Magli, Ida. – Antropologa culturale italiana (Roma 1925 - ivi 2016). Acutissima indagatrice dei nodi centrali del pensiero politico, etico e scientifico occidentale, è stata tra le figure cardinali dell’antropologia culturale italiana della seconda metà del Ventesimo secolo, della quale ha contribuito a rinnovare i paradigmi attraverso l’applicazione dei suoi metodi allo studio del “noi”, condotto su ferree basi metodologiche e alla luce della lezione di antropologi quali A. Kroeber e F. Boas. Studiosa dei fenomeni connessi con la sfera del sacro e con la condizione femminile, tra le sue opere principali vanno citate: Alla scoperta di noi selvaggi (1981); Gesù di Nazareth (1982; Premio Brancati 1982); Viaggio intorno all'uomo bianco (1986); Santa Teresa di Lisieux - Una romantica ragazza dell'Ottocento (1994); La dittatura europea (2010).
VITA
Diplomata in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia e laureata in Filosofia presso l'Università La Sapienza di Roma, è stata docente di Psicologia sociale all'Università di Siena e successivamente di Antropologia culturale alla Sapienza di Roma, cattedra che ha ricoperto fino al 1988. Parallelamente alla sua opera scientifica M. ha svolto un’intensa attività nel settore giornalistico: fondatrice (1976) e direttrice della Rivista internazionale di studi antropologici sulla donna DWF Donna Woman Femme e della rivista Antropologia culturale AC, che ha diretto dal 1989 al 1992, è stata collaboratrice di testate quali la Repubblica, L'Espresso, e, dal 1994 alla morte, de Il Giornale. Nel 2015 è stata insignita del Premio del Vittoriale per il suo prezioso contributo di scrittrice e intellettuale.
OPERE E PENSIERO
Intellettuale coraggiosa e policentrica, M. ha indagato con sguardo scevro da ogni ovvietà la storia delle donne e del potere maschile che su di esse si esercita, individuando nei nodi della sessualità e delle capacità riproduttive femminili le radici della necessità di sopraffazione del maschio; tra i saggi su questo tema vanno citati La donna, un problema aperto (1974), Matriarcato e potere delle donne (1978), La femmina dell'uomo (1982), La sessualità maschile (1989) e Sulla dignità della donna (1993). Fondamentali e profondamente innovativi anche i suoi studi di antropologia religiosa, sostanziati da un pensiero laico e provocatorio che ha scandagliato le aree nodali del sacro producendo saggi quali Gesù di Nazareth (1982; Premio Brancati 1982), La Madonna (1987), Santa Teresa di Lisieux - Una romantica ragazza dell'Ottocento (1994), Storia laica delle donne religiose (1995) e Il mulino di Ofelia: uomini e dèi (2007). Nella sua produzione intellettuale più recente M. non ha tralasciato di assumere posizioni nette sui principali nodi sociopolitici della politica europea e in senso generale del mondo contemporaneo: profondamente critica rispetto alla possibilità di realizzazione di un’Europa unita (Contro l'Europa - tutto quello che non vi hanno detto di Maastricht, 1997; La dittatura europea, 2010; Dopo l'Occidente, 2012; Difendere L'italia, 2013), nei suoi ultimi scritti ha segnalato il pericolo della presenza musulmana in Europa e la necessità di difendere i diritti di libertà faticosamente costruiti in Occidente.