IDRĪSITI
. Nome di una dinastia musulmana che regnò nel Marocco dal 172 al 375 dell'ègira (788-789, 985-986 d. C.) e che prese nome dal suo fondatore Idrīs, uno dei discendenti di al-Ḥasan, figlio del califfo ‛Alī e di Fāṭimah. Il sorgere di tale stato indipendente entro i confini califfali si riconnette col noto processo di scomposizione del vasto impero che gli Arabi avevano fondato nei secoli VII e VIII, e che dopo un primo periodo di splendore si avviava, per una serie complessa di cause (v. arabi: Storia), alla decadenza politica, nella quale ebbe parte notevole la formazione, specialmente nelle regioni periferiche dell'occidente e dell'oriente di principati autonomi o quasi autonomi dal governo centrale. Ragioni particolari che favorirono gl'Idrīsiti furono la venerazione di cui i discendenti di ‛Alī e della figlia del Profeta erano circondati; la loro viva pretensione al califfato e, in attesa di potersi impadronire di questo, a proprî principati; la tendenza dei Berberi a sottrarsi a vaste organizzazioni statali e a preferire governi regionali; probabilmente la buona disposizione delle tribù dell'antica Mauretania Tingitana, sedentarie e alquanto romanizzate e oppresse dai nomadi turbolenti e dalle violenze del Khārigismo, verso un governo regolare e solido e di tipo cittadino. Idrīs, detto comunemente Idrīs I, fuggendo dopo aver partecipato in Arabia a un tentativo di ribellione contro gli ‛Abbāsidi, trovò accoglienza e aiuti presso la tribù berbera degli Awrabah che risiedeva a Walīlī (o Ulīlī; l'antica Volubilis) nel Marocco centrale, sui fianchi del massiccio montano dello Zarhūn. La detta tribù e parecchie altre del Marocco, nel 172 dell'ègira, 788-789 d. C., riconobbero l'esule ‛alide come loro sovrano, costituendogli così un primo nucleo di dominio indipendente, ch'egli successivamente estese con azioni militari contro popolazioni giudaiche, cristiane e pagane del Marocco e imponendo la sua autorità anche a Tillmsān (Tlemcen). Morto nel 177 dell'ègira, 792-793 d. C., sembra di veleno propinatogli per ordine del califfo Hārūn ar-Rashīd, gli successe, dopo varie vicende, un figlio postumo, Idrīs II, che è noto specialmente per la fondazione della città di Fās (Fez), che, abbandonata Ulīlī, diventò la nuova splendida capitale della dinastia e in breve uno dei maggiori centri della vita e della civiltà musulmana d'occidente. I due Idrīs ebbero e hanno tuttora grande fama e venerazione nel Maghrib; mentre il primo è considerato come il santo nazionale marocchino, il secondo è il patrono di Fez. Dopo la morte di quest'ultimo (213 dell'ègira, 828-829 d. C.) la dinastia idrīsita precipitò a rapida decadenza.
Il primogenito di Idrīs II, Muḥammad, divise il regno in parecchi piccoli principati, assegnandoli ai suoi fratelli. Ne nacquero lotte civili complicate da rivolte di tribù marocchine e dai tentativi che durante il sec. X d. C. gli Omayyadi di Spagna da un lato, e i Fatimiti dall'altro, in guerra fra loro, facevano per impadronirsi del Marocco. Gl'Idrīsiti perdettero sempre più territorio e autorità e finalmente per opera degli Omayyadi, nell'anno 375 dell'ègira, 985-986 d. C., furono annientati. Una famiglia che da essi è derivata, gli Ḥammūditi, ottenne nel secolo successivo un piccolo principato.
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