ILDEGARDA di Bingen, santa
Nata verso il 1100 a Böckelheim, visse dall'età di 8 anni nel monastero di Disibodnberg, ove fu eletta nel 1136 superiora. Nel 1150 si trasferì nel nuovo monastero da lei fondato sul Rupertsberg Bingen, e vi rimase fino alla morte, avvenuta il 17 settembre 1179. Godette in vita gran fama di dotta e di santa; dopo la morte fu veneratissima, e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi. Scrisse molto, coadiuvata da altri, trattando di teologia, ascetica, esegesi, musica, medicina, poetica, soprattutto di storia naturale. Sulle sue "visioni" molto si è discusso e anche più sulle sue profezie. Le sue numerose lettere, dirette fino a Roma e a Gerusalemme, hanno per destinatarî vescovi principi, Corrado III, Federico Barbarossa, S. Bernardo di Chiaravalle, ecc.; ivi ella appare loro consigliera nelle questioni più diverse specialmente riguardanti la riforma della Chiesa, e risulta anche che la grande venerazione con cui venivano ricevuti i suoi ammonimenti era dovuta alla reputazione d'inviata da Dio, di cui godeva specialmente negli ultimi anni.
Scritti: Sono raccolti per intero in Patr. Latina, CXCVII, in questo ordine: Epistolae (col. 145 segg.); Scivias (cioè Sci vias Domini, "Conosci le vie del Signore") seu Visiones (col. 383 segg.); Liber divinorum operum (col. 739 segg.); Solutiones XXXVIII Quaestionum (col. 1037 segg.); altri scritti e infine Physica, o, nel vero titolo, Subtilitatum diversarum naturarum creaturarum libri novem. Il card. G.B. Pitra, negli Analecta Sacra Spicilegio Solesmensi parata, VIII (1882), mise in luce molti scritti nuovi e non meno notevoli della santa, con molte correzioni dei già noti. Si attende un'edizione critica del Huyben.
Bibl.: Alla bibliografia data da F. Vernet, in Dict. de théol. cathol., VI, ii, col. 2478 segg., si aggiungano gli altri scritti discussi in Analecta Bollandiana, XXXIX (1921), p. 205 sgg., e XLVI (1928), p. 422 segg.