Il Vicino Oriente: il territorio
Il Vicino Oriente, anche detto Asia Occidentale o Anteriore (spesso, ma più impropriamente, chiamato anche Medio Oriente), corrisponde a una vasta regione con caratteri fisici diversissimi che si estende dal Mediterraneo all'Iran occidentale e dall'Anatolia alla Penisola Arabica. La dorsale montuosa principale della zona è rappresentata dalle catene del Tauro e degli Zagros, che separano lo spazio siro-mesopotamico dalle alte terre anatoliche e iraniche, divise dall'area delle steppe euroasiatiche tramite le catene del Caucaso. La costa levantina è separata dalle zone interne della Siria-Palestina da una profonda faglia, fiancheggiata da alti monti (Amano, Gebel an-Nusayriyah, Libano) sul suo fianco occidentale verso il Mediterraneo: dalla piana di İslâhiye a nord, attraverso le valli dell'Oronte, della Beqaa e del Giordano, la faglia prosegue a sud lungo il Mar Morto, il Wadi Araba e il Mar Rosso.
Sotto il profilo geografico e culturale si possono individuare varie regioni: la loro denominazione risale all'epoca classica ed esse non coincidono con i confini politici attuali, derivati dalle vicende politiche seguite alla dissoluzione dell'impero ottomano nel 1918. L'Anatolia include la regione montuosa occidentale affacciata sul Mar Egeo, quella centrale di altopiani nell'area dei laghi salati, quella settentrionale che include le erte catene lungo il Mar Nero, quella orientale che si estende fino al Caucaso e quella sud-orientale localizzata immediatamente a nord degli altopiani siriani. La regione siro-palestinese può suddividersi in Siria costiera e Siria interna (cioè l'area dei tavolati fino all'Eufrate, a est) e in Palestina settentrionale e meridionale, a est della quale si estende la Transgiordania. I limiti orientali dell'area siro-palestinese sfumano nel vasto Deserto Siriaco.
La Mesopotamia, classicamente individuata dal corso di Eufrate e Tigri, si suddivide in settentrionale, a nord di Baghdad, e in meridionale, fino al Golfo Persico, dove lo sbocco di Tigri ed Eufrate ha quindi interrato la linea di costa che si è spostata verso sud-est (dando origine alle vaste paludi a nord di Bassora). Le pianure alluvionali mesopotamiche si saldano senza soluzione di continuità a quelle della Persia propriamente detta, cioè le odierne regioni del Khuzistan e del Fars. La zona del Golfo (che negli ultimi 10.000 anni è rimasto sostanzialmente stabile come livello del mare) vede, sulle sue sponde sud-orientali, una stretta fascia costiera alle spalle della quale si estendono le distese del deserto interno della Penisola Arabica, che a sud e a ovest è separato dalle coste da catene montuose che guardano rispettivamente verso l'Oceano Indiano e il Mar Rosso.
Le precipitazioni attuali sono ovviamente più alte intorno ai rilievi e quindi anche le coste mediterranee hanno medie annue elevate. Mentre la Siria interna e la Mesopotamia settentrionale hanno una stagione invernale umida, più aride sono la zona centrale dell'Anatolia, la Palestina meridionale e la Mesopotamia centrale e meridionale. In quest'ultima regione è però possibile un'agricoltura irrigua con alti rendimenti, dato che i fiumi ‒ e in particolare l'Eufrate, visto che il Tigri ha un corso spesso impetuoso ‒ non scorrono più incassati nel tavolato come in Mesopotamia settentrionale. I margini del Deserto Siriaco definiscono la cosiddetta Mezzaluna Fertile, l'area coltivabile che si estende intorno a esso e che all'incirca coincide con la curva dei 200 mm annui di precipitazioni. Questa è la soglia minima per permettere un'agricoltura non irrigua. Dopo l'ultima fase glaciale vi sono state, ancora in epoca pienamente storica, fluttuazioni anche significative di questo quadro, che hanno inciso sul popolamento di aree ecologicamente più marginali.
La distribuzione delle risorse naturali nel Vicino Oriente vede la vegetazione di alto fusto limitata alle zone montuose, nell'area siro-mesopotamica prevalendo una vegetazione di tipo steppico: l'antropizzazione ha comunque alterato profondamente il paesaggio di vaste zone già nell'antichità. Mentre argento, rame e arsenico sono presenti in vari giacimenti lungo il margine meridionale dell'Anatolia ‒ il rame inoltre è presente nel Wadi Araba e a Cipro ‒ il ferro è diffuso più omogeneamente nella regione. Il commercio a lunga distanza ha storicamente supplito ad altre necessità. A fronte della complessità ecologica del Vicino Oriente (ben riassunta nei concetti di "interfaccia", "frontiera" e "nicchia" applicati da M. Liverani), cui corrisponde un analogo variegato quadro culturale del quale si cerca di dare conto nelle parti seguenti, è però essenziale non perdere di vista l'unità storica di fondo dei processi culturali fondamentali che si sono sviluppati in questa estremità occidentale della fascia a clima temperato del Vecchio Mondo.
E. Wirth, Agrargeographie des Irak, Hamburg 1962; Id., Syrien: eine geographische Landeskunde, Darmstadt 1971; H. Kopp - W. Röllig (edd.), Tübinger Atlas des Vorderen Orients, Wiesbaden 1977-2003; M. Liverani - L. Milano - A. Palmieri (edd.), Atlante storico del Vicino Oriente antico, Roma 1986-2002; M. Roaf, Atlante della Mesopotamia e dell'antico Vicino Oriente, Novara 1992 (trad. it.); H. Weiss et al., The Genesis and Collapse of Third Millennium North Mesopotamian Civilization, in Science, 291 (1993), pp. 995-1088.