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impigliare

Enciclopedia Dantesca (1970)
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impigliare


Il termine compare soltanto nel Purgatorio. Con costrutto transitivo, nel senso proprio di " arrestare avviluppando ", detto delle cannucce e del braco che impigliar Iacopo del Cassero in fuga (V 83). Figuratamente è detto dei castighi che trattengono, legano, costringono le anime alla pena: Omai veggio la rete / che qui vi 'mpiglia e come si scalappia (XXI 77). Inaccettabile la lezione ne 'mpiglia (v. Petrocchi, ad l.).

In rima compare due volte la forma s'impiglia, con costrutto intransitivo pronominale. Con valore figurato nel richiamo di Virgilio a D. che si lascia irretire da curiosità per le anime rallentando l'ascesa al monte: Pg V 10 Perché l'animo tuo tanto s'impiglia... ?, " implicat se aliis rebus vanis " (Benvenuto). In XII 17 è detto dei conti di Castrocaro e di Conio che " si danno pena " di mettere al mondo figli degeneri, quasi, così facendo, continuassero a tessere una tela, in cui resterà impigliato il buon nome della casata: mal fa Castrocaro, e peggio Conio, / che di figliar tai conti più s'impiglia, " si piglia briga e s'intriga " (Venturi).

Vocabolario
impigliare
impigliare v. tr. [comp. di in-1 e pigliare] (io impìglio, ecc.). – Afferrare, avviluppare, in modo da trattenere e da impedire il movimento: i rami le impigliarono i capelli; Corsi al palude, e le cannucce e ’l braco M’impigliar sì ch’i’...
spigliare
spigliare v. tr. [der. di impigliare, per sostituzione del pref. s- (nel sign. 1) a in-1] (io spìglio, ecc.), non com. – Rendere più disinvolto, più aperto e sicuro di sé: il vivere in città l’ha un po’ spigliato; nell’intr. pron., spigliarsi,...
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