COUCY, il Castellano di
, Troviero francese della fine del secolo XII. Il suo nome era Guido, ma egli è conosciuto sotto quello di Châtelain de Coucy, perché governatore del castello di Coucy. Morì nel 1203. Le canzoni che rimangono di lui hanno intonazione tenera e dolce e son penetrate di malinconia; onde qualcuno poté chiamarne l'autore il Jaufré Rudel della Francia settentrionale. Egli è divenuto l'eroe d'una leggenda romanzesca, destituita di qualsiasi fondamento storico, narrata nel Roman du Châtelain de Coucy et de la dame de Fayel di Jakemon Sakesep (fine del sec. XIII). La leggenda sviluppa un tema già trattato nei lai bretoni: nel lai Guiron, p. es. (quello che Isotta, nella narrazione del troviero Thomas, soleva cantare sull'arpa). È la storia truce d'un amante di cui un marito geloso, dopo averlo ucciso, fa mangiare il cuore a sua moglie: e si ritrova nell'antica biografia del trovatore Gugliemo di Cabestaing. Il tema fu poi svolto dagli scrittori posteriori (v. il Decameron del Boccaccio, IV, 9).
Bibl.: Fr. Michel, Chasons du Châtelain de Coucy, Parigi 1830; F. Fath, Die Lieder des Castellans von Coucy, Heidelberg 1883. Per il romanzo edito da Crapelet, Parigi 1829, e per la leggenda in generale v. G. Paris, in Histoire littér. de la France, XXVIII (1881), pp. 352-390; H. Hauvette, in Romania, XLI (1912).