ERENBURG, Il'ja Grigor'evič (XIV, p. 203; App. II, 1, p. 868)
Scrittore sovietico, morto a Mosca il 31 agosto 1967. Negli anni Cinquanta pubblicò altri romanzi, Devjatyj val (1951-52, "La nona ondata") e Ottepel' (1954-56, "Disgelo") che, se non eccelso per le sue doti letterarie, divenne famosissimo per aver dato il nome al periodo post-staliniano. Tornò anche alla poesia (Stichi, 1959, "Versi"), e proseguì la sua impegnata attività politico-organizzativa (fu anche in Italia). Ma la sua opera più significativa degli ultimi anni sono le monumentali memorie, Ljudi gody žizn' (1961-65, "Uomini anni vita"), che non mancarono di suscitare polemiche anche aspre, ma restano comunque un prezioso repertorio di mezzo secolo di vita culturale russa, ed europea.
Le opere di E. sono state edite in URSS in due raccolte: Sočinenija ("Opere") in 5 voll., Mosca 1952-55, e Sobranie sočinenij ("Raccolta delle opere") in 9 voll., ivi 1962-67. In Italia sono stati tradotti, tra l'altro: Il disgelo (Torino 1962), Uomini anni vita (6 voll., Roma 1961-65), Le straordinarie avventure di Julio Jurenito (Torino 1968), La tempestosa vita di Lazik (Milano 1969).
Bibl.: I. G. Erenburg, in Russkie sovetskie pisateli. Prozaiki. Biobibliograficeskij ukazatel' ("Scrittori russo-sovietici. Prosatori. Repertorio biobibliografico"), t. VI, parte 2ª, Mosca 1969; T. K. Trifonova, I. G. Erenburg, in Istorija russkoj sovetskoj literatury ("Storia della letteratura russo-sovietica"), t. IV, ivi 19712.