AUGUSTA, imperatrice di Germania
Nacque il 30 settembre 1811 da Carlo Federico, granduca di Sassonia Weimar, e dalla granduchessa Maria, figlia dello zar Paolo I di Russia. Ricevette un'educazione letteraria non priva d'influssi della cultura francese, che negli anni precedenti aveva avuto campo di diffondersi in quella corte. L'11 giugno 1829 sposò Federico Guglielmo, secondogenito del re Federico Guglielmo III di Prussia. Nelle agitazioni del 1848 la fama di liberalismo, che aveva accompagnato la principessa Augusta sin dalla sua partenza dalla casa paterna, diede origine alla voce che i riformatori vagheggiassero una sua reggenza. Assai più fondata fu la reputazione di protettrice dei cattolici, venuta alla principessa dal suo interessamento per le iniziative sociali e benefiche dei fedeli a questa confessione, soprattutto durante la dimora che suo marito fece nelle provincie renane come governatore generale negli anni che seguirono il 1848. Anche quando nel 1857 il principe fu richiamato a Berlino e dovette prepararsi a sostituire sul trono il fratello malato, la principessa continuò a risiedere per lunghi mesi a Coblenza. Le simpatie, che essa non celava, per il cattolicismo liberale e per il costituzionalismo britannico la rendevano invisa ai conservatori prussiani, e Bismarck la ritenne sempre a buon diritto una decisa sua avversaria. Tale si manifestò anche dopo esser divenuta regina, p. es. nella crisi del 1866, quando l'energico ministro indusse il re Guglielmo I ad infierire contro gli altri principi tedeschi che non avevano voluto collocarsi al suo fianco nella lotta contro l'Austria. Parimenti, durante la guerra del 1870, i sentimenti umanitarî della regina si ribellarono alle dolorose esigenze militari: Bismarck attribuì alla sua influenza sul consorte i ritardi da lui frapposti al bombardamento di Parigi. Nelle memorie della principessa Leonilla Sayn-Wittgenstein Bariatinsky, amicissima della regina e legata da affinità spirituali e da lunghe dimore a Parigi coi cattolici francesi, sono ricordati i tentativi che la regina stessa fece durante il conflitto per avviare trattative di pace col tramite di monsignor Dupanloup, vescovo di Orléans. La fatale logica degli eventi obbligò poi la sovrana a circoscrivere la sua azione nel campo delle opere di assistenza ai feriti. Essa si fece banditrice della diffusione della Croce rossa in Germania; ma, firmata la pace, il conte Èlie de Gontaut-Biron, gran signore legittimista, inviato dal Thiers a Berlino come primo ambasciatore francese dopo la sconfitta, trovò nell'imperatrice Augusta un appoggio attivissimo che esasperava il cancelliere, il quale imputò segnatamente all'imperatrice l'allarme sorto in Francia nel 1875 per un preteso, e del resto tutt'altro che inverosimile, progetto del Bismarck di riaprire le ostilità contro la Francia, intento frustrato dal Gontaut e dal ministro francese degli esteri Decazes, che fecero appello al veto dello zar di Russia. Anche il Kulturkampf incontrò la più aperta disapprovazione dell'imperatrice, che, sebbene protestante ed aliena dalle dottrine ultramontane, era contraria, per spirito di tolleranza, alle misure di polizia largamente usate dal Bismarck contro il clero cattolico. In questo campo gli ostacoli sollevati dalla sovrana, con gl'incessanti suoi ricorsi all'imperatore, contro l'applicazione delle "leggi di maggio", raggiunsero risultati apprezzabili, e, se evitarono di coinvolgere la corona nelle misure più odiose, contribuirono anche effettivamente all'insuccesso clamoroso della politica ecclesiastica del Bismarck. Anche quando questi dovette rassegnarsi a mutare rotta, non perdonò mai all'imperatrice la sua opposizione e si vendicò perseguitando tutti coloro che si fossero segnalati per la devozione all'imperatrice. La quale finì per chiudersi in un mondo ristretto di amici fedeli, consacrandosi alla musica, alla letteratura e alle opere di carità. Sopravvisse all'imperatore Guglielmo, fino al 7 gennaio 1890, e vide la caduta dell'aborrito cancelliere, quando ormai, da almeno dieci anni, essa aveva rinunciato ad esercitare un'influenza politica.
Bibl.: H. v. Petersdorff, Kaiserin Augusta, Lipsia 1900; E. Berner, Der Regierungsfang des Prinz-Regenten von Preussen und seine Gemahlin, Berlino 1902; F. Bornhak, Kaiserin Augusta, Berlino 1904.