IBN ‛ABBĀS, ‛Abd Allāh
Giovane cugino in primo grado di Maometto (aveva da 10 a 13 anni quando questi morì), venerato dai musulmani quale trasmettitore di copiosissimi ḥadīth (v.) o tradizioni canoniche intorno al profeta e quale fondatore dell'esegesi coranica; visse per lo più a Medina e morì ad aṭ-Ṭā'if nel 68 èg. (687-688 d. C.). A. Sprenger (1861) e L. Caetani lo considerano come un mistificatore e falsario senza scrupoli; giudizio che dovrebbe forse essere riveduto, tenendo conto anche del fatto che varî racconti messi sotto il suo nome sembrano opera di falsarî posteriori. Suo padre ‛Abbās o al-‛Abbās, zio paterno di Maometto, è il capostipite dal quale prese il nome la dinastia dei califfi ‛abbāsidi.
Bibl.: L. Caetani, Annali dell'Islam, I, Milano 1904, pp. 47-51; F. Buhl, art. ‛Abd Allāh ibn al-‛Abbās, in Encycl. de l'Islam, ed. franc., I, Leida 1908, pp. 19-20; I. Goldziher, Die Richtungen der islamischen Koranauslegung, Leida 1920, pp. 65-81.