FRANCIABIGIO, Il
Francesco di Cristofano, detto il Franciabigio, pittore, nacque probabilmente a Firenze circa il 1482, vi morì nel 1525. Imparò l'arte da M. Albertinelli, poi preferì gl'insegnamenti del più geniale Piero di Cosimo col cui giovanissimo allievo Andrea del Sarto mise su ben presto bottega. Più che scambievoli influenze, la loro arte mostra sviluppi paralleli nel subire in gradi diversi e con diverso profitto impressioni dei massimi contemporanei. Il F., di talento meno originale, manifesta più evidentemente tali influenze: del Dürer (Tempio di Ercole, Uffizî), di Piero di Cosimo (Annunciazione, Torino), di Leonardo (tavola di S. Giobbe, Uffizî), di Raffaello (Madonne, ritratti e altre cose, Uffizî, Vienna, Dresda, Berlino ecc.) del quale specialmente egli cercò di appropriarsi l'affettuosità dei raggruppamenti e la freschezza e lucentezza del colorito. Sul tardi egli volle ingrandire la maniera secondo Michelangelo, rimanendo tuttavia sempre fedele all'equilibrio del proprio temperamento. Le sue tavole non numerose si ammirano per la grazia delle figure, per la freschezza dei colori, per l'ariosità dei paesi. A fresco dipinse nel chiostrino dell'Annunziata lo Sposalizio della Vergine (1513), ma indispettito che glie ne fossero tolte innanzi tempo le impalcature, lo guastò nei volti più belli; nel monastero della Calza affrescò un Cenacolo; nel chiostrino dello Scalzo alcune storie di S. Giovanni dipinte in terra verde (1518-19); nel salone di Poggio a Caiano nel. 1521 il Trionfo di Cicerone.
Bibl.: G. Gronau, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XII, Lipsia 1916 (con la bibliografia precedente); O. H. Giglioli, Un affresco inedito di Franciabigio, in Rivista d'arte, XI (1929), pagine 212-14.