ILARIO vescovo di Arles
Monaco nel monastero di Lérins, la sua santità di vita e la sua vasta cultura gli meritarono l'elezione alla sede episcopale di Arles, alla morte di Onorato (428-429) che l'aveva retta per soli due anni. I. (seppure in misura minore di Cassiano) si segnalò per la sua opposizione al predestinazionismo agostiniano, meritandosi gli strali di Prospero d'Aquitania. Ma più che per il suo semipelagianesimo, I. è noto per la sua vertenza con la Chiesa di Roma a proposito della giurisdizione della sede di Arles che, con il vescovo Patroclo, era stata da papa Zosimo dichiarata (417) metropolitana della Viennese, Narbonese I e II nonché vicaria della Santa Sede nelle Gallie. Per quanto il privilegio fosse stato concesso a titolo personale e temporaneo, I. credette di poter fare atto di giurisdizione persino oltre i confini della vecchia Narbonese deponendo il vescovo di Besançon. Ma posta la questione di fronte a papa Leone I, questi, nonostante il viaggio di I. a Roma, spogliò I. di ogni diritto persino come metropolitano della sola Viennese, lasciandogli il puro e semplice vescovato di Arles. Al quale I., dopo la condanna papale (consacrata da un rescritto di Valentiniano III al patrizio di Arles, Aezio), seguitò ad attendere con immutato zelo non senza tentare a più riprese, ma invano, di superare il suo dissidio con Leone Magno. Morì il 5 maggio 449.
Prendendo a modello gli scritti agiografici di Sulpicio Severo, I. aveva composto un Sermo de vita Sancti Honorati (in Patrol. Lat., L, col. 1249 segg.). Qualche altro scritto è di dubbia attribuzione.
Bibl.: La Vita di I. scritta da Reverenzio (v. P. B. Kolon, Die Vita S. Hilarii) Arelantesis. Eine eidographische Studie, Paderbon 1925) ha scarso valore storico. V. inoltre: L. Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, I, Parigi 1894; id., Storia della chiesa antica, III, Roma 1911, pp. 324-327; M. Schanz e G. Krüger, Gesch. der röm Lit., IV, ii, Monaco 1920, p. 528 segg.