IAŞI (nome di dubbia origine: cumana, secondo Géza Kuun; ungherese [Jász] secondo Weigand; pecenega secondo Tomascheck A. T., 79-80)
I Città della Romania con 102.600 ab. (1929), capoluogo del dipartimento omonimo. Situata in una regione alquanto accidentata di colline boscose o coperte da vigneti, la città si stende su due terrazze di diverso livello, al disopra della valle, bassa, piatta e in qualche punto paludosa, del Bahlui, subafluente del Prut; questo separa la Moldavia dalla Bessarabia. La valle del Bahlui è una via naturale che a N. conduce verso la Bucovina e la Polonia, a S. verso le valli del Prut e del Danubio e verso la Turchia. Iaşi si trova anche sul punto d'incrocio della strada della Bessarabia verso la Valacchia.
Iaşi sorse dunque in origine (in epoca non precisabile) sopra una strada di grande comunicazione, come un villaggio di fermata dei mercanti in viaggio dall'una all'altra regione, e presto divenne un mercato di vini. Circostanze di guerra e di caccia condussero spesso a Iaşi i principi moldavi e fu uno di essi, Alessandro Lǎpuşneanu, che, sedotto dalla ricchezza del luogo e dall'importanza della posizione, vi trasportò nel 1565 la capitale della Moldavia che fino ad allora era stata a Suceava. I successori di Alessandro, Radu il Grande e Vasile Lupu, abbellirono la città che soffrì tuttavia moltissimo dalle frequenti invasioni nemiche e conseguenti incendî (1621 da parte dei Polacchi; 1650 da parte dei Tartari). Fino al sec. XIX, divenuta sede d'un arcivescovato ortodosso, Iaşi fu luogo di ritrovo dei boiari e centro amministrativo intellettuale e religioso. Fin dal loro arrivo (1707) i principi fanarioti trovarono la città già costruita in pietra e si diedero ad abbellirla sul modello di Costantinopoli; ma non esisteva ancora nessuna sorveglianza edile, e le case di legno erano tuttavia così numerose, che la città fu molte volte devastata da incendî: nel 1722 il fuoco divorò 4700 case; nel 1783 distrusse la corte dei Principi; nel 1827 il palazzo dell'arcivescovo e la chiesa metropolitana. Al principio del sec. xlx Iasi era una città elegante i11 cui cominciavano ad apparire le mode occidentali, specialmente quella di Vienna. Ma sin dalla fine del sec. XVIII s'erano manifestati sintomi di decadenza. Nel 1777 la Bucovina, staccata dalla Moldavia, fu annessa alla Galizia; in seguito al trattato, firmato a Iaşi, tra Caterina II e il sultano (v. appresso) e all'acquisto (1812) della Bessarabia intera da parte della Russia Iaşi perdette la sua importanza. I Russi, che già nel 1769 avevano occupato per qualche tempo la città, tornarono in Iaşì nel 1828 e nel 1848; dal 1853 al 1855 Iaşi fu occupata dagli Austriaci. La decadenza di Iaşi divenne irrimediabile quando, costituitasi (1859) l'unità politica della Romania con l'unione dei principati di Moldavia con la Valacchia la capitale del nuovo stato fu trasportata (1862) a Bucarest. Iaşi da allbra rimase solo come capoluogo del distretto (judeţ) omonimo.
Dalla fine di novembre 1916 il governo romeno, scacciato da Bucarest dall'invasione tedesca, si rifugiò a Iaşi e vi rimase fino al 1918. E fu ancora a Iaşi che nello stesso 1918 fu proclamata l'unione della Bessarabia alla Romania. Riacquistata, in seguito all'annessione della Bessarabia e della Bucovina, una posizione centrale, Iaşi ha veduto salire il numero dei suoi abitanti per l'affluire di molti rifugiati, soprattutto Ebrei che formano attualmente la metà della popolazione. Essi hanno dato intenso impulso al commercio; ma per essere mal visti dai Romeni, hanno costituito occasione di torbidi abbastanza gravi, e la città è divenuta un focolare di antisemitismo.
Iaşi è centro universitario e religioso (arcivescovato ortodosso e vescovato latino); all'infuori del centro, che è un quartiere commerciale, non si trova che una città ebraica, fangosa o polverosa, secondo le stagioni, formata di case piccole, basse e sudicie. Sui pendii si distende invece una città borghese con ville eleganti. Iaşi è soprattutto un centro agricolo e commerciale, e l'industria vi è poco sviluppata perché trova ostacolo nella distanza della strada ferrata che traversa faticosamente il paese accidentato ed è collegata alle vicinanze della città da pendii molto ripidi.
Monumenti. - Il più vecchio monumento, ma completamente restaurato, è la chiesa principesca di S. Nicolò (1491-93) di tipo serbobizantino. Lo svolgersi di questo tipo, adattato man mano al medio moldavo, si vede nella chiesa Galata, rifatta tra il 1578 e il 1584. Di stile specificamente costantinopolitano è la chiesa di S. Sava (1623) edificata dall'architetto Gregorio di Costantinopoli. La chiesa dei Tre Gerarchi (1639) è il più perfetto esempio dell'influsso dell'arte decorativa di Georgia; fu interamente rifatta dall'architetto Lecomte de Noüy. Caratteristiche per il tipo di monastero fortificato sono quelle di Cetǎţuia (1669-1671) e di Golia (verso il 1606, ma riedificata nel 1765-75). A Cetăţuia si trovano ancora forme gotiche (refettorio); a Golia appaiono già forme classicheggianti; si tentò di accordare queste ultime con la pianta bizantina nella Metropolia (1832-1887). In seguito prevalsero gli stili eclettici occidentali della seconda metà del sec. XIX. I più importanti esempî ne sono: il teatro nazionale (1896), l'università (1897) e il palazzo del governo (1925), quest'ultimo costruito sopra le fondamenta dell'antico palazzo principesco. Sono pure sotto influsso occidentale i varî monumenti pubblici, l'obelisco al Copou (1834, su disegno di G. Asachi), la statua equestre di Stefano il Grande (1883, dello scultore G. Frémiet), la statua del principe Cuza (1912, dello scultore Romanelli) e il recente 1rionumento agli eroi (scultore Dimitriu-Barlad). Le collezioni artistiche più importanti sono: il museo di antichità (preistoria, archeologia, arte popolare), il museo religioso, e la pinacoteca della Scuola di belle arti (pittori romeni e stranieri).
La pace di Iaşi. - Il 9 gennaio 1792 Caterina di Russia, costrettavi dalla diserzione dell'Austria, segnava col sultano una pace per la quale s'impegnava ad evacuare i principati romeni, ottenendo soltanto la cessione dei territorî ottomani di là dal Dnepr. Finiva così una guerra il cui scopo era stato quello di muovere, insieme con gl'imperiali, alla conquista di Costantinopoli e alla spartizione dell'impero ottomano. Il territorio ottenuto dalla Russia conteneva in prima linea la cessione della più importante fortezza turca sulla frontiera orientale, Oceacov, l'Ozù dei musulmani. I Turchi assisuravano la pace nel Kuban tartaro. Il possesso della Crimea, guadagnato per il semplice omaggio dei mirza tartari, era riconosciuto all'imperatrice. Quanto alla situazione della Moldavia e Valachia, di cui si era voluto fare uno stato dacico per il principe Potemkin, già favorito di Caterina, atti ulteriori dovevano estendere i loro privilegi. Nuovi principi fanarioti furono mandati a Bucarest e a Iaşi per amministrarle.
Bibl.: N. A. Bogdan, Orasul Iaşi schiţe istorice şi administrative, Iaşi 1904 (2ª ed., 1913-15); I. D. Berindey, Istoricul cetăţii şi oraşului Iaşi dela întemeiere, nel giornale Illustratia di Bucarest, XIV (1925), pp. 115-118, 141-178; R. Sutu, Iaşi de odinioară, Iaşi 1923. Vedi inoltre gli articoli del Buletinul Comis. Monumentelor Istorice, I (1908) e segg.