IBN ḤAZM, Abū Muḥammad ‛Alī ibn Aḥmad ibn Sa‛īd
Teologo, giurista, storico e letterato arabo, nato a Cordova nel 384 èg. (994 d. C.), e morto nel 456 (1065 d. C.). Ebbe viva parte nelle tumultuose vicende politiche dei suoi tempi. Fu più volte ministro di parecchi sovrani, caduto anche in disgrazia e catturato in guerra.
Seguace dapprima della scuola giuridica shāfi‛ita, passò poi alla ẓạhirita e applicò i metodi di questa, contrarî a ogni interpretazione non letterale del Corano e dei ḥadīth (v.), anche alla teologia. Combatté quindi acremente le scuole di teologia speculativa (compresa la ash‛arita), le sette musulmane eterodosse, gli ebrei e i cristiani; e nella polemica contro queste due ultime categorie sostenne con minuziosi ragionamenti il carattere apocrifo della Bibbia circolante fra loro al suo tempo. Molte sue opere sono inedite; altre pubblicate solo in arabo. Il grande trattato contro le scuole teologiche e filosofiche da lui ritenute non ortodosse e contro ebrei e cristiani si va ora traducendo quasi per intero in spagnolo da M. Asín (I-III, Madrid 1927-1929), il quale tradusse inoltre un su piccolo libro di morale (Madrid 1916). L'interessante libro sull'amore intitolato Ṭawq al-ḥamāmah (Il collare della colomba), edito da D. K. Pétrof (Leida 1914), fu tradotto in inglese da A. R. Nykl (Parigi 1931).
Bibl.: M. Asín Palacios, Abenházam de Córdoba y su historia crítica de las ideas religiosas, I, Madrid 1927.