BOTTRIGARI (de Buttrigariis, de Butrigariis), Iacopo Iunior (Iacobinus, Iacopazzo, Giacomazzo)
Nacque a Bologna, forse tra il 1310 e il 1320, e fu il figlio minore di Iacopo professore di diritto civile nell'università. Ebbe a fratelli i due dottori Lorenzo e Bartolomeo, e a sorella Villana, sposata a Basotto Basciacomatri. Per la notevole differenza d'età che egli aveva con Lorenzo (almeno quindici anni e forse anche venti), si può dubitare che fosse nato da seconde nozze di Iacopo.
Per mezzo del suo matrimonio la famiglia dei Bottrigari s'imparentò con quella del celeberrimo canonista Giovanni d'Andrea: il B., infatti, sposò Mea (Bartolomea, o Mencia), figlia di Bonincontro di Giovanni d'Andrea. Non sappiamo quando il matrimonio sia stato celebrato: dalla circostanza che il B., nel testamento scritto a pochi giorni dalla morte, nomina erede una figliola in tenera età, si potrebbe dedurre che le nozze abbiano avuto luogo, probabilmente, fra il 1340 e il 1345, quando Mea era già orfana per la tragica e violenta morte che aveva colpito il padre, Bonincontro, travolto dagli avvenimenti politici della città.
Il B. sembra avere concentrato prevalentemente la sua attenzione e la sua attività nello studio delle leggi civili e nell'insegnamento, poiché - a differenza di quel che avvenne per il padre e per i fratelli - il suo nome non ebbe modo di essere annotato dai cronisti delle vicende politiche bolognesi. Egli fu, invece, frequentemente ricordato come uomo di molta dottrina ("sapientiae multae vir") e come "sapientissimus et eloquentissimus" in fonti dell'epoca; e più tardi come "valens doctor" dal Diplovataccio.
Fu doctor iuris, e si addottorò forse nel 1339 secondo un'attendibile notizia data da Pasquali Alidosi. Insegnò nello Studio bolognese, e seguendo consuetudini universitarie ormai consolidate disputò pubblicamente varie quaestiones:forse, com'era costume, una per ogni anno d'insegnamento (e sul numero delle quaestiones disputatae potrebbe calcolarsi il numero degli anni d'insegnamento).
Le quaestiones del B. furono note a Giovanni d'Andrea, che tenne a distinguerle da quelle del padre (notazione, questa, che dovrà essere tenuta presente, sotto il profilo cronologico, da chi vorrà studiare le Additiones di Giovanni d'Andrea allo Speculum iudiciale di Guglielmo Durante); furono utilizzate da Bartolo da Sassoferrato, con una dettagliata citazione, dalla quale è possibile desumere che il grande commentatore non conobbe le quaestiones disputate dai fratelli del B., Lorenzo e Bartolomeo.
Le sue quaestiones publice disputatae sembravano perdute; e nel sec. XVIII si poteva dubitare, da chi riusciva a distinguere la figura del figlio da quella del padre, che il B. avesse mai composto qualche opera giuridica. Si deve a una sistematica ricerca se si può qui dare notizia del ritrovamento di tutte le quaestiones disputatae dal B., nel breve periodo in cui fu impegnato nell'insegnamento, tra la laurea e la morte che lo raggiunse in giovane età: si possono leggere nel ms. Vat., Arch. S. Pietro (mss.), A. 29, ff. 41rb-50va; sono palesemente raggruppate in una serie completa, che si apre e si chiude con le frasi consuete: "Hic incipiunt questiones disputate per dominum Iacobum Iuniorem legum doctorem" (f. 41rb) e "Hic finiuntur questiones disputate per supradictum Dominum Iacobum Iuniorem..." (f. 50va); sono tutte fornite di una subscriptio ricorrente: "questio disputata per dominum Iacobum de Butrigariis iuniorem legum doctorem".
Sono in numero di nove (e va notato che dal 1339 al 1348 corrono appunto nove anni); tralasciando le invocazioni di rito al Cristo e alla Vergine e a tutti i santi (non essenziali per l'identificazione), si registrano qui le parole iniziali di ciascuna: 1, "Statuto civitatis Bononie cavetur quod ad successionem patris..." (ff. 41rb-42ra); 2, "A, decedens condidit testamentum..." (ff. 42ra-43vb); 3, "Statuto civitatis cavetur quod filiis legittimis..." (ff. 43vb-45ra): è la quaestio utilizzata da Bartolo da Sassoferrato; 4, "Filius universaliter institutus..." (ff. 45ra-46va); 5, "Orta guerra inter reges anglie et francorum pro regno francie..." (ff. 46va-47va); 6, "Pater filium direxit ad studium bononiensem..." (ff. 47va-48ra); 7, "Arbiter assumptus ad terminum..." (ff. 48rb-49ra); 8, "Iudex sententia condempnatoria lata..." (f. 49ra-b); 9, "An virtute statuti vel legati vel pacti..." (ff. 49rb-50va).
Il B. non scrisse, molto probabilmente, altre opere né svolse attività di consulente. Fece testamento il 15 luglio 1348; nominò erede la figlioletta e, per il caso che fosse morta (erano i tempi della terribile epidemia di peste), le sostituì i nipoti, orfani dei fratelli Lorenzo e Bartolomeo. Morì alcuni giorni dopo, il 18 luglio del 1348.
Fonti eBibl.: Giovanni d'Andrea, Additiones a Guglielmo Durante, Speculum iudiciale, I, 2, de accusatore, Venetiis 1576, I, p. 189; Bartolo da Sassoferrato, Comm. in D. 1.3. 9,de legibus. l. ambigitur, n. 4, Venetiis 1585, f. 15vb; Th. Diplovatatii Liber de claris iuris consultis, II, a cura di F. Schulz-H. Kantorowicz-G. Rabotti, in Studia Gratiana, X, Bologna 1968, p. 229; G. N. Pasquali Alidosi, Li dottori bolognesi..., Bologna 1620, p. 102; P. S. Dolfi, Cronol. delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 215; G. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, p. 1912; G. Fantuzzi, Not. degli scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, pp. 336, 337; M. Sarti-M. Fattorini, De claris archigymnasii Bononiensis professoribus..., I, Bononiae 1888, p. 303; N. Rodolico, Dal Comune alla Signoria. Saggio sul governo di Taddeo Pepoli in Bologna, Bologna 1898, p. 194 nota 1.