BERGOGNONE, Il
Soprannome o secondo nome di famiglia di Ambrogio da Fossano, pittore lombardo, poiché tanto i Fossano quanto i Bergognone erano casati lombardi. Nacque probabilmente fra il 1450 e il 1460, e col Foppa fu il maggiore rappresentante della pittura in Lombardia innanzi che essa assumesse nuove forme per opera di Leonardo da Vinci. La prima menzione di lui è del 1481, quando si trova immatricolato nell'università dei pittori di Milano; l'ultima è del 1522 e accompagna la sua firma nella stanca pala di Nerviano, ora a Brera, certo posteriore alla famosa Incoronazione della Vergine affrescata nel semicatino dell'abside di S. Sempliciano a Milano. Fra queste due date estreme altri punti si possono fissare all'attività dell'artista, che nel 1488-1494 lavorava alla Certosa di Pavia, nel 1495 era di nuovo a Milano per gli affreschi di S. Satiro, i cui frammenti sono a Brera; dal 1498 al 1500 si trovava a Lodi per la cappella dell'altar maggiore dell'Incoronata, intorno al 1514 era di nuovo alla Certosa, poi ancora a Milano. Seguace, più che allievo, di Vincenzo Foppa, da questi il B. apprese l'intonazione cinerea delle carni e dell'atmosfera che era, si può dire, nell'aria della primitiva pittura lombarda. Su tale caratteristica venne fondata la divisioue dell'attività del maestro, all'ingrosso, in due periodi distinti, al primo dei quali, denominato appunto dalla maniera grigia e che meglio diremmo cerea, appartengono in particolare la notissima ancona dell'Ambrosiana e le opere compiute alla certosa di Pavia, cioè le decorazioni murali della chiesa, le pale delle cappelle, il Cristo portacroce oggi nella Galleria di Pavia e numerosi quadretti dipinti per le celle dei religiosi e oggi dispersi nelle varie collezioni d'Europa, tra i quali è opportuno ricordare la Vergine col Certosino e la Vergine del velo, ambedue a Brera, la piccola Deposizione del nobile Cagnola, la Madonnina (n. 1410) della National Gallery, quella affiancata da angeli del Museo di Berlino, e l'altra già Stroganoff, il S. Girolamo della collezione Albertini. Poi la tinta delle carni comincia a riscaldarsi, pur restando argentina come nel delizioso Battesimo di Melegnano (datato 1496); più tardi, nel polittico della chiesa di S. Spirito a Bergamo e nelle pale dell'Incoronata di Lodi, l'atmosfera si accende, il sentimento del pittore si raddolcisce, le sue figure vanno perdendo quella lor freddezza ieratica, e l'artista si avvia verso l'ultima fase che appare nell'abside di S. Sempliciano. Temperamento pittorico notevole, ma di non profonda sensibilità, pittore aggraziato e di fine spiritualità, ma incapace di voli, artista di pura tradizione, chiuso nelle sue formule e cristallizzatosi nei suoi soggetti, il B. avvertì nell'ultimo periodo della sua vita il rivolgimento operato nell'arte dalla viva corrente leonardesca, ma ne subì l'influsso senza comprenderlo e finì per corrompere la sua schietta e spontanea natura senza riuscire ad esprimersi in un linguaggio che si avvicinasse al uuovo. (V. tavv. CLXXV e CLXXVI).
Bernardino, minor fratello di Ambrogio, seguì le orme di lui: collaborò nelle decorazioni murali della certosa di Pavia nel primo soggiorno del maestro colà tra il 1490 e il 1495 e lo aiutò anche nelle pitture a fresco dell'Incoronata (1498). Nel 1517-18 è ricordato negli annali del duomo di Milano. Sola opera sicura di lui è un S. Rocco, a Brera, firmato e datato 1523; altre vanno probabilmente confuse nelle diverse raccolte sotto il nome generico di scuola del Bergognone.
Bibl.: F. Malaguzzi-Valeri, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910 (con la bibl. precedente); A. Venturi, Storia dell'arte it., VII, iv, Milano 1915; G. Cagnola, Intorno al Borgognone, in Rass. d'arte ant. e mod., I (1914), pp. 217-222.