IDROCELE (dal gr. ὕδωρ "acqua" e κήλη "tumore")
Raccolta di liquido sieroso nella vaginale propria del testicolo (vaginalite cronica essudativa sierosa). Si può avere nel bambino in forma congenita: è allora dovuto alla persistenza dopo la nascita del canale peritoneo-vaginale, in modo totale o anche parziale; la forma più comune è quella cosiddetta comunicante attraverso un esile canale col cavo peritoneale: in decubito orizzontale il liquido si riduce lentamente nell'addome e l'idrocele scompare, in posizione eretta ricompare. L'idrocele dell'adulto, o acquisito, è invece irriducibile: quello idiopatico si presenta in forma di tumore ovoidale, spesso piriforme, teso, elastico, fluttuante, trasparente, inglobante il testicolo che non è più individualizzabile: ha decorso cronico, benigno, e può raggiungere dimensioni veramente notevoli: l'idrocele sintomatico, in genere di minor volume, è una complicanza di altre lesioni del testicolo (tubercolosi, gonorrea, sifilide, tumori). Si può avere anche un idrocele del funicolo spermatico. L'idrocele congenito è facilmente suscettibile di guarigione spontanea nella prima infanzia. Nei casi che non guariscono spontaneamente l'atto operativo è simile alla comune operazione d'ernia. L'idrocele dell'adulto, se idiopatico, può essere curato in modo palliativo (puntura) o radicale (ablazione della vaginale del testicolo), se sintomatico la cura deve essere rivolta alla lesione testicolare.