IBN al-HAITHAM, Abū ‛Alī al-Ḥasan ibn al-Ḥasan
Valentissimo fisico e inoltre matematico, medico e scrittore d'astronomia arabo musulmano, nato ad al-Basrah (Bassora) intorno al 354 èg., 965 d. C.; esplicò la maggior parte della sua attività in Egitto e morì al Cairo alla fine del 430 èg., 1039 d. C. Chiamato Alhazen dagli scrittori italiani del Medioevo e del Rinascimento, o anche (attraverso le antiche traduzioni di opere di Averroè), Avennathan, Avenetan.
È autore di almeno 130 scritti di matematica, astronomia, medicina, filosofia e scienze fisiche, in gran parte perduti; compendiò anche alcuni libri di Aristotele, fra i quali l'Organon e il De anima. La sua celebrità in Occidente è dovuta al suo opuscolo De crepusculis et nubium ascensionibus (stampato a Lisbona nel 1542 e poi ristampato due volte) e al trattato di ottica fisico-matematica pubblicato col titolo di Opticae thesaurus a Basilea nel 1572, il quale nel Medioevo e fino a tutto il sec. XVI ebbe grande importanza in Occidente.
Bibl.: H. Suter, Die Mathematiker und Astronomen der Araber, Lipsia 1900 (e i suppl., in Abhandl. z. Geschichte d. mathemat. Wissenschaften, XIV, Lipsia 1902, pp. 169-70), per la parte matematica e astronomica; E. Wiedemann, Ibn al Haitam ein arabischer Gelehrter in Festschrift für J. Rosenthal, Lipsia 1906, pp. 149-178 (bio-bibliografia secondo le fonti arabe; cfr. emendazioni di F. Kern, in Mitteilungen d. Seminars f. oriental. Sprachen zu Berlin, X, ii, 1907, pp. 292-94). I numerosi studî speciali dovuti a M. Steinschneider, J. Baarmann, E. Wiedemann, H. Suter, C. Schoy, K. Kohl, sono indicati in G. Sarton, Introduction to the History of Science, I, Baltimora 1927, pp. 721-23 (non avendo riconosciuto l'identità di Avennathan con Ibn al-Haitham, ha dimenticato un lavoro dello Steinschneider, Aven Natan e la teoria dell'origine della luce lunare e delle stelle, in Bullettino di bibliogr. e di storia delle scienze matematiche e fisiche, I, Roma, 1868, pp. 33-40).