GUIDI, Ignazio
Insigne orientalista italiano, nato a Roma il 31 luglio 1844, vivente. Studiò nell'università romana, ma dovette a sé stesso la conoscenza del metodo scientifico nell'orientalismo, assai poco noto e ancor meno coltivato nella Roma d'allora, dove l'insegnamento era in gran parte affidato a ecclesiastici di riti orientali, dei quali tuttavia il G. si valse largamente per impratichirsi della tradizione grammaticale dell'arabo e del siriaco (come più tardi, anche per mezzo di ecclesiastici orientali, indagò la grammatica e il lessico dei dialetti aramaici e dell'amarico). Dapprima (1873-76) custode del gabinetto numismatico dei Musei Vaticani (ufficio nel quale ebbe campo di adoperare la sua profonda cultura classica, come poi nel 1886-87 nell'incarico e nel 1887-88 nella supplenza dell'insegnamento del greco nell'università di Roma), fu dal 1876 al 1919 incaricato, straordinario (1879), ordinario (1885) di ebraico e lingue semitiche comparate nell'università di Roma, dal 1885 anche incaricato dell'insegnamento di storia e lingue d'Abissinia.
I suoi primi lavori, edizioni di testi e studî di storia letteraria araba (Gemâleddini Ibn Hiśâmi commentarius in carmen Ka‛bi ben Zoheir "Bânat Su‛âd" appellatum, Lipsia 1871-74; Studi sul testo arabo del Libro di Calila e Dimna, Roma 1873), lo rivelarono arabista di prim'ordine; e mentre anche in seguito dedicò all'arabo larga parte della sua attività, rivolse le sue indagini all'intero dominio delle lingue semitiche (tranne che all'assiro-babilonese), spingendole anche al copto, con preferenza per le ricerche di letteratura e storia ecclesiastiche, alle quali portò contributi fondamentali. Conoscitore impeccabile delle svariate lingue in cui lavorò e che furono da lui studiate sia dal punto di vista della scienza europea sia da quello della tradizione indigena (si hanno di lui felici composizioni in versi arabi e siriaci, e in arabo tenne un corso di lezioni nell'università del Cairo nel 1908-9), parimenti esperto del mondo religioso e culturale musulmano e di quello cristiano, a nessuno dei molteplici ordini di studî da lui coltivati contribuì tanto quanto a quelli dell'antico etiopico e dell'amarico, dei quali la sua opera segna una nuova fase. Ancor giovane, si cimentò a lavori di sintesi col poderoso saggio Della sede primitiva dei popoli semitici (in Mem. Acc. Lincei, serie 3ª, III, 1879) in cui cercò, attraverso la comparazione linguistica, di ricostruire la cultura materiale e spirituale dei Semiti primitivi e ne indusse che il solo ambiente geografico compatibile con essa fosse la pianura babilonese: tesi in contrasto con l'opinione allora prevalente, che derivava i Semiti dall'Arabia, e ancora oggi, benché naturalmente modificata dalle vastissime scoperte dell'ultimo cinquantennio, meritevole di considerazione. Più tardi, tuttavia, il G. rifuggì da opere di carattere generale (salvo che in scritti di divulgazione) e rivolse tutta la sua straordinaria attività a monografie severamente filologiche, edizioni numerosissime di testi, emendazioni congetturali, note storico-letterarie: dovunque mostrando le doti caratteristiche del suo genio filologico, fondato su una erudizione immensa, su un vivo senso della lingua e dell'ambiente storico, su un felicissimo acume critico.
Maestro infaticabile e amoroso, ebbe a discepoli quasi tutti i semitisti italiani e numerosi stranieri; contribuì con aiuti e consigli a moltissime imprese scientifiche singole e collettive; fu spesso consultato dal governo in questioni coloniali. Membro delle principali accademie italiane e straniere, è senatore dal 1914.
Suo figlio Michelangelo, nato a Roma il 19 marzo 1886, incaricato (1919) e poi titolare (1925) di lingua e letteratura araba nell'università di Roma, si è occupato anche di diverse lingue e letterature semitiche (Contributo all'agiografia etiopica, in Rend. Acc.Lincei, Roma 1916; La omelia di Teofilo di Alessandria sul monte Coscam nelle letterature orientali, ibid., Roma 1921) e di copto, ma specialmente di arabo (Un libro di Ibn al-Muqaffa‛ contro il Corano confutato da al-Qāsim b. Ibrāhīm, ed. e trad., Roma 1927, ecc.). Dal 1926 al 1929 ha insegnato storia della linguistica araba in arabo, nell'università del Cairo.
Opere principali di Ignazio G.: Arabo: edizioni degli Annali di at-Tabarī, II, pp. 540-1380 (Leida 1882-86, sommario del contenuto, in Rendic. Acc. Lincei, 1925); del Libro dei verbi di lbn al-Qūtiyyah (Leida 1894); indici alfabetici del Kitāb al-Aghānī (Leida 1900); traduzione del Mukhtasar di Khalīl ibn Ishāq, I (Roma 1919); La descrizione di Roma nei geografi arabi, in Archivio soc. rom. st. pair., 1887; L'Arabie antéislamique (Parigi 1921). Arabo meridionale: Summarium grammaticae veteris linguae arabicae meridionalis (Cairo 1930, in latino e in arabo). Siriaco: La lettera di Simeone di Beth-Arsham sopra i martiri omeriti, in Mem. Acc. Lincei (Roma 1881); La lettera di Filosseno ai monaci di Teleda, ibid. (Roma 1886); Un nuovo testo siriaco sulla storia degli ultimi Sassanidi, in Actes du VIIIe Congr. des Orient. (Leida 1891); Chronica Minora, in Corpus Script. Christ. Orient. (Parigi 1890-1902). Etiopico: Le traduzioni degli Evangeli in arabo e in etiopico, in Mem. Acc. Lincei (Roma 1888); Proverbi, strofe e racconti abissini (Roma 1894); Il "Fetha Nagast" o Legislazione dei Re, voll. 2 (Roma 1897-99), Qĕnē inni abissini, in Rend. Acc. Lincei (Roma 1901); Annales regum Johannis I, Iyâsu Iet Bakâffâ e Historia gentis (Gala, in Corp. Script. Christ. Orient. (Parigi 1902 e 1907); Le Synaxaire éthiopien, in Patrologia Orientalis (Parigi 1906); Storia della letteratura etiopica (Roma 1932); Grammatica elem. della lingua amariñña (Roma 1899, 3ª ed. Napoli 1909); Vocabolario amarico-italiano (Roma 1901). Ebraico: Note ebraiche (Roma 1927). Copto: Frammenti copti, in Rend. Acc. Lincei (Roma 1887-88); Gli Atti apocrifi degli Apostoli nei testi copti, arabi ed etiopici, in Giorn. Soc. asiat. it. (Firenze 1889); Il testo copto del Testamento di Abramo, ecc., in Rend. Acc. Lincei (Roma 1900); Elementa linguae Copticae (Napoli 1924). Varie: Testi orientali inediti sopra i Sette Dormienti di Efeso, in Mem. Acc. Lincei (Roma 1884-85); L'historiographie chez les Sémites, in Revue Biblique (Parigi 1906).
Bibl.: Bibliografia degli scritti di Ignazio G. fino al 1911 in Riv. d. Studi Orient., V, pp. 4 e 77-89; G. Gabrieli, Un grande orientalista vivente, I. G., in Nuova Antologia, 1° settembre 1931.