ZUCCHI (o del Zucca), Iacopo e Francesco
Pittori. Iacopo, nato a Firenze intorno al 1541, e ivi morto circa il 1590, fu scolaro del Vasari, che aiutò nelle pitture del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, e con cui lavorò ancora in Vaticano sotto Pio V. In seguito si allontanò dal maestro e continuò a dipingere per suo conto in varie chiese e palazzi della città di Roma, dove risiedette dal 1572 al 1589.
Roma fu il campo principale dell'attività dello Z., che vi eseguì molte opere, tra cui gli affreschi delle tre cappelle della Torre Pia nel Palazzo Vaticano dipinti con il Vasari; due soffitti in Palazzo Firenze, rappresentanti rispettivamente le Quattro Stagioni e i Quattro Elementi; la sala dei chiaroscuri nel Palazzo Vaticano; la vòlta della cappella Aldobrandini in S. Maria in Via; gli affreschi nella Tribuna della chiesa di Santo Spirito in Sassia, nella quale è anche di lui un quadro a olio rappresentante la Venuta dello Spirito Santo, le pitture della galleria del palazzo Rucellai poi Ruspoli, descritte dallo stesso artista nel suo Discorso sopra li dei de' gentili e loro imprese, stampato in Roma nel 1602. In Roma sono anche dello Z. i quadri rappresentanti la Messa di S. Gregorio nell'Oratorio della Trinità dei Pellegrini; la Nascita di S. Giovanni Battista e la Madonna in gloria in S. Giovanni Decollato; la Pesca dei coralli e Psiche e Amore dormente nella Galleria Borghese. A Firenze si conservano nella Galleria degli Uffizî altre pitture dello Z., come l'Età dell'Oro l'Età dell'Argento e l'Età del Ferro.
L'opera più significativa dell'artista, che è uno dei più caratteristici rappresentanti del manierismo, può ritenersi costituita dalle pitture nella galleria del Palazzo Ruspoli, le quali, benché alquanto sovraccariche, tuttavia nel loro complesso raggiungono brillanti e fastosi effetti decorativi, quasi anticipando il gusto barocco.
Francesco, fratello e aiuto di Iacopo, nacque a Firenze e morì a Roma circa il 1612. Lavorò di musaico su disegni altrui (alle Tre Fontane, nella cupola di S. Pietro in Vaticano). Dipinse quadri d'altare per S. Lorenzo in Lucina e S. Giacomo degli Incurabili; assai valente nel rappresentare fiori e frutti, colorì i festoni che adornano il transetto di S. Giovanni in Laterano.
Bibl.: Per Iacopo: G. Vasari, Le vite, ecc., ed. Milanesi, VII, Firenze 1881, p. 618; G. Baglone, Le vite, ecc., Roma 1642, pp. 45-46, 102, 397; R. Bonfiglietti, Il palazzo di Firenze restaurato, in Capitolium, VI (1930), pp. 1-18; F. Boyer, Lavori di J. Z. in Roma, in Roma, IX (1931), pp. 7-10; A. Calcagno, J. Z. e la sua opera in Roma, Roma 1933 (con bibl.); C. Lorenzetti, Martino de Vos e J. Z. in alcuni inediti, in Boll. d'arte, XXVI (1932-33), pp. 454-69; J. Schlosser-Magnino, La letteratura artistica, Firenze 1935, p. 328; A. Calcagno, Un quadro d'ignoto autore in San Clemente a Roma da attribuirsi a J. Z., in Atti del IV Congresso Nazionale di Studi Romani (Roma 1935), in corso di stampa. Per Francesco: G. Baglione, Le Vite, ecc., Roma 1642, pp. 102-103, 128.