d'una cosa in altra non è altro che ridurre quella in sua similitudine (Cv III XIV 2); riducere si dee a quelli che per lo padre è ne l'ultima volontade in padre lasciato (IV XXIV 17); per li falli d'Edippo suo padre, ché paiono rimanere in vergogna del figlio (XXV 10); sarà da inserire in questo gruppo anche il verso velando i Pesci ch'erano in sua scorta (Pg I 21), dove l'inconsueta espressione ‛ in sua scorta ' riesce più comprensibile nel suo significato generale (i Pesci si trovano insieme col pianeta Venere, guidati da esso) che non perspicua nella sua precisa funzione sintattica.
5.3. Di limitazione, col significato cioè di " in quanto a ", " per ciò che riguarda "; anche qui con ricca varietà di accezioni e connotazioni: cominciò lo mio spirito naturale ad essere impedito ne la sua operazione (Vn IV 1); Ne la sembianza [Amore] mi parea meschino (IX 10 5; e cfr. IX 7 ne la vista mia, nel mio aspetto); in che tutti pare che s'accordino (XIII 10); ne la prima [parte] dico di lui in quanto è in potenzia (XX 6; per le opposizioni in potenzia - in atto si veda XXI 1, 5 e 6; con una variazione stilistica in Cv I X 9 quello elli di bontade avea in podere e occulto, io lo fo avere in atto e palese); è ne li atti suoi tanto gentile, / che nessun la si può recare a mente (Vn XXVI 13 12; e in contrapposizione espressa: Rime XC 31 e 32 Quanto è ne l'esser suo bella, e gentile / ne gli atti ed amorosa, / tanto lo imaginar... / l'adorna, CIII 1 e 2 Così nel mio parlar voglio esser aspro / com'è ne li atti questa bella petra, e Pg XXIX 134 e 135 due vecchi in abito dispari, / ma pari in atto e onesto e sodo); Cv I I 16, X 11, XI 21; III V 1 commendo questa donna... sì ne l'anima come nel corpo; I VII 10 peccato averebbe non pur nel difetto, e non pur nel coperchio, ma in ciascuno (e cfr. IV VI 13 si potea peccare e peccavasi nel troppo e nel poco); III XI 1 però che... conoscere la cosa sia sapere quello che ella è, in sé considerata; IV XI 2 tanto quanto la cosa è perfetta, tanto è in sua natura nobile; XXVIII 10 (con tre esempi) quelli ch'è in ascoso, è Giudeo, e la circuncisione del cuore, in ispirito non in littera, è circuncisione; If XX 115 Quell'altro che ne' fianchi è così poco, / Michele Scotto fu; XXI 31 e 32 Ahi quant'elli era ne l'aspetto fero! / e quanto mi parea ne l'atto acerbo; XXV 12 Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi / d'incenerarti sì che più non duri, / poi che 'n mal fare il seme tuo avanzi?; Pg I 32 un veglio solo, degno di tanta reverenza in vista (si veda anche il v. 79, e Vn XVIII 3); Pg III 87 pudica in faccia e ne l'andare onesta; VI 63 altera e disdegnosa / e nel mover de li occhi onesta e tarda; XI 94 Credette Cimabue ne la pittura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido; XXIII 22 e 23 Ne li occhi era ciascuna oscura e cava, / palida ne la faccia (dove i due rapporti di limitazione e di luogo si sovrappongono); Pd XXXI 136 s'io avessi in dir tanta divizia / quanta ad imaginar (dove va rilevata la contrapposizione di in a ad, pur nell'identità semantica).
5.4. Di mezzo, con il significato di " attraverso ", " per mezzo di ": non credendo potere ciò narrare in brevitade di sonetto, cominciai allora una canzone (Vn XXVII 2); Tutta esta gente... / in fame e 'n sete qui si rifà santa (Pg XXIII 66); la milizia santa / che nel suo sangue Cristo fece sposa (Pd XXXI 3, reminiscenza, se non diretta traduzione, di Act. Ap. 20, 28 " acquisivit sanguine suo "); soprattutto in formule quali propuosi di fare uno sonetto, ne lo quale io salutasse... (Vn III 9), propuosi di dire parole, ne le quali... (XIV 10), e altre simili, che nel giovanile libello si ripetono frequenti (XV 3, XVI 1, XXVI 4 e 9). In If XV 87 quant'io l'abbia in grado [l'insegnamento di Brunetto Latini], mentr'io vivo / convien che ne la mia lingua si scerna, il valore di ne la mia lingua, cioè " nelle mie parole ", sarà mediale o locativo (sia pure di luogo figurato) secondo che a scerna si attribuisca il senso di " si conosca " oppure di " si veda ". Più sfumato è il significato del complemento in Pd XVII 53 La colpa seguirà la parte offensa / in grido, come suol, che i commentatori interpretano genericamente " la fama attribuirà all'offeso la colpa ", tutti d'accordo nello spiegare grido come " fama ", " voce popolare ".
5.5. Per precisare il modo, l'aspetto, la forma, in risposta a una domanda ‛ come? '; dell'abbondante documentazione di quest'uso in D., citiamo gli esempi più noti o più significativi: Diletti miei, or sofferite in pace / che vostra sperse sia... (Vn XIX 8 24); parlare di lei non si convenia che io facesse, se io non parlasse a donne in seconda persona (XIX 1, e cfr. XII 17; con altro senso, " in persona di ", " per bocca di ", " nelle vesti di ": Cv IV IV 11 Virgilio... dice, in persona di Dio parlando; XXVII 16 dice Tullio.,. in persona di Catone vecchio; e così V 2, XXI 9); nessun la si può recare a mente, / che non sospiri in dolcezza d'amore (Vn XXVI 13 14); lo vento... poi si solve, e cade in bianca falda / di fredda neve ed in noiosa pioggia (Rime C 20 e 21); un'alta ripa / che facevan gran pietre rotte in cerchio (If XI 2); un'ampia fossa in arco torta (XII 52); quel dolente, / ch'a ben far non fu anche conoscente, / ma tutto dispendea in ribalderia (Fiore CXCIII 8, dove il rapporto di modo si somma a quello di fine). Con riferimento al modo di vestire: Nel giardin me n'anda' tutto 'n gonnella, / sanz'armadura (Fiore XX 5).
In unione con parole generiche, quali ‛ genere ', ‛ modo ', ‛ forma ', ‛ figura ', ‛ atto ', ecc.: Cv I VI 6 Quelli che conosce alcuna cosa in genere, non conosce quella perfettamente; II XII 6 non la poteva imaginare in atto alcuno se non misericordioso; XIII 22 veduta fu ne l'aere, in figura d'una croce, grande quantità di questi vapori; Pg IX 5 di gemme la sua fronte era lucente, / poste in figura del freddo animale / che con la coda percuote la gente; Cv I III 5 sono apparito a li occhi a molti che forseché per alcuna fama in altra forma m'aveano imaginato; If XXVI 78 in questa forma lui parlare audivi, cioè " in questo modo ", " con queste parole "; Pd XXX 61 vidi lume in forma di rivera; XXXI 1 In forma dunque di candida rosa / mi si mostrava la milizia santa (altri esempi della locuzione ‛ in forma ', in Vn VIII 6 10, XIX 11 47, Rime LVIII 5, Pg V 28); Vn XIX 3 cominciai una canzone... ordinata nel modo che si vedrà di sotto (cfr. XXII 7 e XXXVIII 2); XL 6 peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto...; Pg XVII 114 amor nasce in tre modi in vostro limo; Pd V 139 la figura santa... mi rispuose / nel modo che 'l seguente canto canta; Vn XIII 6 in questa guisa da lui mi fue risposto (con ‛ guisa ' anche Rime XCIX 9 e Rime dubbie XVII 8).
Rispondono anche alla domanda ‛ come? ', denotando un atteggiamento del corpo, le locuzioni seguenti: credo che s'era in ginocchie levata (If X 54); Quella sì tosto in ginocchie s'è messa (Fiore CCXV 13); e or s'accoscia e ora è in piedi stante (If XVIII 132); " Lèvati sù ", disse 'l maestro, " in piede... " (XXXIV 94).
5.6. Si fondono insieme i significati di limitazione, mezzo, modo, in Vn XXV 3 anticamente non erano dicitori d'amore in lingua volgare, anzi erano dicitori d'amore certi poete in lingua latina (cfr. anche XXV 4 e 5, Cv I V 14); Cv III XI 5 tanto vale in greco ‛ philos ' com'è a dire ‛ amore ' in latino; IV VIII 2 lo quale contrario inreverenza, o vero tracotanza dicere in nostro volgare si può.
5.7. Nella formazione di complementi di modo o di mezzo, è in taluni casi equivalente della preposizione ‛ con ': ne l'uscita del popolo d'Israel d'Egitto, Giudea è fatta santa e libera (Cv II I 6); perché quel popolo è sì empio / incontr'a' miei in ciascuna sua legge? (If X 84), dove tuttavia l'espressione acquista più alta drammaticità assegnando a ‛ in ' un valore locativo (" nelle leggi che esso fa "). E più chiaramente: trovai Amore... / in abito leggier di peregrino (Vn IX 9 4); uno giovane truovano in bianchi vestimenti, lo quale... era angelo di Dio (Cv IV XXII 15; altri esempi in Rime LXXXIV 10, Rime dubbie II 1); In vesta di pastor lupi rapaci / si veggion di qua sù (Pd XXVII 55); cominciommi a dir, soave e piana, / con angelica voce, in sua favella (If II 57; si veda anche Rime LVI 8 e CIV 32); Tu dubbi, e hai voler che si ricerna / in sì aperta e 'n sì distesa lingua / lo dicer mio, ch'al tuo sentir si sterna (Pd XI 23); a così dolce ostello, / Maria mi diè, chiamata in alte grida (XV 133: mi fece nascere Maria, invocata con alte grida da mia madre nel parto). Può collocarsi qui anche Pg XXXI 81 la fiera / ch'è sola una persona in due nature, il grifone che, nella (o con la) sua doppia natura di leone e di aquila, è simbolo di Cristo uomo e Dio.
5.8. In complementi di materia: If XIV 83 Lo fondo suo e ambo le pendici / fatt'era 'n pietra, e Pg X 80 l'aguglie ne l'oro / sovr'essi... al vento si movieno (per l'uso della preposizione articolata in questo complemento, si veda B. Migliorini, Saggi linguistici, Firenze 1957, 156 ss.).
5.9. Per indicare partizione, suddivisione: If XI 30 il primo cerchio... / in tre gironi è distinto e costrutto; XVIII 9 Quel cinghio che rimane adunque è tondo / ... e ha distinto in dieci valli il fondo; e soprattutto nelle formule del tipo Questo sonetto si divide in due parti (Vn III 13) e altre simili (VIII 7 e 12, XII 16, XIV 13, ecc.).
5.10. In determinazioni quantitative: Vn XIV 14 questo dubbio è impossibile a solvere a chi non fosse in simile grado fedele d'Amore (e bono in alto grado, XXII 2); Cv II IV 8 veder si può in molto maggiore numero esser le creature sopra dette; V 5, 7 e 15 sono questi Troni... in numero non grande.
6. Usi particolari della preposizione, non facilmente classificabili, sono quelli in cui essa fa parte di locuzioni fisse: nel nome di Maria fini', e quivi / caddi (Pg V 101; cfr. Cv IV XXVIII 19 e, senza ‛ nome ', Vn III 10 4 salute in lor segnor, cioè Amore); io ti somiglio in fede (Vn XXIII 27 78); i' sare' troppo ricca in fede mia (Fiore CXCIII 5); per te ha sofferte pene tante / che dir noi ti poria, in buona fede! (CCXXVII 4); ciascun che vi mira, in veritate / di fuor conosce che dentro è pietate (Rime L 51, e cfr. Fiore II 12 E quelli allor mi puose in veritate / la sua bocca a la mia); Onde venite voi così pensose ? / Ditemel, s'a voi piace, in cortesia (Rime LXX 2). O altri in cui, con semantica varia, ‛ in ' detiene alcuni valori propri di ‛ di ': Da la sinistra [rota] quattro [donne] facean festa, / in porpore vestite (Pg XXIX 131); Lo strazio e 'l grande scempio / che fece l'Arbia colorata in rosso (If X 86); e, meno usuali: dilettandosi l'una ne la compagnia de l'altra (Vn XVIII 1); Levava li occhi miei bagnati in pianti (XXIII 25 57); non mi fu in piacer alcun disdetto (Rime LXXXVII 8); I' vo' che vegna, / e basci il fior che tanto gli è 'n piacere (Fiore XVIII 10). Oppure sostituisce, nei loro usi banali, ‛ a ' (lf X 114 fate i saper che 'l fei perché pensava / già ne l'error che m'avete soluto; Pd III 84 a tutto il regno piace / com'a lo re che 'n suo voler ne 'nvoglia; VI 24 a Dio per grazia piacque di spirarmi / l'alto lavoro, e tutto 'n lui mi diedi); o ‛ da ' (Cv I II 6 nel volere e nel non volere nostro si giudica la malizia e la bontade; Pg XV 42 io pensai, andando, / prode acquistar ne le parole sue; Pd VIII 27 lasciando il giro / pria cominciato in li alti serafini); o ‛ tra ' (If VIII 119 dicea ne' sospiri: / " Chi m'ha negate le dolenti case! "). O, infine, in unione con verbi che di loro natura richiedono la reggenza con ‛ in ', indipendentemente dal valore che a questo si può attribuire (‛ sperare in ', ‛ credere in ', ‛ confidare in ', ecc.): fidandomi ne la persona... dissi a lui (Vn XIV 2); La frode... / può l'omo usare in colui che 'n lui fida (If XI 53; v. anche Fiore CLXX 1, CCXXXII 13); Ne gli altri due non so prender fidanza (Rime dubbie XX 9); aggi pietà del con… / che spera in te e disiando more (Rime LVIII 4); A questo regno / non salì mai chi non credette 'n Cristo (Pd XIX 104); Io credo in uno Dio / solo ed etterno (XXIV 130). Più isolato: If VIII 45 Alma sdegnosa, / benedetta colei che 'n te s'incinse!
7. Premesso a sostantivi o aggettivi, costituisce sintagmi risolvibili in avverbi o comunque di valore avverbiale: Pg VI 123 per alcun bene / in tutto de l'accorger nostro scisso (inoltre, Rime LXX 10, Cv IV IX 14 e 15); Pg XI 84 l'onore è tutto or suo, e mio in parte (altri esempi in Rime LVIII 9, Cv I VII 6 e 7, If IV 71, Pd XI 136 se ciò ch'è detto a la mente revoche, / in parte fia la tua voglia contenta); ‛ in mezzo a ', ‛ in mezzo di ' o anche soltanto ‛ in mezzo ' senza preposizione, nel mezzo di ', per lo più con valore locativo, in Vn III 1 (questa mirabile donna apparve a me vestita di colore bianchissimo, in mezzo a due gentili donne), VIII 1 (in mezzo di molte donne), IX 9 3 (in mezzo de la via), Rime CXVI 61 (in mezzo l'alpi), If XIV 94 (In mezzo mar siede un paese guasto), Vn XII 3 (Avvenne quasi nel mezzo de lo mio dormire che me parve vedere..., qui con significato temporale), If I 1 (Nel mezzo del cammin di nostra vita), e con altra costruzione Vn V 1 nel mezzo di lei e di me per la retta linea sedea una gentile donna di molto piacevole aspetto. Altre locuzioni: If VII 104 e noi, in compagnia de l'onde bige, / intrammo giù per una via diversa (altro esempio in Pg IV 62; e assolutamente, senz'altro complemento: Rime LXXXVI 4 l'una ha in sé cortesia e valore, / prudenza e onestà in compagnia); Cv IV XII 5 [le ricchezze] in loco di saziamento e di refrigerio danno e recano sete... e in loco di bastanza recano nuovo termine; If VIII 16 vidi una nave piccioletta / venir per l'acqua verso noi in quella; in Pg XXVII 133 Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce, sarà da intendere, con i più degl'interpreti, che il sole, figura della grazia illuminante, brilli sulla fronte di D., anziché " di fronte " a lui; in If IV 129 e solo, in parte, vidi 'l Saladino, ‛ in parte ' equivale a " da parte ", " in disparte " (con significato simile, If XXII 100 stieno i Malebranche un poco in cesso). In altri sintagmi l'unione dei due componenti è anche più stretta: tu che forse vedra ' il sole in breve (If XXVIII 56); La spada di qua sù non taglia in fretta / né tardo (Pd XXII 16); 'n palese (If XXVII 39), 'n aperto (Fiore CXXXIV 13), in infinito (Cv I III 9).
7.1. Unito a ‛ tanto ' e ‛ quanto ', può non alterare il significato di questi due avverbi, e non far quindi sentire la propria presenza: Perché questo numero fosse in tanto amico di lei, questa potrebbe essere una ragione (Vn XXIX 2); ciascuno buono fabricatore, ne la fine del suo lavoro, quello nobilitare e abbellire dee in quanto puote (Cv IV XXX 2); ma più spesso ‛ in quanto ' ha funzione esplicativa (" per il fatto che "): le genti che vanno al servigio de l'Altissimo... chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare... chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia... chiamansi romei in quanto vanno a Roma (Vn XL 7); Lodare sé è da fuggire sì come male per accidente, in quanto lodare non si può, che quella loda non sia maggiormente vituperio (Cv I Il 7; altri esempi in Vn XIV 1, XXXVIII 4, XXXIX 6, Rime XC 40, Cv I VIII 3 e 5, IX 3, XI 3); lo stesso valore ha quand'è preceduto da ‛ se non ' (Vn V 4, XXXVII 2, Cv I IX 6 nulla cosa è utile, se non in quanto è usata), e in correlazione con ‛ in tanto ': Cv IV II 15, Pd IV 110 Voglia assoluta non consente al danno; / ma consentevi in tanto in quanto teme, / se si ritrae, cadere in più affanno.
7.2. Queste stesse locuzioni, e altre, seguite da ‛ che ', costituiscono (come già ‛ in quanto ') congiunzioni composte subordinanti: Vn XXXIX 4 si raccese lo sollenato lagrimare in guisa che li miei occhi pareano due cose che disiderassero pur di piangere (altri esempi di ‛ in guisa che ', in VII 5 16, XXV 10, Rime XC 42); Pd XXX 104 E' si distende in circular figura, / in tanto che la sua circunferenza / sarebbe al sol troppo larga cintura (e, con ‛ che ' distanziato, Cv II Voi che 'ntendendo 44 quella bella donna... / ha transmutata in tanto la tua vita, / che n'hai paura; oltre a Vn V 2, Cv III IX 15, Rime dubbie XV 1); If XII 22 Qual è quel toro che si slaccia in quella / c'ha ricevuto già 'l colpo mortale / ... vid'io lo Minotauro far cotale, nel momento in cui; e con due diversi valori, finale e causale (come ‛ acciocché ') la locuzione ‛ in ciò che ': in ciò che mi rescrivan suo parvente, / salute in lor segnor, cioè Amore (Vn III 10 3); O Capaneo, in ciò che non s'ammorza / la tua superbia, se' tu più punito (If XIV 63).
7.3. Nell'espressione di un rapporto locativo o temporale, è spesso seguito dalla preposizione ‛ su ', e in tale uso ha solo una funzione secondaria (Vn VI 2; Pg XIII 124 Pace volli con Dio in su lo stremo / de la mia vita, XXVII 38), o attenuata al punto di non farne quasi avvertire la presenza: arrivò la testa e 'l busto, / ma 'n su la riva non trasse la coda (If XVII 9); faccian siepe ad Arno in su la foce (XXXIII 83); l'angel di Dio che siede in su la porta (Pg IV 129; e inoltre If VIII 82, XI 65, Pd XVII 72, ecc.).
7.4. In unione con avverbi, preposizioni, sostantivi, aggettivi, dà luogo ad avverbi e preposizioni composte, che nell'uso dei secoli seguenti si fonderanno anche graficamente (tranne poche eccezioni, come ‛ in giro ' e ‛ in pria '); le poche occorrenze che qui si citano hanno quindi soprattutto funzione esemplificativa e di rinvio ai luoghi dove se ne parla più estesamente: Lo mio maestro... si volse in dietro e riguardommi (If XV 98; ripetuto, XVII 101 Come la navicella esce di loco / in dietro in dietro, sì quindi si tolse); se a me fosse comandato di portare due guarnacche in dosso... (Cv I VII 7); in fino al colmo de la vita mia (III 4); Achille si riscosse, / li occhi svegliati rivolgendo in giro (Pg IX 35); Di picciol bene in pria sente sapore (XVI 91); sì che s'ansi un poco in prima il senso / al tristo fiato (If XI 11); avvegna che duro mi fosse ne la prima entrare ne la loro sentenza, finalmente v'entrai (Cv II XII 4); In somma sappi che tutti fur cherci (If XV 106); in tra loro facien lungo concilio (Rime dubbie VII 13); menommi al cespuglio che piangea / per le rotture sanguinenti in vano (If XIII 132); Qui giugnerà, in vece / d'una ch'io vidi, la bella figura, / che già mi fa paura (Rime LXVII 80); con ‛ vece ' si hanno anche sintagmi più complessi, ‛ in sua vece ' ‛ in quella vece ', che saranno spiegati sotto ‛ vece '. Per in ver di Cv III V 17, si veda INVERSO