IDROTERAPIA (dal gr. ὕδωρ "acqua" e ϑεραπεία cura")
È il complesso delle pratiche fisioterapiche che utilizzano a scopo curativo l'acqua a differente temperatura e pressione.
Prescindendo dalle nozioni che ne avevano gli Ebrei e gli Egizî, già Ippocrate accenna all'azione curativa delle pratiche idriche che tanta importanza assunsero presso i Greci e i Romani (Cornelio Celso, Areteo, Galeno, Celio Aureliano, Oribasio, ecc.; v. bagno); caddero in disuso nel Medioevo e rifiorirono sulla fine del 1700 e sul principio del 1800 per opera di A. Wright, Y. Curie, G. Giannini e specialmente dell'empirico V. Priessnitz, contadino della Slesia, che fondò a Gräfenberg un vero e proprio istituto idroterapico. In seguito, tutti i più grandi cultori della medicina portarono il loro contributo in favore di questo metodo curativo, specialmente B. Naunyn, R. Virchow, L. Traube, C. Bozzolo, A. Murri, A. Rovighi, G. S. Vinaj e soprattutto G. Winternitz che può essere ritenuto il fondatore dell'idroterapia moderna.
Nel sistema nervoso le applicazioni fredde e brevi aumentano la sensibilità tattile, dolorifica e l'eccitabilità elettrica dei nervi, quelle calde, per contro, riducono l'eccitabilità neuromuscolare ed esplicano azione sedativa. Nell'apparato cardio-vascolare l'acqua fredda in genere provoca un aumento del tono cardiaco, rallentamento delle pulsazioni, aumento della pressione sanguigna: l'acqua calda, al contrario, determina vasodilatazione periferica, ipotonia cardiaca, acceleramento delle pulsazioni, abbassamento della pressione del sangue; cessato lo stimolo termico freddo, alla vasocostrizione periferica segue una vasodilatazione secondaria tanto più intensa quanto più energica è stata l'applicazione idrica, subordinatamente all'integrità dei poteri reattivi dell'organismo. Attraverso le modificazioni cardiovascolari l'idroterapia influisce sulla temperatura corporea, specie quando i poteri termo-regolatori vengano alterati da particolari processi morbosi, come, p. es., nel tifo. A. Rovighi rilevò che il bagno freddo provoca leucocitosi e quello caldo leucopenia; G. Winternitz osservò che il bagno freddo aumenta pure il numero degli eritrociti e la quantità d'emoglobina; G. S. Vinaj rilevò, inoltre, che il bagno freddo aumenta la viscosità del sangue, modifica la formula leucocitaria, provoca lieve anisocitosi, accresce il numero delle piastrine e delle emazie a sostanza granulofilamentosa, e attribuì questi fenomeni a uno spostamento dal midollo osseo e dagli organi profondi di elementi sanguigni giovani che abitualmente non entrano nel circolo periferico. Le applicazioni calde probabilmente aumenterebbero l'eliminazione dell'azoto totale e dell'acido urico e diminuirebbero gli scambî respiratorî, mentre le fredde, oltre ad accrescere i processi d'ossidazione e quindi l'eliminazione dell'urea, dell'acido urico, dei fosfati, dei cloruri, ecc., aumenterebbero gli scambî respiratorî. I bagni caldi aumentano la secrezione del sudore, quelli freddi la secrezione urinaria, gastrica e biliare. L'idroterapia fredda tonifica la muscolatura, ne aumenta la resistenza alla fatica, mentre l'idroterapia calda diminuisce l'eccitabilità muscolare, esplicando azione antispastica. Il complesso delle influenze che l'idroterapia esercita sull'organismo costituisce la cosiddetta reazione idroterapica.
Tecnica e applicazioni. - Le gradazioni termiche, generalmente comprese fra 10° e 40°, sono così differenziate: da 10° a 16°, acqua fredda; da 17° a 27°, quasi fredda; da 28° a 36°, indifferente o tiepida; da 37° a 40°, calda. Le applicazioni possono essere eseguite con o senza l'intervento del fattore meccanico (percussione).
A) Senza percussione. - 1. Bagni generali. - Nel bagno freddo a temperatura di 10°-20°, brevissimo (non oltre mezzo minuto), il paziente deve compiere continui movimenti cogli arti; dopo deve essere frizionato energicamente con un lenzuolo ruvido. L'azione è fortemente eccitante ma pericolosa per l'apparato cardiovascolare e renale. Il bagno temperato, fra 30° e 36°, protratto per una o più ore, esercita un'azione tonico-sedativa. Il bagno caldo, fra 37° e 39°, protratto per circa 10 minuti (raramente 15′-20′) è sedativo, antispastico per eccellenza, e viene applicato nell'isterismo, neurastenia a tipo eretistico, insonnia, delirio acuto, sindromi dolorose (nevralgie, neuriti, miositi), nelle contratture muscolari (tetano, ipertonia parkinsoniana postencefalitica) come pure in qualche malattia della pelle.
Nel bagno raffreddato o alla Ziemsenn, la temperatura dell'acqua, inizialmente inferiore di alcuni centigradi a quella del corpo del malato, viene gradatamente abbassata fino a 28°-25°-22°. L'applicazione ha durata varia; s'interrompe appena il malato è preso da sensazione di freddo. L'azione è tonico-sedativa e antitermica; ottima nella cura di molte malattie infettive e soprattutto del tifo addominale.
2. Bagni parziali. - Semicupio. - Si pratica in speciali tinozze, abitualmente di metallo, nelle quali il malato rimane seduto, col bacino immerso nell'acqua. Il semicupio freddo (1-2 minuti) eccita la peristalsi intestinale, cura gli stati congestizî utero-ovarici ed emorroidarî, le polluzioni notturne, ecc. Il semicupio caldo (15-20 minuti) è spiccatamente sedativo e antiflogistico (affezioni ginecologiche, proctiti, cistiti, prostatiti, ecc.).
Pediluvio. - Immersione dei piedi in acqua a differente temperatura, più frequentemente calda: esercita localmente azione analgesica, antispastica e antiflogistica; agisce a distanza sulla circolazione centrale e su quella uterina.
Frizione. - S'avvolge rapidamente con un lenzuolo ruvido, imbevuto d'acqua fredda, il paziente frizionandolo rapidamente per circa due minuti finché compare un vivo arrossamento della cute. Azione eccitante, ma pericolosa negl'individui molto debilitati.
Impacco umido alla Priessnitz. - Si colloca sul letto una coperta di lana, su questa un lenzuolo imbevuto d'acqua fredda; il malato viene avvolto successivamente col lenzuolo e con la coperta di lana, lasciando libero golamente il capo (figg. 1, 2). Trascorso un primo momento di vivo senso di freddo, s'inizia la reazione: arrossamento diffuso della cute, intensa traspirazione, senso di calore, calma, sonnolenza. L'applicazione, se non oltrepassa 15 minuti e viene ripetuta due o tre volte rinnovando il lenzuolo freddo, esplica azione antitermica e può così sostituire il bagno raffreddato alla Ziemsenn; se raggiunge la durata di due o tre ore, agisce in senso tonico-sedativo come un bagno temperato protratto.
B) Con percussione. - Spugnatura. - Si spremono sul dorso e sul petto del malato due grosse spugne imbevute d'acqua fredda per la durata di pochi secondi. Ha spiccata azione tonico-stimolante (neurastenia, stati anemici, linfatici dell'infanzia, predisposizioni alle affezioni catarrali delle vie respiratorie).
Doccia. - Metodo idroterapico a percussione più energico e diffuso che si serve di un getto d'acqua proiettato sulla superficie del corpo con modalità varie (a colonna, a pioggia, a spirale, a getto ascendente, ecc.); un "tavolo di comando" permette di graduare a volontà la temperatura e la pressione dell'acqua (fig. 3). La doccia fredda, rapidissima (da pochi secondi a un minuto), a pressione variabile fra una e due atmosfere, deve essere preceduta da qualche esercizio fisico del paziente e seguita da massaggio e da ginnastica. Agisce come energico eccitante, aumenta la sensibilità termica e dolorifica, stimola il ricambio organico (neurastenia, isterismo, dispepsie, anemie); va usata con grande prudenza negli arteriosclerotici; è controindicata nei cardiaci; giova pure in molte forme di stitichezza e d'atonia gastrica e nelle nevralgie croniche ribelli (ischialgia). La doccia tiepida, fra 28° e 34°, per 2-4 minuti, è indicata negli anemici, negl'insonni, nei dispeptici. La doccia calda, fra 34° e 40°, della durata di 1-2 minuti, alla pressione di 1-2 atmosfere, come doccia locale esplica azione potentemente revulsiva (artriti croniche, nevralgie intercostali, sciatiche, coliti, colecistiti, ecc.). Nella doccia alternata s'inizia l'applicazione con acqua a 10°-15° e si fa seguire un getto d'acqua a 37°-38°; si ripetono parecchie volte queste alternanze termiche per due, tre minuti a 1-2 atmosfere. Localmente giova nella sciatica e in molte malattie dei nervi e delle articolazioni; come applicazione generale la si usa nelle malattie del ricambio (diabete, gotta, obesità). Nella doccia scozzese il cambiamento di temperatura, anziché bruscamente, si effettua lentamente e progressivamente, perciò è tollerata meglio della precedente specialmente dagli individui debilitati. Le docce ascendenti intestinali e vaginali si praticano con acqua mediocremente calda o tiepida, a pressione moderata, negli stabilimenti termali con dispositivi speciali; hanno azione antiflogistico-sedativa (sigmoiditi, coliti, proctiti, vaginiti, metriti croniche, annessiti). Nella doccia di vapore un getto di vapore viene proiettato su una zona circoscritta della cute per brevissima durata; giova nella cura di vecchie ischialgie ribelli a ogni altro trattamento.
Bibl.: G. S. Vinaj, L'Idroterapia, Milano 1901; A. Laqueur, Die Praxis der phisikalis. Therapie, Berlino 1922; E. Tobias, Hydro- und Thermotherapie, Berlino 1923.