IDUMEA (A. T., 88-89)
Il nome storico di Idumea (ebraico: "terra di Edom"; Settanta: 'Ιδουμαία) indica la parte meridionale della Palestina, a mezzogiorno della Giudea. È la regione degli Idumei (Edomiti) discendenti di Edom o Esaù (v.). È in sostanza un pianoro calcareo, che un ciglio discendente assai rapidamente a sud di Hebron separa dall'altipiano della Giudea; monotono, appena ondulato da dossi e mamelloni, rivestito qua e là da una coltre poco spessa di loess, con qualche zona di dune a ovest, il pianoro è solcato in letti ampî, poco incassati, da numerosi widyān, dei quali nessuno porta al mare acqua perenne e solo alcuni hanno un breve filo nel corso superiore. È perciò, anche per la scarsa piovosità (meno di 200 mm.), una zona predesertica, di trapasso al deserto sinaitico; vi sono peraltro alcune aree coltivate a orzo, specialmente nei dintorni di Bir-esh-Sheba e in vicinanza di qualche altro luogo d'acqua. Bir-esh-Sheba, l'antica Bersabea (v.), è oggi, come nell'età biblica, la più meridionale località permanentemente abitata; il resto del paese è ancora percorso da nomadi o seminomadi allevatori di ovini e cammelli.
Il senso storico e geografico del termine Idumea variò col variare delle conquiste degl'Idumei. Prima dell'esilio, dall'angusto possesso iniziale fatto a spese dei Horiti, dei monti di Se‛ir, il gruppo montagnoso oggi detto "ash-Sharā", l'occupazione edomitica si estese alle due coste della ‛Arabah. Scarsamente nota è la sua estensione sulla costa occidentale, costituita da un altipiano alto dai cinque ai seicento metri, vario di alture e di pietraie sino al deserto di Sin. Limite di Edom da questa parte fu per lungo tempo il confine meridionale della tribù di Giuda, da Cadesbarne al Mar Morto. A mezzogiorno il possesso andava sino a Elat e Asiongaber sulla punta del Golfo Elanitico. Ma il perno del possesso fu sempre la costa orientale, costituita dalla catena dei monti di Se‛ir, alti sino a oltre 1300 m., e digradante in un altipiano brullo e desolato sino alle steppe dell'Arabia, intersecata tuttavia da profonde spaccature con crepacci, gole e caverne che offrivano agl'Idumei sicuri nascondigli e ne formavano la forza e l'orgoglio; non scarseggiavano fonti che alimentavano qua e là una lussureggiante vegetazione. Le altre più importanti città idumee di tale periodo furono: BoŞrah, a sud-est del Mar Morto; Funon, oggi Khirbet-Fenān poco lungi dalla precedente; Tofel, Teman, soprattutto Sela‛, oggi Petra. Altre minori città sono indicate in Genesi, XXXVI, 31-39.
Durante e dopo l'esilio, la conquista degl'Idumei si estese a gran parte dello spopolato territorio meridionale di Giuda, sino a comprendere, secondo i libri dei Maccabei e Flavio Giuseppe, a settentrione le città di Ashdod, Hebron e Betsur a trenta chilometri da Gerusalemme, a mezzogiorno il Negeb sino ai confini dell'Egitto e dell'Arabia. Ma circa lo stesso tempo, il loro dominio a oriente dell'‛Arabah, viene assorbito da quello dei Nabatei, che si avanzano occupando la regione transgiordanica dal golfo Elanitico sino alla Siria e a Damasco.
La storia degl'Idumei comincia con l'occupazione dei monti di Se‛ir da parte del loro capostipite Esaù. Essi si organizzano presto sotto capi o filarchi a cui la Bibbia dà il nome speciale di 'alluphīm, aggiungendo però una lista di otto loro re elettivi. Gl'Idumei si opposero al passaggio degli Ebrei dopo l'Esodo. Sono ignote le relazioni tra i due popoli sotto i Giudici.
All'epoca della monarchia in Israele gl'Idumei furono soggiogati da Saul, e altra volta da Davide. Salomone manteneva una flotta nei porti idumei di Elat e Asiongaber. Dopo lo scisma delle tribù israelitiche gl'Idumei rimasero soggetti ai re di Giuda: Giosafat diede loro dei viceré, sotto l'alta sovranità di Giuda. Sotto Gioram re di Giuda, riebbero l'indipendenza. Soggiogati da Amasia che occupò anche la loro capitale Sela‛, e ne mutò il nome in Joqtebel, si risollevarono a libertà sotto Achaz.
Nei monumenti egizî e cuneiformi gl'Idumei appaiono vinti dal re Ramses III, verso il 1230 a. C. poco dopo l'Esodo, e tributarî dei re assiri Tiglatpileser, Sennacherib, Assaraddon e Assurbanipal.
Rampognati dai profeti per l'invasione di Giuda durante l'esilio, riappaiono più tardi in lotta contro gli Asmonei. Giuda Maccabeo edificò contro di essi la fortezza di Betsur, inseguendoli anche più a sud. Giovanni Ircano circa il 130 a. C. occupò le città idumee di Adora, oggi Dûra, e Marissa, oggi Khirbet Merash, e costrinse gl'Idumei ad accettare le leggi ebraiche: da allora furono assimilati ai Giudei. Con Antipatro e suo figlio Erode salgono fin sul trono di Giuda, per sparire poi dalla storia biblica, nominati un'ultima volta in Marco, III, 8.
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