Romanzo (1886) della scrittrice italiana C. Invernizio (1851-1916).
Clara è sposata con il conte Rambaldi, che la avvelena per fuggire a Parigi con la sua amante, portando con sé la figlia Lilia. Viene però salvata da un'orribile destino dall'arrivo fratello Alfonso, in precedenza esiliato e poi liberato per l'intervento della sorella, il quale, chinatosi sulla bara per darle l'ultimo saluto, si accorge che lei non è morta, ma che respira ancora. Seguirà la riunione della famiglia.
Tra gli adattamenti cinematografici tratti dal racconto si ricorda il film omonimo (1949) del regista cinematografico G. Brignone.