IDRONEFROSI (dal ὕδωρ "acqua" e νεϕρός "rene": ted. Sackniere)
È la dilatazione asettica del bacinetto renale, e talora anche del rene, per impedito deflusso dell'urina. All'inizio solo il bacinetto è dilatato, poi lo diventano anche i calici, le papille s'appiattiscono e infine la dilatazione comprime il tessuto renale, il cui spessore diminuisce progressivamente. Allora l'idronefrosi può raggiungere la grossezza anche della testa d'un adulto e contenere parecchi litri di liquido formato dagli stessi elementi dell'urina, ma in concentrazione sempre minore a mano a mano che la lesione renale progredisce. Occlusione e idronefrosi possono esser anche bilaterali e allora in breve tempo insorge uremia mortale.
Vi sono idronefrosi per malformazioni congenite delle vie urinarie (restringimento dell'uretra o dell'uretere, del meato urinario o dell'orificio ureterale nella vescica, ecc.); le acquisite dipendono da restringimenti dell'uretra (specialmente per ipertrofia prostatica), da tumori vescicali comprimenti l'orificio ureterale, da lesioni dell'uretere (compressione, restringimento infiammatorio o cicatriziale, calcoli, polipi) e bacinetto, da rene mobile che porti a inginocchiamento o torsione dell'uretere. Si distingue un'idronefrosi aperta, in cui l'ostacolato deflusso urinario induce progressiva dilatazione del bacinetto e del rene e diminuzione funzionale del rene; chiusa, che provoca una completa atrofia del rene; intermittente, caratterizzata da alternative nel deflusso dell'urina: oliguria o anuria quando esso è soppresso, poliuria quando esso si ristabilisce. Molte idronefrosi rimangono latenti fino all'atrofia del rene o all'impiantarsi di un'infezione; altre si manifestano specialmente per l'aumento considerevole del volume del rene o per i dolori, in rapporto alla distensione della sacca. Il decorso dell'idronefrosi è progressivo e lento e può essere estremamente prolungato se non intervengono un'infezione (pionefrosi), anuria, rottura spontanea o traumatica.