Messaggero, Il
Quotidiano di Roma fondato nel 1878 da F. Albanese e L. Cesana (che lo diresse per molti anni e ne fu proprietario fino al 1911). Si impose a un vasto pubblico per il linguaggio semplice e l’ampio spazio riservato alla cronaca, tratti, specie quest’ultimo, destinati a caratterizzare l’intera esistenza del giornale. Moderatamente progressista (sostenne G. Giolitti contro F. Crispi), mostrò poi riserve verso la politica giolittiana di apertura a socialisti e cattolici. Dal 1911 fece parte del cartello editoriale di L. Della Torre e G. Pontremoli, orientato in senso democratico e interventista. Di proprietà della famiglia Perrone dal 1917, sostenne il regime fascista fin nella Repubblica sociale italiana, motivo per cui fu costretto a sospendere le pubblicazioni nel 1944-46. Nel dopoguerra (diretto da M. Missiroli) tenne una linea centrista e si attestò tra i più diffusi quotidiani nazionali, mostrando dal 1968 una certa propensione per la sinistra, peraltro accentuatasi nei primi anni Settanta. Ceduto dai Perrone all’editore milanese Rusconi (1973), fece parte del gruppo Montedison (1974) e poi del gruppo Ferruzzi (1998). Nei primi anni Novanta il giornale registrò un periodo di forte crisi, superata solo nel 1995 sotto la direzione di G. Anselmi (1993-96). Nel giugno 1996 la testata entrò a far parte del gruppo Caltagirone e nello stesso anno la direzione venne affidata a P. Calabrese, sotto la cui guida si riconfermò il quotidiano più diffuso nell’Italia centrale. Si sono avvicendati poi alla direzione P. Graldi (1999-2002), P. Gambescia (2002-06) e R. Napoletano (condirettore dal 2004 e direttore dal 2006).