IMPICCAMENTO (fr. pendaison; sp. ahorcamiento; ted. Erhängung; ingl. hanging up)
Asfissia meccanica determinata dall'impedimento alla respirazione per un laccio che passato attonno al collo ne produce la compressione e lo stiramento per il peso stesso del corpo che vi rimane più o meno sospeso. Il meccanismo della morte è in gran parte uguale a quello delle altre asfissie. Tuttavia, in questo caso, intervengono fenomeni attinenti alle speciali lesioni degli organi del collo. La morte segue rapidamente con la perdita quasi subitanea della coscienza. A seconda della posizione del laccio e per altre circostanze si hanno differenze nei modi di morire. Se, per es., l'ansa del laccio, al davanti del collo, è molto in alto, s'ha compressione della base della lingua che viene spinta contro la colonna cervicale e viene a tamponare la faringe impedendo completamente il respiro. Per la compressione dei grossi vasi (carotidi) si produce subitanea anemizzazione del cervello e immediata perdita di coscienza. Se predomina la compressione delle vene (giugulari) si determina cospicua congestione al capo e anche ecchimosi e apoplessie. La compressione e lo stiramento del nervo pneumogastrico dà luogo a perturbamenti nella funzione cardiaca. Nei casi di violento stiramento sul collo (come nei giustiziati) si possono osservare lussazioni vertebro-cervicali con stiramenti del midollo, ecc. La morte è rapida, può anche essere istantanea per inibizione bulbare; ma, per lo più, dopo sensazioni di caldo, ronzii, fosfeni, ecc.; segue subito perdita di coscienza, violente convulsioni e poi rilasciamento finale, anche degli sfinteri. La morte si ha in 5-10 minuti. In casi speciali, dopo che l'impiccato è stato deposto, si può avere la ripresa del cuore. Nei sopravissuti si possono verificare disturbi dovuti alla compressione sul collo e cioè disfagia, congestione polmonare, polmoniti e anche turbe psico-nervose.
Il reperto anatomico è caratterizzato dai segni del laccio attorno al collo ossia dal "solco", il quale varierà in grandezza, profondità e regolarità a seconda che si tratterà di cordicella sottile, fasce, fazzoletti, cinghie, ecc. Data la sospensione del corpo, il solco non suole essere completo attorno al collo. Si può così vedere se esso rappresenta lo stiramento dell'ansa in avanti, in addietro, di fianco, ecc. Se la pressione del laccio è molto forte, si costituisce un solco a fondo pergamenaceo. Con lacci morbidi, come lenzuoli, fazzoletti e simili, anche il solco è molle, a strisce e più o meno congesto sui bordi. Nel solco si possono trovare anche piccoli stravasi, e se la pressione è stata molto violenta, si riscontrano stravasi ed ecchimosi fra i muscoli del collo, rotture dell'osso ioide o dei corni della tiroide; assai raramente, delle lamine della tiroide. Furono descritte lesioni dell'intima della carotide e dei nervi. Il viso è congestionato; ma si può trovare anche pallido. La lingua sporge fra le arcate dentarie. Le ipostasi si trovano agli arti inferiori. Il turgore dei genitali è dovuto all'ipostasi e l'emissione del seme è generalmente dovuta a rilasciamento degli sfinteri. I visceri interni si trovano congestionati così come in tutte le altre asfissie.
La morte per impiccamento generalmente è dovuta a suicidio. Rarissimi sono i casi d'omicidio, perpetrato, si capisce, per sorpresa e in complicità. L'impiccamento può essere simulato con l'appendere la vittima dopo che un omicidio sia stato in altro modo consumato. I caratteri del solco al collo e la distribuzione delle macchie ipostatiche metteranno sull'avviso il perito medico-legale. Si deve tener presente che la morte per impiccamento si può effettuare anche se il soggetto tocca coi piedi a terra o anche sia seduto, in ginocchio, ecc. Le posizioni in cui si possono trovare gl'impiccati sono svariatissime. Da un classico studio di A. Tardieu risulta che sopra 281 impiccati 169 toccavano coi piedi a terra, 42 erano in ginocchio, 29 distesi o quasi coricati, 19 seduti, 3 accovacciati; soltanto gli altri erano sospesi. Eccezionalmente s'ha l'impiccamento accidentale, sia durante sospensioni fatte per scherzo, sia per caduta d'incoscienti rimasti appesi per la cravatta o per il fazzoletto che portavano al collo.