IEHU (ebraico Yehū'; gr. 'Ιηού, con varianti; Volgata, Iehu; nelle iscrizioni assire Ia-u-a)
Decimo dei re d'Israele (regno settentrionale) e fondatore della quinta dinastia che vi regnò. Era figlio di Iosaphat figlio di Nimshi (Namsi) e spesso designato come ben-Nimshi. Durante il regno di Acab era stato uno dei più autorevoli capi di corte, e fu portato al trono da un moto rivoluzionario favorito dai circoli profetici che mettevano capo a Eliseo (v.); di lui anzi si era già fatto nome, come futuro re, ai tempi di Elia. Durante la guerra contro i Siri, Ioram figlio di Acab e re d'Israele fu ferito presso Ramoth Galaad, e ritirandosi a Iezrahel per curarsi affidò il comando dell'esercito a I. Di quest'occasione si valsero gli ostili alla dinastia di Acab per detronizzarla; Eliseo inviò uno dei "figli dei profeti", suo discepolo, all'accampamento per ungere I. a re d'Israele, con l'incarico di distruggere la dinastia regnante. Così fu fatto, e I. uccise il re Ioram, e anche Ocozia re di Giuda; poco dopo ebbe la stessa sorte la moglie di Acab, Iezabel.
Come avversario della passata dinastia, I. si dié premura di osteggiarne anche le direttive vigenti nel campo religioso: perseguitò perciò il culto del Baal, ch'era stato favorito da Acab (v. elia), ne fece uccidere tutti i profeti e ministri, distruggerne il tempio e profanarne il luogo. Favorì, al contrario, il culto del vitello d'oro in Bethel e Dan. Benché di provenienza militare e animato da spirito guerresco, I. non fu molto fortunato nella politica estera d'Israele. Il continuo accrescersi della potenza dell'Assiria, che dalla metà del sec. IX aveva reso tributaria la Siria e minacciava sempre più le regioni circonvicine, aveva consigliato I. fin dal principio del suo regno (842 a. C.) a rendersi amica tale potenza per trovare eventualmente un aiuto in essa contro le ostilità dei Fenici, con la cui casa regnante era imparentata la dinastia di Acab da lui distrutta, e anche contro i malsicuri connazionali di Giuda. Ond'egli si rese spontaneamente vassallo dell'Assiria. Questo movimento di sottomissione all'Assiria fu seguito da Tiro, Sidone e Biblo. Tuttavia l'utilità dello spontaneo vassallaggio di I. fu molto breve. All'ondata di potenza assira tenne dietro un periodo d'inattività, di cui la Siria approfittò immediatamente per rialzare il capo; fin dall'839 sembra che essa iniziasse le ostilità contro il vassallo della nazione dominatrice, ottenendo su I. varî successi. Il regno di I. durò 29 anni (II [IV] Re, X, 36), cioè dall'842 all'815 a. C. Il ricordo di crudeltà lasciato da I. e ancor vivo ai tempi di Osea doveva riferirsi non solo alle stragi dei profeti del Baal, e a quelle dei cadetti reali, ma anche a quella della stessa famiglia di Acab avvenuta in Iezrahel.