Storico, teologo e uomo politico (Bamberga 1799 - Monaco di B. 1890). Fu tra i maggiori oppositori alla proclamazione del dogma dell'infallibilità pontificia e diede importanti contributi allo sviluppo della chiesa vero-cattolica.
Sacerdote cattolico (1822), prof. (1826) di storia ecclesiastica all'univ. di Monaco, entrò prestissimo nel circolo di J. J. Görres, aderendo a quegli ideali religiosi e culturali. Nel 1848, membro del parlamento di Francoforte, sostenne la necessità dell'autonomia della Chiesa dallo Stato, insieme con la formazione di una chiesa cattolica tedesca con larga autonomia. Sono le idee che D. svilupperà, con crescente impegno polemico, dopo il viaggio a Roma del 1857, dapprima in una serie di conferenze (1861) contro il potere temporale, poi con l'opposizione accanita e insistente al Sillabo e all'infallibilità pontificia, specie nel corso del Concilio Vaticano I con le sue Römische Briefe vom Konzil (1870) firmate con lo pseudonimo di Quirinus. Avendo rifiutato di accettare le decisioni del Concilio Vaticano I, nel 1871 fu scomunicato. Lasciò la cattedra e da un lato ispirò e diresse il movimento dei Vecchi Cattolici, dall'altro continuò con intensità il suo lavoro scientifico.
Scrisse, oltre a un manuale di storia della Chiesa (1828), uno studio su Maometto (1838) e la celebre storia della Riforma (Die Reformation, ihre Entwicklung und ihre Wirkungen, 1846-48). Inoltre Hippolytus und Callistus (1853), Heidentum und Judentum (1857), Christentum und Kirche (1860); negli importanti Beiträge zur Sektengeschichte (1890) raccolse testi anche inediti e diede delle eresie dualistiche del Medioevo la prima storia moderna, ritrovandone le origini lontane, attraverso pauliciani e bogomili, nell'antico gnosticismo e manicheismo.