SUIGO, Iacopo (Iacopino)
– Nacque in data imprecisata, forse attorno alla metà del Quattrocento o poco dopo, a San Germano Vercellese, come costantemente riportano i colophon delle sue edizioni. Nulla è noto della sua famiglia.
Trascorse un periodo di apprendistato a Venezia tra il 1475 e il 1484. Fu il nobile concittadino Pietro Cara, al quale il tipografo dedicò non poche delle sue edizioni, a richiamarlo in Piemonte, invitandolo nel 1487 a Torino a prendere il posto di Giovanni Fabri, che in quella città aveva iniziato un decennio prima l’arte della stampa. Con l’edizione dell’opera di Giovanni Pietro de Ferrari, Pratica iudicialis (Incunabula short title catalogue, da ora ISTC, if00114000), stampata a Venezia il 20 marzo 1487, Suigo intese probabilmente ringraziare Cara. Peraltro, nell’Ottocento alcuni studi negarono a Suigo, proprio in relazione a quest’opera, la qualifica di vero e proprio di tipografo, riducendo il suo operato a una semplice rimessa in commercio di copie di edizioni veneziane con la variazione di poche carte (Vernazza, 1807; Gazzera, 1825).
Le tre edizioni conservate ante 1487 sono molto significative perché testimoniano che Suigo inaugurò in tre diversi comuni piemontesi l’arte della stampa. Il 21 ottobre 1484, infatti, sottoscrisse proprio a San Germano un Breviario cistercense (ISTC, ib01134500) conservato in maniera molto lacunosa; a Vercelli stampò nel 1485 Supplementum Summae Pisanellae di Nicolò da Osimo (ISTC, in00077000) e a Chivasso nel 1486 la Summa angelica de casibus conscientiae di Angelo da Chivasso (ISTC, ia00713000).
A Torino lavorò inizialmente da solo e, dal 1490, in società con il catalano Nicolò Benedetti, ma si ricorda inoltre anche la sua collaborazione con il tipografo pavese Francesco Girardengo per l’edizione dei Consilia di Pietro di Ancharano (Pavia, F. Girardengo, e in parte Torino, I. Suigo, 24 ottobre 1496; ISTC, ia00568400).
La sua produzione consta complessivamente di una cinquantina di edizioni: per la maggior parte opere di carattere giuridico, testi scolastici, testi d’occasione ed edizioni di classici. Sono sottoscritte al colophon con la consueta formula «impressum per» seguita dal nome di Suigo e da quello del socio Benedetti. Il nome di Suigo è quasi sempre seguito dalla specifica del toponimo San Germano (espresso in varie formulazioni) e preceduto a volte dall’appellativo di magister: «Impressum Taurini per Insignem artis impressorie Magistrum Iacobinum Suigum Sangermanatem» (ISTC, ij00531000). La marca tipografica di Suigo – che in alcune edizioni compare sul colophon – consiste in un cerchio bianco su sfondo rosso o nero, sovrastato da una doppia croce e attraversato da una linea orizzontale su cui si vanno a sovrapporre le iniziali I e S.
La sua carriera non si concluse nella città piemontese, infatti, assieme a Benedetti si spostò a Lione nel 1496, dove stampò fino al 1499, forse contraffacendo alcune edizioni (Pastè, 1911).
Non si conoscono la data e il luogo di morte.
La sua attività fu oggetto dell’interesse di vari studiosi nel corso del XIX secolo. Oltre a una voce a lui dedicata nelle Biografie di vercellesi illustri (Dionisotti, 1862), il contributo più significativo è quello dovuto al giornalista e poeta Giuseppe Deabate che, nel 1899, gli dedicò un piccolo studio monografico (Iacopo Suigo da San Germano...) che contiene anche un primo catalogo delle edizioni stampate da Suigo. Nel Novecento il celebre antiquario e bibliofilo Tammaro De Marinis (1936) ne fece una voce per l’Enciclopedia Italiana; tuttavia, l’interesse per Suigo tornò a focalizzarsi sull’aspetto ‘truffaldino’ del personaggio, in relazione alla sua attività a Lione (Pastè, 1911). Decisivo fu un contributo di Dennis E. Rhodes (1957), che ridiede giustamente dignità di tipografo a Suigo grazie a un’attenta analisi materiale dei tipi usati nelle edizioni da lui sottoscritte.
Fonti e Bibl.: Vercelli, Archivio capitolare (olim Vercelli, Archivio Eusebiano), cassettone I, cart. VI; G. Vernazza, foglio ms., in copia di Osservazioni tipografiche sopra libri impressi in Piemonte nel secolo XV, Bassano 1807; C. Gazzera, Notizia di una sconosciuta edizione piemontese delle Eroidi di Ovidio del secolo XV, in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, XXIX (1825), p. 58; C. Dionisotti, Biografie di vercellesi illustri, Biella 1862, pp. 232 s.; G. Deabate, I. S. da San Germano, celebre tipografo piemontese del secolo XV, Torino 1899; G. Fumagalli, Lexicon typographicus Italiae, Firenze 1905, s.v. Vercelli e passim; G.C. Faccio, I tipografi vercellesi e torinesi dei secoli XV e XVI, in Museo Camillo Leone, Vercelli, Illustrazioni e cataloghi, I, Vercelli 1910, p. 35; R. Pastè, Frode libraria del celebre tipografo I. S. da S. Germano V., in Archivio della Società vercellese di storia e d’arte. Memorie e studi, III (1911), pp. 438-441; G. Deabate, L’alba della stamperia in Piemonte, in Nuova Antologia, CCL (1913), 100, pp. 629-633; T. De Marinis, S., I. (Iacobinus), in Enciclopedia Italiana, XXXII, Roma 1936, p. 972; Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, VII, London 1937, p. LXVII, VIII, 1950, p. LXIV; D. Fava, Manuale degli incunaboli, Milano 1939, p. 99; E. Gorini, La stampa a Vercelli nel secolo XVI, Parma 1955, p. 11 (recensione di S. Rotta, in La Rassegna della letteratura italiana, s. 7, LX (1956), p. 366); D.E. Rhodes, Jacobino Suigo vendicato a Vercelli ed incriminato a Lione, in La Bibliofilia, LIX (1957), pp. 113-118; A. Gusmano, Note biografiche e storiche sulle vita e le opere di Jacobino Suigo, http://www.webalice.it/garbif/ suigo2.htm (28 gennaio 2019).