IDRA
(῎Υδρα, Hydra). − Mitico serpente dalle molte teste che abitava nella palude di Lerna, dove era localizzato l'ingresso agli Inferi.
Della lotta di Eracle con l'I. che, con l'aiuto di Iolao, eroe tebano, egli riesce ad abbattere, parla già Esiodo (Theog., 313 ss.); l'esposizione particolareggiata si ha in Apollodoro (ii, 5, 2, 1 ss.); Pausania, (x, 18, 6), ricorda un gruppo di Eracle e l'I. in ferro, opera di Tisagoras, a Delfi. Questa avventura viene inserita come seconda nel numero canonico delle dodici fatiche (v. eracle), ed è una delle prime ad essere raffigurata, trovandosi già su fibule beotiche del sec. VIII a. C.
L'I. viene rappresentata come un serpente o, in raffigurazioni più accurate, come tre serpenti terminanti in una coda appuntita muniti di molte teste. Il numero di queste, nelle opere giunte fino a noi, oscilla da cinque a dodici. È rappresentata su vasi e pìnakes corinzî. A partire dalla raffigurazione in bassorilievo sul frontone in calcare, di un tempio dell'acropoli di Atene dell'inizio del sec. VI a. C., il sottile corpo del serpente più tardi si gonfiò prendendo la forma di un sacco: metopa del tempio di Zeus a Olimpia e in quella del cosiddetto Theseion in Atene del sec. V e monete di Festo del sec. IV a. C.
All'età ellenistica deve essere probabilmente attribuito il modello da cui deriva il torso e il frammento del gruppo statuario conservato nel Museo Capitolino. Qui, per la prima volta, l'ampio corpo serpentino è coronato da una testa femminile dalla quale crescono capelli a testa di serpente come nel tipo della Medusa. Analogo è un torso a Würzburg, nel quale l'eroe porta sulle spalle l'I. uccisa. In età imperiale romana, la lotta con l'I. è spesso rappresentata fra le dodici fatiche sui sarcofagi, sui rilievi marmorei, sulle terrecotte (lastre Campana), su mosaici e su monete, talora nel tipo arcaico e classico, talaltra con torace femminile e gambe serpentiformi; infine compare un tipo di serpente con testa di Medusa (tipo della Echidna) che ha prosecuzione anche nell'iconografia medievale. Il tipo statuario di Eracle nella lotta col serpente ha trovato una originale parodia in una caricatura fallica (bronzetto).
L'I. come costellazione, viene rappresentata come un comune serpente acquatico con una sola testa.
L'origine orientale del mito e dell'iconografia dell'I. è mostrata da sigilli del III millennio da Eshnunna e dal mito ugaritico di Lotan (il Leviatan biblico).
Monumenti considerati. − Per un elenco pressoché completo si veda: F. Brommer, Herakles, Monaco 1953; id., Vasenlisten z. griech. Heldensage, li ed., Marburg-Lahn 1960, p. 45 ss. Fibule beotiche: R. Hampe, Sagenbilder, Atene 1936. Ceramica corinzia: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, p. 126 Ss.; P. Amandry, in Mon. Piot, xl, 1944, p. 32; A. Newhall, in Amer. Journ. Arch., xxxv, 1931, p. 22, f. 22.
Frontone dell'Acropoli: E. Lapalus, Le fronton sculpté, Parigi 1947. Torso e frammenti del Museo Capitolino: H. S. Jones, Catal. Mus. Capit., Oxford 1912, p. 1345. Statuetta a Würzburg: R. Bianchi Bandinelli, Policleto, Firenze 1938, pp. 55-56. Costellazione: Stoll, in Roscher, I, (2), p. 2709.
Bibl.: C. Robert, Griechische Heldensage, II, 2, p. 444; E. Kunze, Olympische Forschungen, II, 1950, p. 102; H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, p. 126; J. D. Beazley, Red-fig., p. 166, 28; 175, 20; Sieveking-Hackl, Vasensammlung München, p. 97, fig. 97; S. Reinach, Rép. Stat., II, p. 234, 6; IV, p. 137, 6; Helbig-Amelung, Führer, Nr. 791; S. Reinach, Rép. Peint., p. 191; G. R. Levy, The Oriental Origin of Herakles, in Journ. Hell. Stud., LIV, 1934, pp. 40-53. V. inoltre bibl. s. v. eracle.