IEFTE
. Giudice, cioè capitano d'Israele, originario della regione di Galaad. Fu costretto a fuggire di casa dai suoi fratelli che non lo volevano coerede perché figlio illegittimo. Era d'indole battagliera e ben presto si fece capo di una banda di avventurieri, venendo così in fama. In quel tempo gl'Israeliti erano sotto l'oppressione degli Ammoniti, che erano venuti a piantare le loro tende proprio nel centro di Galaad. Risoluti a respingerli, elessero a loro capitano Iefte. Questi dapprima cercò di venire a trattative con gli Ammoniti, ma invano. Allora li attaccò con le armi. Prima però, compreso della necessità dell'aiuto dall'alto, fece un voto, che se egli sconfiggeva il nemico, ritornando a casa avrebbe immolato il primo che fosse uscito a incontrarlo. Si legge in ebraico: "sarà per il Signore ed io l'offrirò in olocausto" (Giudici, XI, 31). Gli Ammoniti furono sconfitti completamente. Ma la prima persona che venne a incontrare Iefte per felicitarsi con lui fu la sua unica figlia. I. esasperato le fece conoscere il suo voto. La giovane si rassegnò e si offrì generosamente come vittima in riconoscenza della vittoria che Dio aveva accordato al suo popolo. Chiese solo che le fosse concesso di andare sui monti con le sue amiche per piangervi durante due mesi la sua verginità. I due mesi trascorsi, la giovane tornò a suo padre ed egli "le fece come aveva promesso".
Alcuno qui ha pensato a una consacrazione alla verginità perpetua; ma secondo l'opinione più comune e tradizionale, I. immolò realmente sua figlia, conforme al voto fatto, dandole la morte. L'atto era contrario alla stessa legge mosaica, e può essere solo in parte spiegato con i costumi barbari dell'epoca, da cui Israele stesso non andava esente.
I. era di un temperamento duro e incline al sangue, come è pure dimostrato da ciò che avvenne poco dopo. Ché essendosi presentati arrogantemente a lui gli Efremiti a fare le loro rimostranze, perché non erano stati arruolati nella guerra contro gli Ammoniti, egli senz'altro ne fece perire 40.000. Visse ancora sei anni e fu sepolto nella città di Masfa in Galaad (Giudici, XI-XII, 7).