SILONE, Ignazio
Pseudonimo di Secondo Tranquilli, scrittore e uomo politico, nato a Pescina (L'Aquila) il 1° maggio 1900. Studiò dapprima nel seminario del suo paese, poi nel Collegio Massimo di Roma, retto dai gesuiti. Entrò molto giovane nel Partito socialista, orientandosi verso l'estrema sinistra e collaborando nel 1921 alla costituzione del Partito comunista, dove, particolarmente dopo l'avvento del fascismo, esplicò mansioni direttive: fu il responsabile del PCI clandestino all'interno del paese dopo le leggi fasciste del 1925, delegato italiano a Mosca, membro dell'esecutivo. Ha narrato in un Symposium (Londra 1946, comprendente scritti affini di A. Gide, S. Spender, A. Koestler), le fasi della sua lotta politica in Italia e nell'esilio, fino all'uscita dal Partito comunista (1930). Fedele al suo ideale di un socialismo democratico, umanitario e federalista, non alieno da fermenti cristiani e morali, ha militato nel Partito socialista in esilio, poi, rientrato in Italia nel 1945, nel PSIUP, uscendone con la scissione che diede origine al PSLI, del quale però, pur fiancheggiandone autorevolmente l'operato politico, non ha inteso far parte. Fu deputato all'Assemblea costituente, e ha diretto Europa socialista. È presidente del PEN Club italiano.
Durante il suo esilio a Zurigo pubblicò varî volumi di battaglia politica: Il fascismo, 1934; Un viaggio a Parigi, 1934; La scuola dei dittatori, 1938; Mazzini, 1939. Ma il suo nome di scrittore è affidato soprattutto ad alcuni romanzi: Fontamara (Zurigo 1930, Roma 1948), Il seme sotto la neve, (Zurigo 1940, Roma 1945), Pane e vino (Zurigo 1937), tradotti in molte lingue, e al dramma Ed egli si nascose (Zurigo 1944, Roma 1945), robuste e schiette raffigurazioni del dramma sociale italiano, e, più particolarmente, delle popolazioni molisane. In queste opere letterarie, cresciute sulla linea della tradizione veristica e verghiana, ma con un loro sapore polemico moderno, scritte in una prosa forse poco coltivata ma indubbiamente genuina, vibra un'emozione etico-sociale e una immediatezza di eloquio che spiegano il grande successo ottenuto all'estero dal Silone.
Bibl.: J. Wassermann, in Tages Anzeiger, 1933; G. Greene, in The Spectator, 2 novembre 1934; L. Trockij, in La Verité, 1934; C. Rosselli, in Giustizia e Libertà, Parigi 1934; G.A. Borgese, in Nation, 1939; M. Vaussard, in Temps présent, 1° ottobre 1939; G. Piovene, in Città, febbraio 1945; F. Jovine, in L'Italia che scrive, novembre 1945; E. Wilson, in New Yorker, 8 settembre 1945; G. Woodcock, in Writers of to-Day, 1948; G. Pampaloni, in Il Ponte, gennaio 1949.