improntare [aggettivo verbale impronto]
In Vn XII 13 27 Madonna, lo suo core è stato / con sì fermata fede, / che 'n voi servir l'ha 'mpronto onne pensero, l'aggettivo verbale vale " improntato " nel senso di " disposto ", volendo il poeta dire che ogni pensiero dispone il suo cuore ad amare Beatrice.
Nel verbo è presente anche il senso di " rendere pronto, sollecito ", etimologicamente dedotto, sebbene esso sia in relazione con ‛ impronta ' (cfr. Imprenta; Imprentare). Anche in Pg XVII 123 è chi per ingiuria par ch'aonti / ... e tal convien che 'l male altrui impronti, è implicita quest'ambivalenza, rilevata dai commentatori, tra " sollecitare " e " imprimere " (" affretti ", spiega il Parodi; " concepisca e fissi nella mente " il Del Lungo) e un senso richiama l'altro perché è dell'iracondo offeso non solo affrettare la vendetta nel desiderio, ma ricercarne di sua mano l'esecuzione. Si notino anche le chiose del Buti (" faccia, o faccia fare male al nimico suo "), del Venturi (" abbia... la mente improntata del male che va disegnando all'offensore "), dell'Andreoli (" con le proprie mani ‛ conii ', faccia il male altrui "), da cui si discosta il Lombardi: " dee qui ‛ improntare ' aver senso di ‛ chiedere ', di ‛ cercare ' ".
Bibl. - Parodi, Lingua 264 e 267.