IERAPOLI di Frigia (‛Ιεράπολις, qualche volta anche ‛Ιερόπολις, Hierapolis)
Città posta nella valle del Lico, affluente del Meandro, in prossimità dell'odierna città di Āidīn. Era celebre per una sorgente di acqua calda, ricca di calcare e di acido carbonico, che sgorgava da una grotta e scendeva in cascate lungo il pendio del monte. L'esalazione dell'acido rendeva irrespirabile l'aria della grotta, chiusa pare già nel sec. IV d. C., che gli antichi riguardavano come una delle porte degl'Inferi, e chiamavano Plutonion o Charonion; il deposito del calcare ebbe d'altro lato per effetto di formare all'intorno terrazze biancheggianti di strano aspetto. La città fu fondata dopo il 190 a. C. da Eumene, re di Pergamo, quale posto di frontiera del territorio da lui acquistato dopo la battaglia di Magnesia. Ben poco si sa della sua storia; dai resti monumentali, dalle epigrafi e dalle monete, la cui coniazione si protrae nell'impero fino a Valeriano, si rileva che, per quanto spesso devastata dai terremoti, fu città fiorente per movimento commerciale e industriale e per importanza religiosa.
Passata con il regno di Pergamo in potere dei Romani, appartenne alla provincia d'Asia; godette particolarmente il favore di Settimio Severo e Caracalla.
In età bizantina fu sede episcopale.
Della città ellenistica si hanno pochi avanzi del teatro e delle mura; di quella romana invece notevoli resti delle mura, di una lunga strada porticata, di un edificio termale, alimentato certamente dalla sorgente calda, del teatro e di molti sepolcri.
Lo stesso nome hanno molte altre città dell'Asia Minore e dell'Oriente ellenico.
Bibl.: C. Humann, C. Cichorius, W. Judeich, F. Winter, Altertümer von Hierapolis, Berlino 1898, in Jahrb. Arch. Inst., supplem., IV; W. M. Ramsay, Cities and Bishoprics of Phyrigia, I, Oxford 1895; p. 84 segg.; per la forma del nome, ibid., II, p. 860 seguente; per le monete, B. V. Head, Hist. numorum, 2ª edizione, Oxford 1911, pagina 675 seg.