immunosorveglianza
Proprietà del sistema immunitario che permette di controllare la crescita neoplastica in vivo, ed è resa possibile dalla comparsa sulla membrana delle cellule neoplastiche di antigeni tumorali in grado di essere individuati e controllati dalle cellule immunocompetenti opportunamente attivate. L’esistenza di questa abilità del sistema immunitario, ipotizzata fin dall’inizio del Novecento, è stata dimostrata solo a partire dagli anni Sessanta dello stesso secolo, mostrando la capacità del sistema immunitario del topo di attaccare ed eradicare un tumore causato da un agente cancerogeno. L’associazione fra l’immunodeficienza e il maggior rischio di crescita neoplastica è stata poi dimostrata anche nell’uomo, con le osservazioni condotte su pazienti con difetti immunitari congeniti o in soggetti sottoposti a terapia immunosoppressiva perché riceventi di trapianti d’organo, così come con le indagini eseguite su alcuni virus oncogeni dotati di forte immunogenicità. L’immunosorveglianza può dunque eliminare le cellule tumorali che siano dotate di proprietà immunogeniche. Quando ciò non accade, le cellule neoplastiche possono andare incontro a una fase di stasi che si può prolungare anche per anni, oppure alla rapida replicazione. In questo secondo caso, soprattutto, è centrale la capacità di queste cellule di evitare l’innesco della reazione immunitaria. Come ciò avvenga non è ancora del tutto chiaro, e si pensa che siano coinvolte mutazioni che riguardano la presentazione dell’antigene. È noto, inoltre, che alcune cellule tumorali sono portatrici di mutazioni che consentono la produzione di grandi quantità di interleuchine (IL-10) che sopprimono la risposta immunitaria. Evidenze molto recenti hanno anche messo in luce che alcuni malati di cancro possiedono livelli di linfociti T regolatori insolitamente alti. Dal momento che queste cellule possono esercitare un’azione di soppressione sull’attività immunitaria, è stato ipotizzato un legame tra l’alto livello di T regolatori e l’elusione della risposta immunitaria da parte delle cellule tumorali. È stato comunque dimostrato che tutti i componenti dell’immunità cellulo-mediata (in particolare, dei linfociti T CD4+ e CD8+) e dell’immunità acquisita sono coinvolti in questo processo di controllo delle neoplasie. Ciò ha aperto anche nuove strade per le terapie immunologiche del cancro, cercando di sfruttare le conoscenze acquisite per migliorare e potenziare la risposta immunitaria contro le cellule neoplastiche.